www.resistenze.org - popoli resistenti - Messico
fonte SolidNet - http://www.solidnet.org - 29/12/05
dal PC - Messico - http://www.comunistas-mexicanos.org, mailto:comunista@prodigy.net.mx

Appello per il II Congresso Nazionale del Partito dei Comunisti

Partito dei Comunisti

Solo nel socialismo un altro mondo è possibile!

Alla classe operaia,
Ai lavoratori di città e campagna,
Ai lavoratori della scuola, intellettuali ed artisti,
Ai popoli indigeni
Alle donne ed i giovani:

Due anni fa, il 26 e 27 di Julio del 2003, attraverso un processo unitario di azione ed analisi circa i problemi del Messico e del mondo, sulla base della condivisione della validità delle idee comuniste e della teoria marxista-leninista, i comunisti hano raggiunto il traguardo di un nuovo partito.

Questo partito rivoluzionario della classe operaia, il Partito dei Comunisti, si è costituito perché i lavoratori prendano il potere e costruiscano il socialismo. La base ideologica della sua creazione è un'irrinunciabile identità comunista che parte della concezione materialista della storia, i principi del socialismo scientífico e l’internazionalismo proletario; la nostra azione programmatica oltre ad incentrarsi nella questione del potere si muove nella strategia di articolazione dell’unità di classe e nell’unità più ampia contro il neoliberalismo e l’imperialismo; per i comunisti del nostro Messico la guida nell’azione consiste nell’eredità di Carlo Marx, Federico Engels, Vladimir Ilich Lenin, e di quei rivoluzionari proletari che nei secoli XIX e XX hanno lottato per l’emancipazione dell’umanità.

Dalla nostra recente fondazione, avvenimenti politici di carattere storico si sono succeduti spingendo velocemente la nostra organizzazione. Di fronte alla realizzazione del nostro II Congresso Nazionale è necessario ricontarsi. Prima, tuttavia, è necessario ribadire che il nostro processo unitario si sviluppa e consolida con successo, rompendo con la tradizione della dispersione e la divisione del movimento rivoluzionario messicano.

Dopo solo alcuni mesi di vita partecipiamo ad un processo di lotta di massa contro le riforme strutturali, e la politica neoliberale. Le Carovane del movimento operaio, contadino e popolare hanno percorso le strade della patria e sollevato mobilitazioni che hanno ostacolato l’applicazione dell’IVA ad alimenti e medicine; nel mezzo delle memorabili giornate di novembre del 2003, il Partito dei Comunisti ha lanciato la sua richiesta di dimissioni di Vicente Fox, atteggiamento politico che a suo tempo ha mostrato la giustezza, perché ha aperto possibilità di ordine tattico nella lotta contro lo Stato ed il suo governo. Da quelle giornate di Novembre sono nati due strumenti di mobilitazione per l’unità e l’azione: il Fronte Sindacale Contadino Sociale Indigeno e Popolare ed i Comitati di Difesa Proletaria.

Affrontiamo insieme al popolo il governo, che supino all’imperialismo ha cercato di rompere gli storici legami con Cuba Socialista. Il ripristino delle relazioni diplomatiche è stata una vittoria dei messicani, a beneficio della nostra indipendenza e sovranità.

Le massiccie mobilitazioni di rifiuto al sistema hanno fornito spazi per riflettere circa il da farsi, è il caso dei Dialoghi Nazionali che hanno dato un frutto: il programma minimo, non negoziabile, che sottoscrive le basi per sviluppare una rottura effettiva col neoliberalismo: la cancellazione del Trattato di Libero Commercio e il rifiuto del pagamento del debito estero.

Questo processo di lotte unitarie e di massa si fortifica con la VI Dichiarazione della Selva Lacandona dell’EZLN e L’altra campagna. Quest’iniziativa, a cui partecipiamo, non permette solo di confrontare la successione presidenziale e l’integrazione della seguente Legislatura del Congresso dell’Unione, processo elettorale dominato dal neoliberalismo sotto diverse vesti, tali da generare confusione ideologica circa la supposta bontà della cosiddetta sinistra istituzionale, la sinistra sistemica; inoltre stiamo costruendo un’alleanza delle forze classiste e radicali per l’elaborazione di un’alternativa con chiara definizione anticapitalista

In questo breve periodo di vita del nostro partito i cambiamenti nel mondo sono stati molto positivi.

L’ondata di disubbidienza ed insubordinazione in America Latina si mantiene in crescita. La lotta dei popoli ha seppellito l’Alca a Mar della Plata, in Argentina; le proteste popolari crescono di fronte al fallimento del capitalismo. In Colombia a dispetto del governo paramilitare e la stessa presenza delle truppe nordamericane, continua a sventolare la vittoriosa bandiera delle FARC-EP.

Nel Venezuela Bolivariano tutto il popolo è entrato nella dinamica del dibattito sull’alternativa, non solo la propria, ma per tutti i popoli. Il Presidente Hugo Chávez propone al mondo che si discuta di socialismo come percorso vitale per il genere umano, di fronte alla barbarie e alla decadenza del capitalismo. La Rivoluzione Cubana prosegue a passo sicuro sul il sentiero della giustizia sociale, la crescita culturale, i veri diritti umani e la piena democrazia, alla vigilia dei 50 anni - il 2 Dicembre del 2006 - dalla spedizione del Granma, che partendo da Tuxpan Veracruz non si è più fermata un istante nel suo processo di liberazione e ferma decisione nel costruire il socialismo.

Ovunque sono state riprese le idee di unità latinoamericana che sostennero gli eminenti delle prime indipendenze: Hidalgo, Morelos, Bolivar, San Martín Juárez, Martí, che ora sono visti come esempio e guida.

La disobbedienza civile cresce nella stessa Unione Europea; non hanno respinto solo il progetto costituzionale del capitalismo; l’ingiustizia produce insurrezioni come quella di Parigi.

Quello che l’imperialismo ha pensato che sarebbe stata una passeggiata domenicale si è trasformato nel suo incubo maggiore; in Iraq ed Afghanistan non sono riusciti a raggiungere gli obiettivi. L’arrogante disprezzo per i popoli non permette loro di vedere che sono proprio quelli gli attori della storia, e che la storia non è determinata dalla capacità distruttiva del potere del denaro, ma dai principi di libertà, indipendenza, emancipazione. L’umanità ha un grande debito col popolo iracheno, che con la sua resistenza fino ad ora ha frustrato il sogno dell’IV Reich di attaccare militarmente più popoli, alimentato dalla dottrina degli attacchi preventivi.

L’incapacità del capitalismo di affrontare i gravi problemi che genera, sono stati evidenti durante il disastro naturale provocato da Katrina. La logica dei profitti di questo sistema, che distrugge l’ecosistema, crea le condizioni per questi disastri naturali.

La controrivoluzione trionfante 15 anni fa ci ha scavato la tomba, ma oggi in quella tomba ci sono solo i cadaveri della deideologicizzazione e della fine della storia, le tesi di Fukuyama. Le piccole fiammelle della resistenza di allora, sono oggi grandi fiamme di lotta presenti non solo nella periferia ma nelle principali metropoli del sistema capitalista.

Così come diciamo noi comunisti del Messico nel nostro Congresso di Unità: stiamo passando dalla resistenza all’offensiva.

Questa offensiva ha come elemento fondamentale il protagonismo dei popoli, degli sfruttati, dei paria della terra; ma per trionfare sono necessari altri due elementi: l’alternativa e lo strumento; più precisamente, l’alternativa comunista ed il partito rivoluzionario.

Un partito non è rivoluzionario soltanto perché farcito di ideologia rivoluzionaria, ma perché anche la sua strategia e la sua tattica devono essere rivoluzionarie, proprio ciò che sta al centro della discussione del II Congresso Nazionale del Partito dei Comunisti.

Dopo un vuoto decennale, noi marxisti-leninisti abbiamo bisogno di contare su di una linea politica, dato che la nostra, quella del XX secolo, è caduta in disuso vari anni fa.

L’essenza di quella che proponiamo oggi indica la centralità della lotta politica fuori dalla carreggaita dell’istituzionalità borghese, nella lotta extraparlamentare, principalmente in ciò che denominiamo mobilitazione rivoluzionaria di massa. Pensiamo che senza il protagonismo diretto della classe operaia e di tutti i lavoratori, come suoi alleati storici e di contesto, è impossibile qualunque accumulazione offensiva per la conquista del potere politico, per la nuova rivoluzione; senza scartare altre forme di lotta riteniamo che oggi questa è la principale, perché mobilita, organizza ed eleva coscienza e fiducia nella potenzialità della forza dell’unità degli sfruttati; inoltre le importanti battaglie condotte contro le privatizzazioni nel 1999, hanno dimostrato la sua validità.

Quella discussione, che è già nelle delle cellule del Partito dei Comunisti, la proponiamo a tutta la classe operaia, al movimento rivoluzionario, a tutto il popolo del Messico.

Perciò ha prevalso nel Comitato Centrale del PC l’idea di realizzare il II Congresso nel vivo degli avvenimenti politici del 2006, il 18 e 19 di Marzo a Città del Messico; quando gli stessi comunisti saranno impegnati nelle attività de L’altra campagna.

Invitiamo a questa discussione, con più fiducia che mai nel progresso e futuro dell’umanità; con più fiducia che mai nel progetto comunista; con più fiducia che mai nell’attore della rivoluzione: la classe operaia.

Invitiamo i lavoratori ad entrare nel Partito dei Comunisti e ad essere parte del processo di trasformazione storica che si apre alla vigilia dei 100 anni dallo Sciopero di Cananea che simbolizza l’irruzione del proletariato nella vita del Messico; 100 anni da che la classe operaia potesse contare sul suo primo programma politico elaborato nelle condizioni della lotta clandestina contro la dittatura di Porfirio Díaz.

Richiamiamo all’unità e coordinamento delle forze rivoluzionarie del paese; i comunisti di altre organizzazioni, i sostenitori del socialismo.

Richiamiamo a formare i Comitati di Difesa Proletaria, strumenti di base per la lotta contro le riforme strutturali, in difesa dei diritti di classe.

Ci vedremo il 18 di Marzo del 2006 a Città del Messico, data storica per il proletariato del mondo e del Messico, perché nel 1871 iniziò la Comune di Parigi, primo governo della classe operaia e nel 1938 si conquistò l’indipendenza economica, quando i lavoratori in unità coi patrioti e rivoluzionari ottennero l’espropriazione dell’industria petrolifera.

Ci troveremo per decidere insieme il percorso di lotta per sovranità ed indipendenza, democrazia, rivoluzione e socialismo.

Proletari di tutti i paesi, unitevi!

Il Comitato Centrale del Partito dei Comunisti

(tradotto dal Ccdp)

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