La Jornada - Venerdì 3 novembre 2006
Si chiedono le dimissioni immediate di Ulises Ruiz
L’EZLN esorta a continuare la lotta
Avverte che è ormai chiusa la via legale al cambiamento
LAURA POY SOLANO

In un messaggio al popolo di Oaxaca ed a chi "lotta sulla terra per giustizia, libertà e democrazia", i comandanti Grabiela, Zebedeo e Miriam, delegati uno, due e tre della Commissione Sesta dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), hanno esortato a "continuare la lotta per la dignità e la giustizia, uniti ed in resistenza contro un governo che non vede né sente il dolore dei popoli".

Hanno inoltre chiesto al presidente Vicente Fox, ed al segretario di Governo, Carlos Abascal, il ritiro immediato delle "forze di occupazione militari della Polizia Federale Preventiva e l'uscita immediata dell'assassino Ulises Ruiz Ortiz, che non ha più la faccia per mostrarsi al popolo oaxaqueño perché sono ormai troppi il dolore ed il sacrificio e la violazione dei diritti umani".

Hanno assicurato che se il presidente Fox non risolve "immediatamente il problema, Felipe Calderón non può occupare la carica presidenziale, perché è un assassino e corrotto, ce lo sta dimostrando ora, perché è educato da suo padre, Vicente Fox".

In un atto nella spianata davanti al Palazzo delle Belle Arti, dove è stato posto un altare in onore dei morti nelle lotte sociali, hanno esortato a che "uniamo la nostra forza ed il nostro dolore per continuare a lottare insieme e non lasciare solo il popolo di Oaxaca che vive tempi difficili, ma che è ancora forte e deciso. Per questo ammiriamo il suo coraggio e la sua dignità, l'impegno totale per difendere il suo popolo. Il suo esempio sarà sempre presente nella nostra storia e nelle nostre lotte".

La comandante Miriam ha dichiarato che le zapatiste non "si fidano di nessun deputato né crediamo in nessun partito politico, perché tutti sono corrotti ed assassini". Per questo, ha insistito, "protestiamo davanti al presidente Fox ed al suo segretario Abascal, che ha giurato sul nome di Dio che non avrebbe represso il popolo di Oaxaca, e dov'è la sua parola adesso. Questi signori sono traditori e vigliacchi, perché non ascoltano mai la sofferenza del loro popolo quando reclama giustizia e dignità".

In una manifestazione d'appoggio al movimento oaxaqueño, nel quale sono state ricordate con un minuto di applausi le persone deceduti dall'inizio del conflitto, ed alla quale hanno partecipato simpatizzanti dell'altra campagna, dell'Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca (APPO) e diversi collettivi sociali, il comandante Zebedeo ha affermato che di fronte agli atti di repressione contro un popolo che "vuole vivere degnamente, è necessario dire basta solo guardare e non fare niente".

È necessario, ha insistito, capire le parole libertà e democrazia, "perché la solidarietà non basta; dobbiamo essere coerenti e portare nel nostro cuore i nostri morti. Sono i nostri eroi, i nostri martiri, sono loro che ci guidano durante il cammino che abbiamo iniziato, e non i partiti politici, come PRI, PAN e PRD che ci vogliono portare d'altra parte, dove molti compagni hanno perso la coscienza, ma si accorgeranno che lì non c'è la giustizia.

Vi esortiamo a non stancarvi ma a proseguire, perché sappiamo che per la via legale il governo non ci darà quello che vogliamo. Lo stiamo vedendo con i compagni di Oaxaca che stanno morendo perché vogliono vivere; lì ci sono i morti, i detenuti e desaparecidos".

Dopo aver ricordato gli zapatisti deceduti nell'insurrezione del primo gennaio 1994, ha dichiarato che è "sangue che non si può calpestare né deridere, è sacro per i popoli indigeni e crediamo sia quello che ci permette di stare su questo palco e parlare con voi".

Nel suo intervento, la comandante Grabiela ha assicurato che i popoli che difendono la loro dignità "stanno resistendo, perché siamo convinti che continueremo a lottare". Per questo, ha detto, è necessario "appoggiare la lotta del popolo oaxaqueño che vive giorni difficili, di molto dolore, ma che vuole vivere".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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