il manifesto - 1° agosto 2006
La lunga marcia del «fraude»
Poteri forti, fiumi di dollari, guerra di calunnie su radio e televisioni... Ma per battere «Amlo» è servito il trucco
Claudio Albertani

Ciò che sta succedendo in Messico è sintomatico. Un paio d'anni d'anni fa, una serie di «poteri forti» messicani presero la decisione di impedire che il candidato del centro-sinistra, Andrés Manuel López Obrador, detto Amlo, diventasse presidente. In marzo i sondaggi gli davano però 10 punti di vantaggio sul candidato della destra Felipe Calderón. Il presidente Fox bruciò allora 150 milioni di dollari dell'erario pubblico in spot pubblicitari accusando Amlo di essere un pericolo pubblico. Timorosi di perdere anche una virgola di privilegio, i grandi monopoli (Wal-Mart, Coca-Cola, Fiesta Mexicana, Sabritas, Jumex...) si unirono alla crociata facendo correre fiumi di dollari, mentre le catene radio e tv avviavano una guerra di calunnie ottenendo nuovi e scandalosi privilegi.

Niente da fare. A fine giugno le distanze si erano ridotte, però Amlo si manteneva in testa. A quel punto bisognava prendere una decisione e l'Istituto federale elettorale (Ife), mescolando tecniche di contraffazione antiche e moderne, ha organizzato quella che la sinistra messicana chiama el fraude: il 2 luglio, giorno delle elezioni, l'Ife ha aggiudicato la vittoria a Felipe Calderón per un pugno di voti.

Era la vecchia scommessa sulla servitù volontaria: di fronte al fatto compiuto, il popolo avrebbe magari protestato ma alla fine avrebbe chinato la testa. Grave errore. Invece di diminuire l'indignazione non ha fatto che aumentare, e Lopez Obrador l'ha radunata in piazza, organizzata e gestita. Sabato 8 luglio, alla prima «assemblea informativa» convocata da Amlo in piazza della Costituzione, si sono presentate 500mila persone. Domenica 16 luglio, erano un milione e mezzo; domenica 30 luglio oltre 2 milioni, secondo il quotidiano La Jornada. La più grande dimostrazione politica della storia del paese.

Nel frattempo, sono giunte ampie tracce della frode elettorale. In primo luogo, un gruppo di studiosi dell'università nazionale (Unam) ha denunciato l'incoerenza matematica tanto dei risultati preliminari come di quelli definitivi presentati dall'Ife. Inoltre, si sono moltiplicate le testimonianze che parlano di furti di urne, compra-vendita di voti, nomi tolti o aggiunti dalle liste elettorali, persone cui è stato impedito di votare. Secondo la denuncia presentata al Tribunale elettorale - cui spetta dichiarare chi sarà il prossimo presidente, oppure annullare le elezioni entro il 6 settembre - in 70mila dei 133mila seggi si sono verificate delle illegalità. Ce n'è per annullare le elezioni, ma Amlo, che è sicuro di aver vinto, chiede unicamente un nuovo conteggio, urna per urna, voto per voto.

La destra la presenta come una pretesa stravagante, tuttavia un sondaggio dell'impresa Ipsos-Bimsa rivela che il 48% dei cittadini messicani è d'accordo e che solo il 28% è contrario, mentre il resto è neutrale.

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