The Palestinian Anti-Apartheid Wall Campaign
ONORE AI MARTIRI DI OAXACA
Gerusalemme, 3 novembre 2006

In questo terribile autunno di morte e distruzione, i popoli palestinesi messicani sono più che mai uniti da una storia comune, il lutto e lotta.

In Palestina nelle ultime 48 ore un nuovo massacro è stato perpetrato. 20 martiri del campo profughi di Beit Hanoun si sono aggiunti al centinaio di vittime che sono state uccise da giugno, quando le forze di Occupazione hanno lanciato un'altra spietata offensiva nella Striscia di Gaza.

Nello stesso modo, da giugno il governo messicano ha iniziato ad usare tutta la forza distruttiva dei suoi militari contro i 70.000 lavoratori della scuola a Oaxaca, che lottano per i loro diritti. Lo stesso governo che ha seguito le richieste del governo degli Stati Uniti di mandare i suoi soldati ad invadere e massacrare il popolo iracheno, oggi rivolge queste armi contro il suo stesso popolo a difesa degli interessi imperialisti.

Noi piangiamo i morti di Oaxaca come piangiamo i nostri e prendiamo coraggio dalla determinazione nella lotta che questo popolo ha dimostrato in risposta alla repressione. Essi hanno unito le loro voci nell'Assemblea Popolare del Popolo di Oaxaca (APPO): delle 350 organizzazioni hanno ripreso la città ed hanno lottato per rovesciare il governo corrotto di Ulises Ruiz Ortiz.

Se il governo voleva schiacciare questo movimento con l'invasione del 29 ottobre e l'assassinio dei manifestanti, noi ora sappiamo che questo obiettivo non è stato raggiunto e che gli attivisti della APPO sanno come rispondere ai brutali attacchi.

Noi sappiamo che l'intifada messicana continua e si diffonde negli altri stati della nazione.

Come Campagna Anti-Apartheid Contro il Muro che rappresenta circa 50 comitati popolari che lottano giorno dopo giorno nei villaggi ghettizzati dal muro ed assediati dal complesso meccanismo della repressione ed espulsione sionista, vogliamo farvi sapere che non siete soli, che la vostra lotta è la nostra lotta.

60 anni di occupazione, espropriazione, assassinio quotidiano ed il tentativo di trasformare la Palestina in una gigantesca prigione a cielo aperto, non sono sufficienti a distruggere la determinazione del popolo palestinese. La maggioranza della nostra gente è stata espulsa dalla sua terra e lotta per fare ritorno alle proprie case, il resto di noi resiste alla segregazione razziale e ad una vita in prigioni a cielo aperto dietro a muri e filo spinato.

L'esperienza di questi 60 anni di resistenza ci permette di riconoscere i nostri fratelli nelle comunità indigene messicane che hanno resistito al genocidio per più di 500 anni. Noi salutiamo la resistenza del popolo di Oaxaca contro un governo fantoccio e corrotto e vediamo in lui un nuovo punto di riferimento per la lotta contro l'imperialismo.

Noi ci uniamo all'appello dei nostri compagni messicani per chiedere:

1. Che Ulises Ruiz Ortiz abbandoni subito il suo incarico di governatore dello stato di Oaxaca. Le sue polizie autoritarie sono alla radice dello spargimento di sangue e del conflitto. La sua permanenza è l'ostacolo principale ad una soluzione politica.

2. Il ritiro immediato della Polizia Federale Preventiva dalla città di Oaxaca.

3. La fine immediata di tutte le forme di repressione, la liberazione degli arrestati e detenuti ed il ritorno degli scomparsi.

4. Il rispetto incondizionato dei Diritti Umani e la garanzia della sicurezza per tutti, in particolare per i membri della APPO.

5. La punizione degli autori intellettuali e materiale degli omicidi perpetrati dai gruppi paramilitari dello stato.

Rimandiamo inoltre al Governo Federale la responsabilità per la repressione e le aggressioni alla popolazione ed alle organizzazioni di Oaxaca.

Ci uniamo a tutti coloro che chiedono una soluzione politica ed il rispetto delle richieste presentate dalla APPO.

Jamal Juma´
Coordinator of the Palestinian grassroots Anti-Apartheid Wall Campaign

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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