La Jornada - Lunedì 2 gennaio 2006
Chiede a Fernando Yáñez di occuparsi dell'ufficio di Enlace Zapatista durante il viaggio
MARCOS: IL PATTO DI CHAPULTEPEC, ANTITESI DELLA SESTA DICHIARAZIONE

HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

San Cristobal de las Casas, Chis. 1º gennaio - "Possiamo dire che forze congiunte dell'Altra Campagna hanno preso e occupato la città da San Cristóbal de las Casas", ha detto questa sera il subcomandante Marcos davanti a migliaia di persone nel centro di questa città.

Secondo Marcos, "il principale destinatario della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, ha confermato ricevuta solo alcuni mesi dopo la sua emissione. Il gran potere del denaro in Messico ha firmato quello che può essere definita la controdichiarazione della Commissione Sesta e che è comunemente noto come il Patto di Chapultepec".

Questo, in una manifestazione affollatissima che ha riempito la piazza di San Cristóbal de Las Casas, in particolare la piazza antistante la cattedrale che era già stracolma di società civile, organizzazioni indigene e visitatori di diversi paesi quando sono arrivate le basi di appoggio ed il comando dell'EZLN.

Verso le 19, molte migliaia di indigeni, basi di appoggio dell'EZLN, hanno cominciato a camminare dall'incrocio all'uscita verso Tuxtla Guitérrez fino alla piazza centrale di questa città. Con davanti il subcomandante Marcos, circondato da centinaia di indigeni zapatisti, la marcia ha percorso Avenida Insurgentes, ed a causa delle migliaia di persone non tutti i manifestanti ribelli hanno trovato posto nella piazza e sono rimasti nelle strade limitrofe.

Il soprannominato delegato Zero ha esordito dicendo: "Voglio invitare a salire qui con noi una persona che è stata molto importante nella storia dell'EZLN. A lui si deve il seme originario. Io personalmente gli devo più della vita, l'avere mostrato la rotta, il passo e la destinazione. Alcuni di voi lo conoscono come l'architetto Fernando Yáñez. Noi zapatisti lo conosciamo e riconosciamo come il comandante Germán".

"Gli abbiamo chiesto di occuparsi dell'ufficio di Enlace Zapatista che sarà il mezzo attraverso cui l'EZLN e la sua Commissione Sesta saranno in contatto con tutti gli altri compagni e compagne dell'Altra Campagna. Ci aiuterà anche nelle relazioni che abbiamo con organizzazioni politiche di sinistra anticapitalista in Messico e nel mondo".

Subito dopo ha dichiarato: "Le mie prime parole sono solo per i miei compagni e compagne dell'EZLN".

Quindi ha pronunciato quella che ha definito "la nostra piccola parola" in lingua tzeltal ed ha citato tutti i componenti dell'EZLN, le loro comunità, governi autonomi ed unità combattenti come i creatori di questo messaggio.

"Incominciamo a camminare per mantenere la nostra promessa pronunciata con la Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona. A me tocca uscire per primo per vedere com'è la strada che percorreremo e se ci sono pericoli, ed imparare a riconoscere il volto e la parola di chi è compagno e compagna. Per unire la nostra lotta zapatista con la lotta dei lavoratori della campagna e della città nel nostro paese che si chiama Messico".

Accompagnato dai comandanti Tacho, David, Zebedeo, Hortencia, Kelly e molti altri, e davanti a migliaia di basi di appoggio dell'EZLN, il subcomandante Marcos ha dichiarato: "Se mi accadrà qualcosa di brutto, sappiate che è stato un orgoglio lottare al vostro fianco. Voi siete stati i migliori maestri e dirigenti e sono sicuro che continuerete a portare avanti sulla buona strada la nostra lotta, insegnando a tutti ad essere migliori con la parola dignità.

Noi siamo vento. Non temiamo di morire nella lotta. La buona parola è oramai stata seminata nella buona terra. Questa buona terra è il vostro cuore, e in lui già fiorisce la dignità zapatista".

Rivolgendosi ai compagni e compagne dell'Altra Campagna, Marcos ha detto: "Voglio portare qui la memoria di un compagno caduto 12 anni fa nelle prime ore del 1º di gennaio del 1994, che aspettava questo giorno in cui la parola dell'EZLN fosse accompagnata da uomini e donne, bambini, anziani, organizzazioni, collettivi, gruppi che non sono solo membri dell'EZLN.

Col suo nome voglio portare la memoria di tutti i compagni e le compagne che sono caduti in questi 12 anni di lotta. Porto la memoria e chiedo un minuto di silenzio per tutti i compagni caduti nel nome del compagno subcomandante insurgente Pedro".

Dopo l'impressionante silenzio nella piazza, ha proseguito: "Mentre eravamo in corteo e raggiungevamo il viale, le autorità spegnevano le luci della strada. Di questo si tratta. Là in alto tentano di oscurarci. Non sto parlando dell'EZLN, ma di altro nostro, dell'Altra Campagna.

E come siamo avanzati in questo tratto oscuro, a poco a poco, lentamente, badando ai nostri passi, così sarà l'inizio dell'Altra Campagna. Arriverà il momento in cui si arrenderanno e le luci resteranno accese ma con una nuova lucentezza, quella che noi possiamo dare con le nostre lotte e le nostre parole che vanno dagli uni agli altri, in basso, e a sinistra".

Castelli e palazzi

Il subcomandante Marcos ha affermato che "il principale destinatario" della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona "ha confermato ricevuta" alcuni mesi dopo la sua emissione. "Il gran potere del denaro in Messico ha firmato quello che può essere definita la controdichiarazione della Commissione Sesta e che è comunemente noto come il Patto di Chapultepec. Firmato in questo castello. Prima la classe politica messicana si era riunita, convocato ed esibita in tutta la sua ridicola apparenza nel Palazzo delle Belle Arti. Chi ora ci sta chiedendo di dimenticare le nostre necessità, le nostre lotte, e che mettiamo tutto al loro servizio affinché loro decidano per noi, si riuniscono lì, nei castelli e nei palazzi di questo paese".

L'Altra Campagna e la Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, ha detto, "hanno definito chiaramente qual'è la nostra destinazione e quale la nostra rotta. Nostre, di tutti. Adesso possiamo dire che il 1º gennaio del 2006, forze congiunte dell'Altra Campagna hanno preso e occupato la città da San Cristóbal de Las Casas, simbolo della superbia e dell'orgoglio dell'alto.

Vogliamo salutare in particolare i nostri fratelli indigeni della colonia La Hormiga che sono stati espulsi delle loro comunità per differenti credo o pratiche religiose. E questa città li ha relegati ai margini, dimenticando che questi fratelli, insieme agli zapatisti, hanno costruito questa cattedrale, questo palazzo, hanno costruito queste case nelle quali non possono entrare".

Ha aggiunto che l'Altra Campagna "si propone di ascoltare tutti quelli che muovono le macchine e partoriscono i frutti della terra. Quelli che portano servizi e prodotti in tutte le parti ed alla fine rimangono senza niente".

Ha ribadito che, nonostante la grande concentrazione di questa notte, l'Altra Campagna si dirigerà verso incontri piccoli e diretti. Ha detto che gli zapatisti "ci stiamo mettendo tutto quello che abbiamo, la vitaè il meno. La nostra autorità morale, il nostro prestigio, quello che abbiamo raggiunto è tutto in questa iniziativa".

Ha citato le giunte di buon governo, e le forze combattenti, "migliaia di uomini e donne" che si trovano ancora in allerta rossa, e che "non sono entrati nell'organizzazione in massa", ma dal loro posto di lavoro, dove si vive il saccheggio ed il disprezzo capitalista.

Ha ringraziato quelli che hanno aderito alla Sesta e "sono ormai nostri compagni". Il delegato Zero "preferirà ascoltare quelli che hanno già sottoscritto la Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona". E a questi si è rivolto alla fine.

"La nostra priorità è diventare compagni", perché "dalla conoscenza nasce il rispetto".

Per la prima volta ha concluso una commemorazione del 1º gennaio, non al grido di "viva l'EZLN!", ma con "viva l'Altra Campagna!"

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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