La battaglia di Oaxaca
Governo Federale = 0
APP0 =1

Claudio Albertani

Oaxaca, Convento di Santo Domingo, 3 novembre.

50000 persone armate di passione e di ragione sono riuscite a sconfiggere le forze dell'ordine . Questa non è una guerriglia, non è un esercito, è la furia popolare, il prodotto di 500 anni di resistenza indigena, di decenni di lotte sindacali e di svariate esperienze di autonomia sociale.

Ecco una breve cronologia dei fatti.

Dopo l'occupazione di Oaxaca da parte delle truppe federali iniziata sabato, il movimento si è asserragliato in due zone della città: il convento di Santo Domingo e la Città Universitaria. Ieri, due novembre, giorno dei morti, i federali lanciano un'operazione chirurgica nella speranza di sorprendere gli attivisti della APPO asserragliati a CU da dove trasmette radio Universidad che è ormai la voce del movimento.

Alle ore 7.45 la PFP inizia lo sgombero delle barricate situate nella calle Cinco Señores, uno de principali accessi a CU.

Un'ora dopo i compagni della APPO ripiegano verso il campus. Radio Universidad lancia un appello di emergenza. Nel frattempo i compagni si difendono con proiettili artigianali a base di petardi e bottiglie molotov.

Alle 9 infuriano i combattimenti. Ci sono i primi feriti ed i primi detenuti. Alle 9.30, il rettore dell'università, Francisco Martinez Neri lancia un appello alle forze dell'ordine ed al presidente della repubblica affinché non sia violata l'autonomia universitaria.

Verso le 10, la popolazione dei quartieri circostanti si precipita a manifestare solidarietà con gli studenti e la APPO. Le donne, in particolare le anziane, sono particolarmente attive. Si rinforzano le barricate con due autobus dati alle fiamme. Gli assediati fanno scoppiare alcune bombole di gas.

Alle 10.56 la PFP inizia un'offensiva in grande stile con l'appoggio di elicotteri e blindati di fabbricazione francese.

Alle 11.45 si riportano tre feriti tra i giornalisti, una ventina tra i manifestanti ed altrettanti tra i poliziotti.

Verso le 12 la battaglia infuria. La gente della APPO tiene duro e la radio svolge una funzione fondamentale di agitazione e di informazione: come difendersi dai lacrimogeni, quali barricate sono sguarnite, dove rifugiarsi, e dove concentrare gli attacchi.

Verso le 14, la APP0 circonda la polizia che si trova letteralmente presa tra due fuochi.

Alle 15 comincia la ritirata dei federali e radio Universidad celebra la vittoria. Poco dopo, quando dai suoi microfoni i combattenti narrano la battaglia, un fremito percorre la città. Chi non partecipa, è attaccato alla radio.

Oggi si vive una specie di quiete dopo la tempesta. Nei pressi di Santo Domingo i vari collettivi che formano la APPO sono riuniti in assemblea ed alle 12 vi sarà una plenaria a CU. Radio Universidad avvisa che la polizia ci sta aspettando quindi il consiglio è di non di non muoversi da soli.

Per domenica è prevista una grande manifestazione. L'obiettivo è cacciare i federali dallo zocalo ed anche dalla città. E per il 10,11 12 di novembre è previsto un congresso costituente per dare una configurazione piú chiara alla APPO come un organismo di contropotere.

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