La Jornada - Mercoledì 4 ottobre 2006
Ex-poliziotti del municipio ed incappucciati gli hanno sparato durante il suo giro di ronda
Cresce la tensione a Oaxaca: assassinano un "vigilante popolare" in San Antonino
Le deposte autorità priíste esercitano pressioni perché riprendano le lezioni
HERMANN BELLINGHAUSEN - INVIATO

San Antonino de Castillo Velasco, Oax, 3 ottobre - Un poliziotto municipale del municipio costituzionale popolare di questa comunità è stato assassinato da un gruppo di ex-poliziotti e di sconosciuti incappucciati nella notte di lunedì intorno alle 22 e 30. Il fatto è successo alla periferia di questo capoluogo municipale, dove da alcuni mesi governa un nuovo sindaco, appartenente all'APPO, dopo che la maggioranza della popolazione ha disconosciuto il sindaco priísta Joel López Sánchez, accusato di corruzione e di abuso di autorità.

Arcadio Fabián Hernández Santiago, di 49 anni, insieme ad altri sei vigilanti "popolari" stava facendo un giro di routine per tutto il villaggio su di una auto municipale. Una camionetta pick up ha cominciato a seguirli ed ha posteggiato dietro l'autopattuglia in una zona periferica e spopolata, nota come Cerro de las Azucenas, dove si trova il rustico Rotonda de la Guelaguetza. I soggetti sono scesi dalla camionetta ed hanno affrontato la guardia municipale, puntandola con le armi spianate.

Come raccontano oggi due poliziotti municipali presenti ai fatti, la guardia ha chiesto loro di identificarsi. Sono riusciti a riconoscere l'ex-comandante della polizia municipale Melitón López Gómez (o López), deposto insieme all'ex-sindaco Joel López Sánchez ed a Roque de Jesún (El Jarocho). "Noi non avevamo altre armi che i nostri bastoni e le pile" - dice questa mattina una delle guardie di fronte al palazzo municipale, dove si sta vegliando il cadavere insanguinato di Arcadio, coperto dalla bandiera nazionale.

"Tutti loro portavano armi. Due venivano incappucciati. hanno sparato due volte ai nostri piedi. Abbiamo cercato di calmare la situazione. Abbiamo detto loro di andarsene, che stavamo facendo la guardia. Il defunto è sceso dall'autopattuglia e quando era a cinque metri, un incappucciato gli ha sparato con un M-16" - aggiunge uno dei testimoni. "Le pallottole gli hanno attraversato i polmoni di Arcadio e l'hanno ammazzato sul colpo".

Altri spari

La guardia municipale è corsa a dare la notizia verso il centro di San Antonino. Ma si sono ancora sentite altre tre detonazioni. Si è presentato il Ministero Pubblico del distretto di Ocotlán de Morelos, che ha autorizzato lo spostamento del corpo. Mentre ritornavano verso il paese, a mezzanotte, "venivamo rapidi ed il signor Vicente Campos (noto col soprannome di Chente Carreño) ha cercato di investirci col suo carro" - riferisce una delle donne che accompagna il feretro di Arcadio che lascia la moglie e sette figli, due ancora piccoli.

Tutto questo avviene per le pressioni delle deposte autorità priíste che vogliono riaprire le scuole, eseguendo gli "ordini" del governatore Ulises Ruiz, che ha dato ai priísti della comunità 350mila pesos per finanziare il tentativo di contrastare lo sciopero degli insegnanti sostenuto dal municipio popolare.

I promotori del ritorno a scuola sono Gonzalo Alonso García e Porfirio Lucas Raymundo, presidenti dei comitati municipali del PRI e del PAN ed entrambi docenti. Dalla settimana scorsa stanno invitato la gente, andando casa per casa, a mandare i figli a scuola. Questo lunedì hanno aperto un giardino d'infanzia nella casa privata di Alonso García (che ha una delle case più grandi e ricche di San Antonino).

Anche se non sono arrivati più di 20 bambini, visto che la maggioranza del popolo sostiene lo sciopero magistrale, il tentativo di rompere la lotta ha accentuato il deterioramento della convivenza. La gente riunita oggi di fronte al cadavere del poliziotto assassinato ha deciso di uscire alla ricerca di Alonso per fargli "consegnare" gli assassini, visto che lui "li conosce". Il presidente del municipio costituzionale popolare, Valentín Aguilar, ha invitato la popolazione a non cercare di farsi giustizia da sé, ma di permettere che il crimine sia punito per la via legale.

Ciononostante, un gruppo di donne, seguito da vari uomini, ha deciso di andare oggi a mezzogiorno alla ricerca del priísta. Questi si è nascosto nella sua casa, ubicata sulla strada principale del paese. Lì c'erano anche i piccoli, d'età prescolare, che erano andati a lezione. In realtà, i piccoli sono stati usati come "ostaggio" da parte del priísta, per evitare di essere catturato dalle donne. La situazione era tesa, perché le madri erano molto preoccupate, comprensibilmente, per i loro bambini, anche se non c'era violenza. Alcuni priísti hanno minacciato i giornalisti, e soprattutto i fotografi, dicendo loro di andarsene. "Se no, ve la vedrete molto brutta" - hanno detto.

Apparizioni di Ulises Ruiz, molto vigilate

Il governatore Ulises Ruiz Ortiz ha fatto questo lunedì un nuovo tentativo di tornare a Oaxaca passando dalla costa, niente meno che da Santa María Huatulco, dove la Marina sta sbarcando imbarcazioni, velivoli aerei, blindati e truppe dal fine settimana. Secondo il bollettino ufficiale, Ruiz Ortiz è andato a sovrintendere (sic! non ha neanche detto "inaugurare") la costruzione di un ospedale "e di altre opere benefiche" ed ha assicurato che nella sua amministrazione "tutto avviene con la massima trasparenza ed onestà". È andato anche a Pinotepa Nacional.

Intanto, più a sud per la costa, nella regione dell'istmo, ottomila maestri hanno marciato per 14 chilometri tra El Espinal ed Ixtepec, chiedendo la rinuncia del governatore ed opponendosi ad una soluzione militare del conflitto. C'erano insieme al magistero anche altre organizzazioni che fanno parte dell'Assemblea Regionale Permanente, che a sua volta fa parte dell'APPO.

Questa mattina, Ruiz Ortiz è ritornato sul luogo dei suoi grandi successi, la passeggiata Juárez, o EL Llano, nella città di Oaxaca, per sovrintendere la consacrazione di un'immagine guadalupana nella chiesa locale e per passeggiare per circa 100 metri nel parco, avvolto da una nube di 500 poliziotti in borghese ed un nutrito gruppo di reporter, mentre tutto il perimetro era custodito da almeno altri 100 agenti nascosti e distribuiti in tutta la zona. È raro vedere tante coppie di uomini che bisbigliano e camminano spalla a spalla. Altri erano "pompieri" con tanto di camion con serbatoio d'acqua, casco e stivali; altri ancora si fingevano giardinieri.

Questo spiegamento di protezione che non era assolutamente "il popolo", era sotto la responsabilità dell'Unità di Polizia per le Operazioni Speciali (UPOE), organismo addestrato dai comandi kaibiles del Guatemala (di lì lo "speciale" delle sue operazioni). Il comando ufficioso dell'UPOE è nelle mani di José Manuel Vera Salinas, che era stato il direttore della Sicurezza Pubblica fino al violento e fallito sgombero dei docenti dello scorso 14 giugno. L'ex-funzionario è pure lui un kaibiles, cos' come il direttore della Polizia Ministeriale, Manuel Moreno Rivas. Lo è così tanto che le sue e-mail portano inclusa la sillaba "ka".

Moreno Rivas era arrivato domenica sulla pista aerea della zona navale di Salina Cruz, con un elicottero azzurro, targato XA-UCJ, mentre si concentravano le forze della Marina che presumibilmente "ristabiliranno l'ordine" nella capitale dello stato.

Nonostante tutto quello che sta succedendo, il governatore ed i suoi collaboratori insistono, nelle loro dichiarazioni alla stampa, dicendo che non ne sanno nulla di un intervento marinaio-militare che invece si vede... sta arrivando...

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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