La Jornada - Venerdì 3 novembre 2006
Si mobilitano davanti alle rappresentanze diplomatiche ed inviano missive a Vicente Fox
Gli italiani condannano la repressione a Oaxaca
GLORIA MUÑOZ RAMIREZ

Roma, 2 novembre - Mentre l'Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca (APPO) respingeva la carica della Polizia Federale Preventiva (PFP) intorno all'Università Autonoma Benito Juárez, più di 200 manifestanti si sono concentrati davanti all'ambasciata messicana di questa città, da dove hanno seguito "dal vivo" gli avvenimenti attraverso un collegamento diretto con Radio Universidad.

Il ponte radiofonico ha permesso che la voce di Florentino López, rappresentante della APPO, arrivasse alla mobilitazione e raccontasse in diretta la resistenza del movimento popolare - dentro e fuori le installazioni universitarie - alle aggressioni della PFP. Un camion con amplificatori è servito da palco ai manifestanti, e da lì sono stati ascoltati gli interventi di condanna della repressione.

Un momento emozionante ha percorso la protesta quando un'attivista di Indymedia Italia ha letto l'ultimo servizio di Brad Will, assassinato nell'operativo dello scorso 27 novembre, sulle barricate a Oaxaca. Membri di questo progetto indipendente di comunicazione hanno parlato dell'importanza dei media alternativi nella lotta contro la globalizzazione. Sono stati ascoltati anche i comunicati dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale che invitavano alla mobilitazione internazionale ed un messaggio inviato da Indymedia York.

Le grida di "Fuori Ulises Ruiz. Fuori Fox!" e "Assassini!", sono state lanciate per tutte le due ore che è durata l'azione in via Spallanzani, dove la polizia è rimasta a protezione degli uffici della rappresentanza diplomatica.

Improvvisamente, alla manifestazione si è unito un gruppo di Via Campesina con rappresentanti di tutto il mondo, arrivati in autobus dal foro alternativo a quello in corso in questa città dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Agricoltura e l'Alimentazione (FAO).

Successivamente, attivisti dei collettivi Indymedia Italia, Comité Carlos Fonseca, Ya Basta Moltitudia e Rete di Appoggio al Chiapas Ribelle, tra altri, si sono mossi verso via Nomentana, a circa cento metri dall'ambasciata, per avere maggiore visibilità e distribuire volantini informativi ai passanti.

D'altra parte, ad Ancona (regione Marche), manifestanti dell'Associazione Ya Basta, del Circolo Terranova e delle Comunità Resistenti delle Marche, hanno realizzato un presidio di due ore di fronte al consolato messicano in questa città sulle rive del mare Adriatico. Uno striscione con la scritta "Oaxaca resiste" è stato posta sulla porta principale della rappresentanza.

Il console Claudio Ascoli ha espresso la "sua solidarietà dal punto di vista personale", chiarendo che il "suo ruolo e quello del consolato di Ancona è solo amministrativo e che l'unica cosa alla sua portata era inviare per fax all'ambasciata messicana a Roma il comunicato di condanna al governo messicano presentato durante la mobilitazione", hanno raccontato gli organizzatori.

A Campobasso, il consigliere comunale del municipio e rappresentanti della società civile hanno redatto una lettera al governo italiano chiedendo di "esercitare pressione" sul presidente Vicente Fox "affinché freni i gruppi paramilitari a Oaxaca".

Un altro comunicato è stato diffuso nel nord d'Italia, promosso da Coordinadora.it, raggruppamento di collettivi di Lombardia, Veneto, Liguria ed Emilia Romagna, tra altre, in cui manifestano "indignazione e preoccupazione per gli eventi a Oaxaca, dati i precedenti del malgoverno messicano che reprime ed assassina con totale libertà ed impunità". Per questo venerdì è previsto un altro concentramento a Napoli.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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