La Jornada - Mercoledì 26 ottobre 2005
I RIBELLI "PRENDONO" I NOMI DELLE STRADE DI SAN CRISTÓBAL DE LAS CASAS
La via Ejército Nacional per qualche ora è stata "Matanza de Acteal"

ELIO HENRIQUEZ - Corrispondente

San Cristóbal de Las Casas, Chis., 25 ottobre - Diverse strade del centro storico di questa città oggi si sono svegliate con i nomi cambiati provocando lo stupore tra abitanti e turisti.

Al posto dei nomi ufficiali, sulle targhe originali sono stati posti cartelli con nomi di guerriglieri o attivisti sociali morti o scomparsi, prigionieri politici, o fatti di sangue come i massacri di Acteal e El Charco, o le donne assassinate a Ciudad Juárez.

Elementi di alcune organizzazioni ritengono che quest'azione potrebbe far parte della giornata di lotta proclamata dall'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) a settembre nella comunità La Garrucha, come parte delle azioni dell'altra campagna.

Durante la sessione plenaria realizzata dal 16 al 18 settembre, il subcomandante Marcos dell'EZLN aveva proposto agli aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona di realizzare dal 29 ottobre al 2 novembre, una giornata per "ricordare i nostri morti, scomparsi e prigionieri politici".

A giudicare dai nomi posti alle strade, sembrerebbe che quest'azione faccia parte di questa giornata che prevede eventi culturali ed artistici.

Nel pomeriggio, in vari angoli delle strade e viali del centro della città - da dove partirà l'altra campagna il primo da gennaio - si potevano vedere i cartelli bianchi con le scritte di colore nero, delle stesse dimensioni delle insegne ufficiali.

Così, via Ejército Nacional è diventata "Masacre de Acteal" facendo angolo con la strada "Muertas de Juárez (28 de Agosto)", ad un isolato dall'incrocio con "Preso Político Jacobo ERPI" e via "Digna Ochoa".

Il nome del subcomandante Pedro è stato posto in una via vicina allo zocalo. Altri nomi richiamavano membri dell'EZLN, come i miliziani Agenor, Horacio, Moisés, Arturo, Samuel, Camilo o Adán, che, dicono i cartelli, morirono nel 1994.

Durante la mattina il fatto è passato inosservato da parte delle autorità, ma nel pomeriggio i poliziotti municipali provvisti di scale da quattro metri hanno percorso la città per strappare uno ad uno le insegne poste sulle case coloniali mentre i passanti li osservavano e tentavano di indovinare a chi si riferivano i nomi, tra i quali uno dedicato a "Eduardo García", rinchiuso in qualche prigione di Madrid.

In altri punti della città sono stati incollati e distribuiti cartelli con la scritta "In basso e a sinistra c'è il cuore", che mostra una donna zapatista con un fiore e la Luna in alto. "Unisciti all'altra campagna", si dice più in basso, e nella parte inferiore ci sono tre candele.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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