da La Jornada di venerdì 2 giugno 2006
Centro Fray Bartolomé: promesse e repressione, uniche risposte ai disastrati
Prenderà da 10 a 20 anni recuperare le terre rovinate da Stan in Chiapas
Semarnat calcola che si sono persi da 58.929 ettari
Il Fisco nega risorse sufficienti per il rimboschimento

ANGELES MARESCAL - CORRISPONDENTE

Tuxtla Gutierrez, Chis, 1º Luglio - Per recuperare le terri fertili spianate da Stan in Chiapas ci vorranno dai 10 ai 20 anni, hanno sostenuto le autorità ambientali, che hanno detto che il rimboschimento incomincerà a luglio, ma c'è un deficit di circa 50 milioni di piante per riuscirci.

Valutando i danni laciati da Stan in Chiapas, la Segreteria di Ecosistema e Risorse Naturali (Semarnat) ha detto che si sono persi 58.929 ettari, equivalenti a 2,5 milioni di tonnellate di terra fertile.

Attraverso la Commissione Nazionale di Aree Naturali Protette (Conanp) e la Commissione Nazionale Forestale (Conafor), la dipendenza ha diagnosticato che questo danno è stato dovuto alla deforestazione delle zone alte, nella sierra che corre parallela alla costa chiapaneca.

I 43 fiumi che scendono verso il mare nascono nella sierra. Dato che la vegetazione viene distrutta ad un ritmo di un 9 per cento annuo per quanto riguarda le aree boscose e di 1,2 per cento per le selve, secondo la Conanp si sono dileguati i contenitori naturali delle acque che scendono direttamente alla piana costiera, trascinandosi dietro i pendii e lasciando sedimenti di sabbia sulle aree coltivate.

Le autorità statali e federali hanno annunciato un progetto di rimboschimento, di recupero del suolo e di riabilitazione, oltre che di restaurazione degli alvei naturali dei fiumi. Hanno esposto anche un progetto di recupero dell'ecosistema in sei anni, ma i lavori non sono ancora iniziati.

I primi problemi sono cominciati quando la Segreteria del Tesoro e Credito Pubblico ha autorizzato solo 20 dei 742 milioni di pesos che la Conafor aveva chiesto per il recupero di boschi e selve. Con la somma autorizzata dal governo federale si riuscirebbe a rimboschire solo 8.500 ettari.

Oggi i titolari della Conanp e della Conafor in Chiapas, Adrián Méndez e Carlos Hernández, hanno dichiarato che i lavori inizieranno a luglio.

Il progetto totale di rimboschimento comprende la semina di 70 milioni di alberi e piante, dei quali per ora ce sono solo 25 milioni, per cui hanno proposto un ampliamento dei vivai nello stato per non dover comprare i semi dal Costa Rica, il che eleverebbe i costi.

I funzionari hanno preferito non commentare i problemi provocati dalla scarsità di risorse per il recupero dell'ecosistema, anche perchè siamo all'inizio di una stagione di piogge che si prevede uguale o più intensa di quella del 2005.

Carlos Hernández, della Commissione Nazionale Forestale, ha sostenuto che l'unica certezza è che 'se non ci sono intoppi addizionali'', come nuove slavine ed inondazioni, il danno attualmente verificato nella sierra, nella costa e nel Soconusco si potrebbe riparare in un periodo da 10 a 12 anni. "Anche se in realtà il processo di recupero totale delle zone danneggiate può arrivare ai 15/20 anni".

(...)

Il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas (CDHFBC) ha informato che da gennaio ad oggi ci sono state più di 100 mobilitazioni per richiedere ai governi statale e federale attenzione per i disastrati dall'uragano Stan, ma non c'è stata risposta.

''Continua ad esserci una politica di promesse, più che di attenzione e di risposte dirette. La cosa peggiore è che si siano obbligati i disastrati a realizzare proteste affinché le loro richieste fossero ascoltate e la risposta è stata quelli di operativi polizieschi ed arresti" ha affermato Blanca Martínez, direttrice dell'organismo, con sede in San Cristóbal de Las Casas, Chiapas.

In un'intervista ha denunciato che la repressione contro coloro che protestano ''obbliga la gente a sedersi a negoziare, in condizioni sfavorevoli. È qualcosa che non può essere negoziabile, visto che è responsabilità del governo rispondere a queste richieste".

Il che dimostra che "non si è imparata la lezione. È che si amministrano i conflitti, le rivendicazioni sociali, con altri interessi che non sono quelli dei cittadini, invece di offrire una soluzione integrale".

"Siamo molto preoccupati perché le piogge sono già qui ed è molto facile che tornino a fare danni che non desideriamo, ma nelle condizioni di rischio in cui si trova la maggioranza dei disastrati la situazione può solo peggiorare", ha sottolineato Martínez.

(Luis A. Boffil, Hugo Martoccia, René A. López ed Elio Henríquez)

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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