La Jornada - Mercoledì 3 maggio 2006
Il rettore si promuove con mire alla successione del 2012, afferma il leader zapatista
Marcos accusa De la Fuente di usare fondi dell'UNAM a fini politici

HERMANN BELLINGHAUSEN, LAURA POY E JOSE GALAN

L'altra campagna ha vissuto un'intensa giornata nei maggiori istituti di educazione superiore pubblica della capitale. Da nord a sud, da Zacatenco a Xochimilco, cioè, dal Politecnico Nazionale (IPN) all'Università Autonoma Metropolitana (UAM-X), con un momento centrale nella spianata della Città Universitaria, il Delegato Zero si è rivolto a migliaia di studenti e insegnanti, e nell'ultima tappa, effettuata alla UAM-X, ha ascoltato decine di aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona del settore universitario.

Al meeting centrale, effettuato nel campus dell'Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM), il delegato della Commissione Sesta dell'EZLN è arrivato nel primo pomeriggio per promuovere "un'altra università". Il subcomandante Marcos è tornato in quella che insiste a definire "la migliore università del continente" e la sua "alma mater". Proprio qui è stato cinque anni fa, durante la Marcia del Colore della Terra.

Nella cornice di una giornata nettamente studentesca nel Distrito Federal, il Delegato Zero ha ricordato che cinque anni fa "siamo stati traditi come zapatisti e come popoli indios da quegli stessi partiti" che ora vogliono arrivare al potere. Ed ha avvertito: "non siamo venuti a chiedere il vostro appoggio", ma ad offrirvi un invito e farvi un annuncio. L'invito a guardare "in alto", alla torre del rettorato, verso gli uffici del rettore Juan Ramón De la Fuente, che ha accusato di usare i bilanci per la sua corsa politica in vista del 2012, "utilizzando denaro dell'UNAM" e già pronto ad occupare un incarico nel governo che sarà eletto questo 2 luglio. Anche se non sa che quest'anno, ha aggiunto Marcos, "non ci sarà nessun sistema politico, perché lo abbatteremo". Oppure, ha proseguito, a guardare verso il basso, dove ci sono gli studenti, le loro lotte per la rivendicazione e la libertà.

Il leader zapatista è stato preceduto da sette oratori, universitari e sindacalisti, appartenenti ad organizzazioni sociali e movimenti come quello di San Salvador Atenco. Lo sguardo, ha continuato, si può rivolgere alla torre del rettorato "e lasciarsi ipnotizzare da quell'occhio del potere, dal quel ciclope" che definisce gli studenti "incapaci fisici e mentali". O guardare in basso, verso gli studenti, gli scartati, verso quelli che "'niente da fare', non si vendono", soggetti alle "panzane" del Ceneval che permette l'ingresso alle università solo " a chi ha padrino". Ma qui, "nell'università privata più economica del paese", ora si tenta di trasformare le facoltà ed istituti in "scuole partito".

Davanti a migliaia di studenti, professori e lavoratori della UNAM, il Delegato Zero ha affermato che adesso sembra che fuori "non vale chi ha più conoscenze, ma il padrino o le bustarelle per ottenere un posto", invece di chi si istruisce e ricerca la conoscenza. Inoltre, i laboratori e gli istituti di ricerca si sono trasformati in "maquiladoras della scienza, e lo scienziato universitario non se n'è accorto". La conoscenza frammentaria che esce dall'università è al servizio delle grandi industrie che applicano le ricerche universitarie in progetti che a volte sono "di morte" per le specie, la terra o l'ambiente. Ha aggiunto che in questi momenti "i laboratori delle multinazionali armano la bomba neoliberista", con l'aiuto, in buona misura involontario, dei ricercatori. Manca solo di scoprire che "l'etica è posta al servizio della morte e dell'inganno".

La politica neoliberista, ha detto Marcos, sta trasformando la UNAM "in un affare: quello della sconfitta ù". Ha ammesso che è anche possibile un'altra cosa. "L'università è addormentata e sta per svegliarsi". Per questo ha invitato la comunità "a scegliere verso dove guardare: in alto o in basso".

L'avvertimento del Delegato Zero è stato chiaro: "Abbatteremo le autorità universitarie e la giunta di governo che non riesce nemmeno a far vincere un altro campionato ai Pumas", cosa che ha suscitate le risate tra i presenti. Non è una promessa, ha ripetuto, "ma un avvertimento". L'istituzione dovrà tornare nelle mani degli universitari.

Davanti ai murales di Juan O'Gorman nella Biblioteca Centrale della Città Universitaria, gli studenti hanno denunciato che negli ultimi anni le autorità dell'istituto hanno espulso 400 tra studenti e insegnanti. Anche che "il PRD universitario" è stato complice della repressione e dei provvedimenti neoliberisti. Il Comitato Pável si è pronunciato contro l'oblio e l'impunità nel caso del giovane Pável González, attivista assassinato, che è passato "da vittima a carnefice" nelle indagini giudiziarie. La diffamazione ufficiale ha reso "il 'suicidio' e la criminalizzazione della lotta sociale, il nuovo aspetto del terrorismo di Stato".

Si sono ascoltati i discorsi della Red Oaxaqueña Zapatista, dell'Incontro Nazionale Operaio dell'Altra Campagna, celebrato il 29 aprile, e del Comitato dei Popoli in Difesa della Terra, di San Salvador Atenco. A nome di questo, la studentessa América del Valle ha ringraziato gli universitari per la loro solidarietà nella lotta atenquense del 2003: "Quel pezzetto di patria è anche vostro".

Da nord a sud

Centinaia di voci hanno accolto il subcomandante Marcos nel Politecnico dove più di 2 mila studenti erano riuniti nella "piazza rossa" dell'unità Zacatenco dell'IPN per ribadire la loro adesione alla lotta "per un paese ed un Politecnico diverso".

Da subito, in questo incontro con la comunità studentesca del Politecnco, il Delegato Zero ha invitato studenti, insegnanti e ricercatori ad unirsi contro "il male della paura" che incombe sugli istituti di istruzione superiori, pubblici e privati, come strumento di repressione per non affrontare un sistema educativo che ha messo la scienza e la tecnologia al servizio "di quelli in alto e del grande capitale".

Davanti ai politecnici, ha assicurato che l'altra campagna "vuole mostrare che non siamo soli in questa paura né nell'indignazione che ci provoca". Si tratta, ha aggiunto, di costruire un'unità tra quello che è il Politecnico e quello che vogliono i politecnici, "e non quello che vogliono i politici dai politecnici e dalle forze che in altre parti si stanno alzando ed unendo a questo grande movimento.

Quello che capiamo qui - ha affermato - è che possiamo finalmente barattare la paura con la decisione in cuor nostro di fare un'altra cosa, ma anche cambiare la paura. Che le autorità, i suoi scagnozzi, i funzionari corrotti, il governo della Repubblica, le multinazionali - che stanno dietro questi funzionari per portare la tecnologia nei loro forzieri - comincino ad avere la paura che hanno cominciato a sentire con la marcia di ieri, quella dell'altro primo maggio".

Davanti ad una comunità studentesca che come benvenuto gli ha dedicato la canzone Caminos de Michoacán, il Delegato Zero ha ascoltato la richiesta dei giovani di democratizzare l'IPN ed impedire che il Presidente, "dalla sua parola assoluta e divina, senza prenderci in considerazione, ci imponga un padrone ogni tre anni, un servitore fedele, il suo lacchè, il suo direttore generale". Il Politecnico, hanno insistito gli studenti, "l'hanno voluto spezzare, e con lui, la memoria forgiata dai nostri fratelli. La tecnica al servizio della patria ora non è altro che uno slogan per far credere che l'IPN è nelle mani del popolo", perché si è arrivati al punto "in cui il popolo non è più una priorità, la dignità è calpestata ed il frutto del Politecnico è venduto al migliore offerente, trasformando tutti gli studenti in una merce a buon mercato".

Il subcomandante Marcos ha dichiarato che a differenza di cinque anni fa, quando il movimento indigeno zapatista arrivò in questa stessa piazza per chiedere l'appoggio dei politecnici nella lotta per la difesa dei diritti dei popoli indios, "adesso non siamo venuti a chiedervi di appoggiarci: ora quello che vogliamo è essere vostri compagni. Non si tratta di fare una guerra, ma di creare un movimento civile e pacifico in tutto il paese affinché i giorni di gloria e lotta tornino a risplendere".

Adesso è "per scoprire la nostra identità di gente del basso, umile e semplice". Benché possa sembrare "paradossale" che sia il rappresentante di un movimento indigeno "che viene a dirvi che non siete soli, adesso non vengo solo dalle montagne, ma dopo aver percorso più di 20 stati del basso, raccolto dolore, indignazione e rabbia, e posso dirvi con certezza che qualcosa di molto grande succederà, il meglio . L'altra campagna, ha affermato, "riscriverà la storia dl basso, senza altri leader che la propria comunità organizzata, perché adesso siamo uno solo ad affrontare quello che sta in alto".

La giornata universitaria dell'altra campagna è terminata questa notte nella UAM Xochimilco, con la plenaria degli aderenti universitari e politecnici alla Sesta Dichiarazione. In una maratona di interventi si sono ascoltati progetti e proposte delle istituzioni citate ed anche delle università di Chapingo, Pedagogica Nazionale, Ibero-americana e della Scuola Nazionale di Antropologia e Storia. Hanno prevalso gli appelli all'unità del movimento studentesco che deve essere anticapitalista e critico riguardo allo sfruttamento dei lavoratori messicani.

Come ha dichiarato uno studente, il movimento deve avere "la forza e la capacità di rispondere ad un altro futuro". Durante la riunione si è invitato ripetutamente a "ricostruire" il movimento studentesco, in modo che assuma il suo ruolo nella trasformazione del paese. Dovrà essere un movimento nazionale che affronti il "nemico comune" che è il sistema capitalista. Uno studente della Scuola Nazionale di Musica ha chiesto che le decisioni sull'istruzione vengano prese con la partecipazione del popolo, la base della società. "È impossibile che nell'attuale stato di cose possa prodursi un cambiamento".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

logo

Indice delle Notizie dal Messico


home