La Jornada - Venerdì 3 marzo 2006
Molti di noi non hanno da mangiare, ma resistono, dichiarano aderenti dell’Altra
Siamo prigionieri del nefasto cacicazgo di PRI, PAN e PRD, denunciano in Hidalgo

HERMANN BELLINGHAUSEN Inviato

Tepeji del Río, Hgo., 2 marzo - Il passaggio dell’altra campagna nello stato di Hidalgo si è concluso questa sera con la riunione plenaria statale nei locali di un campo di calcio, in questa piccola città di periferia della metropoli della valle di Anáhuac. È stato un momento di valutazione, autocritica e di denuncia degli attacchi che stanno subendo gli aderenti in altri stati. A conclusione della riunione si è fatto un appello per una mobilitazione il prossimo 15 marzo, Giornata Internazionale contro la Brutalità della Polizia, in difesa dei perseguitati dell’altra campagna.

Mercoledì sera aderenti locali, soprattutto della Valle del Mezquital, si sono ritrovati qui dopo che la riunione programmata a El Tephé, a Ixmiquilpan, era stata spostata a Tepeji del Río. Vi hanno partecipato collettivi, organizzazioni sociali, singoli individui.

Il collettivo Cardonal Tlahutepa, "uomini e donne che condividono un sogno con azioni concrete, ognuno con il proprio lavoro”, ha ammesso che la società di Cardonal e dello stato vive "voltando le spalle alla realtà; l’istruzione offre una falsa percezione che rompe con le nostre culture, che ci rende individualisti e alienati. Ma la nostra intelligenza nel contesto dell’istruzione popolare, può farci conoscere i nostri diritti, non essere umiliati dal governo ed esigere che serva il popolo. Lottiamo per non restare passivi, puntiamo sulla partecipazione dei cittadini, non sull’assistenzialismo. Dobbiamo unire le nostre lotte contro il mostro del neoliberismo".

Poi hanno parlato due medici. A titolo individuale, Javier Andrade ha ribadito la sua adesione alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, così come il suo essere sessantottino ed il fatto di non essersi arreso. Ha ammesso che “all’inizio proponevo che non ci dovesse essere un posto speciale per le differenze, ma vedo che queste hanno una forte trascendenza e queste stesse possono fare la rivoluzione”.

Eloy Trejo, medico in pensione "con una pensione ridicola" e membro del collettivo “Levantando el Vuelo” di Ixmiquilpan, ha affermato: "Basta con la concentrazione del potere a pochi, con l’emigrazione incontenibile, l’abuso, la miseria. Del fatto che gli emigranti siano il sostegno del Messico". Ha parlato dell’effetto distruttivo dei viaggi oltre confine di lavoratori espulsi dal proprio paese. Ha manifestato preoccupazione per i crescenti casi di AIDS, le morti nel deserto dell’Arizona, la droga, le malattie “della mente e del corpo”, dei residui tossici dei rifiuti del Districo Federal, “di farci litigare con il voto e di imporci governanti".

Hidalgo soffre di gravi ritardi, ha aggiunto. "Mancanza di lavoro, la campagna nel totale abbandono, i contadini in piena ribellione, l’invasione dell’industria maquiladora, un’emigrazione di massa che distrugge intere famiglie, il degrado della vita dei giovani che consumano droghe e dimenticano le proprie origini. Il governo conosce il vincolo tra la terra e l’indigeno, per questo è impegnato nella distruzione di entrambi. L’istruzione è deficiente e cara, non ci sono scuole superiori pubbliche, i licei (Istituto Superiori di Agraria) sono elefanti bianchi che producono disoccupati ed è carente l’Università Autonoma di Hidalgo, gli zoticoni del PRI non permettono il libero pensiero. Il Mezquital è la latrina più grande. L’acqua di Zumampan non si può bere. Quí si è costruito il 'tren bala' che non funziona e sta sui resti della cultura tolteca. Siamo prigionieri del nefasto cacicazgo di PRI, PAN e PRD".

Dalla sierra ha partecipato il Comitato Misión: “Non abbiamo lavoro né comunicazione; tutti vanno verso gli Stati Uniti; i giovani che vanno e poi tornano si drogano o si credono ricchi o semplicemente non ritornano. Lottiamo non solo contro i seguaci dell’ex candidato perredista Guadarrama, ma contro gli assassini del ‘grupo gris’. Prima lottavamo contro i pistoleri, che adesso si sono un poco calmati; adesso lottiamo contro qualcosa di peggio che sono i gruppi del PRI che ci attaccano perfino con la stregoneria. Ci pagano una miseria per lo sfruttamento dei boschi, molti di noi non hanno da mangiare, ma stiamo resistendo”.

Il Club del Valle del Mezquital ha annunciato che lotta per riavere i resti di Lucio Cabañas e sostiene che il governo in Guerrero di Zeferino Torreblanca non si differenzia molto dal cacicazgo della famiglia Figueroa. Il collettivo “Vamos hacia la Vida” ha affermato: “Siamo stufi di fare i lacchè”, ed il collettivo Anarcopunk: “Non crediamo nelle frontiere; cerchiamo di portare avanti le cose nella vita quotidiana. La nostra organizzazione è autonoma ed autogestita”.

Hanno parlato contadini ñahñú di San Ildefonso, così come religiosi che lavorano nella stessa comunità dove funziona una radio per la comunità che gli indigeni hanno difeso appellandosi al Trattato 169 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, ed anche membri del collettivo “Dulce Furia-Comandanta Ramona”, che osservano che l’altra campagna cresce "come un fiocco di neve per riscattare il nostro paese dalla morsa del neoliberismo". Hanno parlato anche ex-braceros che lottano per recuperare i loro diritti.

Sabino Juárez, di Tezontepec, ha ricordato vecchie lotte contro la Pemex ed altre lotte meno vecchie contro "gente del PRD" per difendere un complesso balneare comunitario che volevano trasformare in un albergo a cinque stelle. Adesso lottano per difendere l’acqua che si vuole destinare al consumo della capitale della Repubblica a detrimento di migliaia di contadini e abitanti delle comunità. “L’acqua non è più un diritto, ma un privilegio”, ha denunciato.

Conclusi gli interventi, nel modesto patio interno di una casa privata a Tepeji del Río, il subcomandante Marcos ha ripreso la frase di un ex-bracero per dire che negli stati visitati dall’altra campagna, “il governo dice che non gli importa se noi ci organizziamo, né se noi soffriamo, ma che butta tutto questo nella spazzatura".

Ha detto che questa mobilitazione sta costruendo una posizione politica. “Non si tratta del fatto che Marcos sarà il faro. Ognuno ha una candela accesa e deve averne ben cura affinché il capitalismo non la spenga. Quello che fa l’altra campagna è mettere insieme le candele perché si realizzi un faro, perché con altra luce la gente si renda conto che non è vero che esiste solo il capitalismo. Il sistema capitalista è molto imbecille, non gli importa della sua distruzione. Gli esseri umani sono strumenti da lavoro. L’unica differenza tra l’operaia e la macchina per cucire è che una va in bagno ed è probabile che risulti più vantaggioso economicamente mantenere la macchina”.

Ha aggiunto che i grandi capitalisti non sono necessari. “La forza del lavoro è di quelli che stanno in basso”. Ha avvertito: “Se quelli che stanno in alto continueranno a stare al potere, tutto verrà distrutto”.

Secondo Marcos, “quello che manca è che una forza collettiva dica che è ormai il momento per tutti i poveri di ribellarsi (….) e vediamo che questa forza è molto grande e sta crescendo ovunque”.

"Non ci impressionano con la gente prezzolata"

Questo pomeriggio, durante la seconda riunione a Tepeji del Río, il delegato Zero ha fatto riferimento ai motivi per cui la riunione programmata nel progetto collettivo del complesso balneare El Tephé, è stata spostata a Tepeji. Ieri, a mezzogiorno, si era fermato lì solo per ricevere il saluto di centinaia di indigeni, ma non aveva parlato, poi si è spostato in questa località prossima a Querétaro.

I compagni del nord della Valle del Mezquital farebbero bene a dire ai compagni di El Tephé che cosaè successo invece di tenerlo nascosto”. Il disaccordo tra l’altra campagna ed alcuni dirigenti locali è dovuto al fatto che questi ultimi avevano nascosto la loro militanza perredista per loro speculazioni all’interno dell’altra campagna che, come è stato ripetuto, non si lega a movimenti e dirigenti che abbracciano le proposte dei partiti in questo anno di elezioni federali

Abbiamo rispettato un comportamento minimo di cortesia per salutare la gente che si era riunita. Ma vi diciamo un’altra volta che l’altra campagna è
un’altra campagna. Non ci impressionano portando con auto e camion gente prezzolata. Questo è quello che fanno i partiti politici. Noi vogliamo parlare con i compagni e le compagne ed ascoltarli. Arriverà il momento delle grandi mobilitazioni, ma la gente che ci sarà lo farà per convinzione e senza inganni. Fin da quando è uscita la Sesta Dichiarazione si è detto che in nessun modo avremmo permesso che la nostra causa fosse usata dai partiti politici, tanto meno da quelli che ci hanno sparato addosso, torturato, sequestrato ed hanno approvato leggi che ci hanno spinto sull’orlo della guerra, come il PRD
”.

Il delegato zapatista ha annunciato che tra qualche mese da queste parti di Hidalgo verranno i comandanti e le comandanti dell’EZLN per la tappa successiva dell’altra campagna. Ha chiesto scusa alla gente di Ixmiquilpan che ha dovuto spostarsi da El Tephé a Tepeji. “Lo avete fatto con molto coraggio, spirito di lotta, che era quanto ci aspettavamo”.

All’inizio di quest’ultima sessione in territorio hidalguense, il subcomandante Marcos aveva letto un comunicato in cui denunciava molti episodi di ostilità e repressione contro aderenti dell’altra campagna, in particolare in Chiapas e Oaxaca. Anche qui è stato comunicato con preoccupazione che a due giorni dall’incontro con aderenti a Zapotlán de Juárez, si è creato un clima di vigilanza e minaccia in questo centro abitato.

Domani il delegato Zero si trasferirà a Querétaro, undicesimo stato dell’itinerario nazionale dell’altra campagna.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

logo

Indice delle Notizie dal Messico


home