La Jornada - lunedì 31 ottobre 2005
Peter Rosset *
Visita ad un altro pianeta

Ieri sera sono tornato sul pianeta Terra: alla realtà di un mondo neoliberale. Ero stato alcuni giorni in quell’altro pianeta chiamata Cuba, giusto in ottobre, durante i preparativi per l'eventuale arrivo sull'isola dell'uragano Wilma. Quando sono partito mi ero portato dietro l’immagine del presidente Fox a Salamanca mentre diceva che il Messico non aveva bisogno di aiuto (malgrado in Chiapas, dopo il passaggio di Stan, molte persone da più di una settimana non avessero ricevuto dal governo né acqua né alimenti), così come quella dell'inettitudine e dell'assoluta mancanza di interesse che ha dimostrato il presidente Bush verso la gente di New Orleáns, colpita da Katrina.

La prima cosa che ho notato a Cuba è che tutto il mondo è meteorologo, ma proprio tutto, sia il tassista che l'insegnante, il contadino come la cameriera. Se si domanda a qualsiasi persona, "che succederà col ciclone?", si riceve una spiegazione scientifica particolareggiata su fenomeni anticiclonici, fronti di alta pressione, correnti del mare, blocchi di aria di differenti temperature, eccetera. Non ho tardato molto a rendermi conto del perché: ogni volta che un uragano si avvicina all'isola, la televisione trasmette lunghi documentari, quasi come se tenesse un corso universitario in meteorologia, in cui si affrontano i minimi dettagli dei pronostici con tutti gli scenari possibili o potenziali. Uau! I responsabili della televisione trattano la gente da persone intelligenti; nulla che assomigli al trattamento da idioti utilizzato dalla programmazione capitalista di Messico e Stati Uniti. C'è un enorme rispetto della popolazione.

Giorni prima dell'attesa Wilma, mi sono sintonizzato con la radio: "Si chiede a tutti i pompieri volontari che si presentino al loro posto per iniziare l'evacuazione di tutte le persone che vivono nelle zone basse". Uscendo in strada ho visto squadre che rinforzavano pali della luce per evitare che fossero divelti. Pranzando con l'addetto all’agricoltura urbana che fornisce di frutta e verdura gli abitanti di L'Avana, mi ha spiegato come il comune assicura il trasloco delle posturas (pianticelle prodotte in semenzaio per il trapianto nel campo) di ortaggi come il pomodoro e la paprica, a magazzini e posti protetti affinché gli agricoltori possano trapiantare le loro semine il giorno dopo il passaggio dell'uragano e così perdere il meno possibile del loro raccolto e guadagno. Nonostante questa importante misura preventiva, suppongo che subiranno lo stesso una perdita economica di alcune settimane, però mi spiega che non è così, perché "ogni mese tutti pagano una quantità minima per assicurare il raccolto, il che li copre da tutti i rischi e permette loro di recuperare le entrate e gli investimenti persi" (in altri paesi invece ciò che succede è che l'assicurazione sui raccolti, se c’è, copra non oltre del 10 per cento dei produttori, che normalmente sono i più ricchi).

Tutti quanti sono nella difesa civile. In ogni posto di lavoro ci sono persone designate per i preparativi per proteggere l’impianto. In ogni isolato una casa è designata per la coordinazione delle azioni di difesa civile prima, durante e dopo la tormenta. In ogni quartiere una casa è designata come posto di comando del quartiere. Ogni persona ha la sua funzione durante i disastri, l'ha provata, agisce con responsabilità ed i vicini cooperano.

Decido di tornare anzitempo in Messico. Anche se sono nel paese più preparato al mondo in materia di disastri naturali, recentemente premiato dall'ONU, per quale motivo rimanere nella tormenta se non è necessario? Accendo la televisione prima di andare all'aeroporto. Spiegano che hanno già evacuato più di mezzo milione di persone. Non le mettono in accampamenti sotto teloni di plastica, no, nelle università e nelle scuole; rimandano a casa gli studenti internati (quelli che vivono in zone sicure) ed utilizzano i dormitori degli studenti per le famiglie sfollate. Mettono le cucine e caffetterie a lavorare; cibo gratis per gli sfollati. Per ogni 100 famiglie, un medico evacuato con loro, che vive con loro, curandoli. Evacuazioni speciali per donne incinte, anziani e bambini. La gente viene evacuata coi suoi elettrodomestici affinché non si debba preoccupare per i suoi beni di maggior valore. E, per incredibile che possa sembrare, insieme alle persone sono stati evacuati 300mila animali!

Sento che sono astronauta in visita su un altro pianeta, dalla civiltà esotica, il cui governo si preoccupa per la gente e dove la vita umana vale più della proprietà privata. Purtroppo il mio tempo era scaduto ed ho dovuto ritornare al pianeta Terra, alla triste civiltà (se davvero si merita questa definizione) dell’Homo capitalistus. L'aeroplano è atterrato in Messico e mi sono svegliato dal sogno: sto nel "mondo libero". Scusa, libero di che?

* Specialista in politiche di sviluppo agropecuario e codirettore dell'Institute for Food and Development Policy, noto come Food First, in Oakland, California, Stati Uniti (http://www.foodfirst.org)

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

logo

Indice delle Notizie dal Messico


home