La Jornada - Mercoledì 1° novembre 2006
In Messico la polizia uccide i viola chi lotta per i propri diritti”, denunciano
Nelle città italiane chiedono che si ponga fine alla repressione a Oaxaca

GLORIA MUÑOZ RAMIREZ - Speciale

Roma, 31 ottobre - Al grido di "Fox, boia!", un gruppo di attivisti ha manifestato oggi nel centro di questa città per chiedere, tra altre domande, che il governo italiano "eserciti pressione" sul presidente messicano "affinché colpisca i gruppi paramilitari assassini a Oaxaca e non i lavoratori in lotta".

Di fronte alla sede dell'associazione Nessuno Tocchi Caino" che recentemente ha concesso al presidente Vicente Fox il premio come "abolizionista dell'anno", per il suo contributo all'opposizione alla pena di morte nel mondo, gli attivisti hanno chiesto che gli sia ritirato questo riconoscimento poiché "in Messico la polizia uccide e viola chi lotta per i propri diritti".

La protesta si è svolta nel frequentato viale Torre Argentina, di fronte agli uffici di questa associazione dei diritti umani vicina al Partito Radicale. Con vernice rossa, in allusione al sangue versato a Oaxaca, hanno plasmato sui nei muri le scritte: "Fox, assassino", "Oaxaca, resiste", e "Nessuno tocchi Oaxaca", mentre distribuivano volanti ai passanti per spiegare la situazione attuale in quello stato del sud del Messico.

Poi la protesta si è trasferita in Piazza Argentina (ubicata sulle rovine di un tempio romano). Qui hanno proseguito la diffusione di informazioni sulla repressione istituzionale esercitata contro il movimento guidato dall'Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca (APPO) e dal magistero.

Per il quarto giorno consecutivo sono proseguite le proteste dal nord al sud d'Italia. A Napoli un gruppo ha realizzato la presa simbolica del consolato del Messico, dove ha collocato due grandi striscioni con le scritte: "La repressione non ci fermerà" e "Fermiamo il massacro a Oaxaca".

Per alcuni momenti la bandiera dell'EZLN è sventolata dal balcone degli uffici diplomatici messicani, dove i rappresentanti hanno brillato per la loro assenza. Tra i passanti, gli automobilisti e motociclisti è stato distribuito un volantino informativo nel quale si chiede la "fine della repressione a Oaxaca; la liberazione dei 'detenuti politici' di Atenco e Oaxaca; l'uscita della Polizia Federale Preventiva (PFP) e dei militari; il rispetto dei diritti umani e la libertà di espressione in Messico, e la definizione e punizione dei responsabili degli omicidi commessi contro i membri della APPO.

A Bologna, a nord d'Italia, il consolato messicano si è svegliato con macchie di vernice e chiuso con un lucchetto. A mezzanotte un gruppo di attivisti ha compiuto un'azione diretta nell'ufficio della rappresentazione messicana, dove hanno rovesciato vernice rossa sui muri, il selciato ed il portone principale, ed oltre a collocare un lucchetto hanno appeso cartelli con le scritte: "Chiuso per violazione dei diritti umani", "Oaxaca, resiste" e "Fuori Ulises Ruiz".

Sotto la porta hanno lasciato un comunicato nel quale segnalano: "Il nostro cuore batte col popolo di Atenco, con i popoli di Oaxaca, con qualunque persona che cerchi di attraversare le frontiere e con le persone che si oppongono all'esercizio del potere per il potere". L'azione è stata firmata da "I fratelli e le sorelle del movimento popolare di Oaxaca".

D'altra parte, in risposta all'appello alla mobilitazione lanciato dalla Commissione Intergalattica dell'EZLN, si aspettano manifestazioni in diverse città europee. A Roma, il prossimo giovedì si realizzerà un concentramento davanti all'ambasciata del Messico in questa città, convocata da diversi collettivi che segnalano che "in questo momento è necessario sostenere la mobilitazione in solidarietà con la APPO ed esercitare pressione su scala internazionale per fermare la repressione".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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