La Jornada - Sabato 25 giugno 2005
Il sociologo statunitense presenta il suo libro La crisi strutturale del capitalismo
Wallerstein: ciò che deciderà l'EZLN sarà innovativo per Messico ed il mondo
Come nel 1994, ci sorprenderanno "con la loro iniziativa", prevede lo scrittore Carlos Aguirre
ELIO HENRIQUEZ - CORRISPONDENTE

San Cristóbal de Las Casas, Chis, 24 giugno - Non so che azione deciderà l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, EZLN, dopo la consultazione, ma sarà "importante ed innovativa per il Messico, per le elezioni presidenziali di 2006 e per quello che succederà dopo di queste”, ha sostenuto il sociologo statunitense Immanuel Wallerstein.

Durante la presentazione del suo libro La crisi strutturale del capitalismo, nella serata di giovedì, ha detto che il seguente passo che farà l'EZLN sarà "un'azione importante ed innovativa", non solo per il Chiapas e per il Messico, ma per il mondo.

Davanti a circa 200 persone che sono accorse ad ascoltarlo nell'auditorium del Centro Indígena de Capacitación Integral, Cideci Las Casas, Wallerstein, collaboratore de La Jornada, ha affermato che l'allatme rosso generale decretato lunedì dall'EZLN "segnala la fine di una prima tappa" per quel movimento, non solo in Chiapas ed in America Latina, ma in tutto l'orbe.

Nell’intervista seguita alla conferenza ha detto che pensa che ciò che decidono gli zapatisti "sarà capito dagli altri movimenti del mondo ed avrà un impatto importante su quello che tutto il mondo decide, farà parte di una consultazione mondiale virtuale".

Da 11 anni, cioè da quando apparvero pubblicamente, "gli zapatisti sono stati una forza politica chiapaneca, messicana e mondiale di importanza enorme".

Invitato di Contrahistoria che ha pubblicato il suo libro, e del Cideci Las Casas - Unitierra Chiapas - dove funziona il Centro di Studi, Informazione e Documentazione che porta il suo nome - il sociologo ha riaffermato il suo appoggio alla lotta dei popoli indigeni del Chiapas per una vita più giusta ed ugualitaria.

Rispondendo ad una domanda del pubblico circa la possibilità che l'EZLN potesse trasformarsi in forza politica, Wallerstein - una delle voci più critiche negli Stati Uniti – ha risposto che la partecipazione nella vita politica nazionale "è un'attività difensiva, per conservarsi un po' di spazio; non è la soluzione dei problemi, è un'attività importante, ma la cosa essenziale è creare la base o la ricostruzione della vita ordinaria attraverso i movimenti, mediante la vita quotidiana di ogni mondo".

Ripercussioni in Bolivia e Brasile

Il primo a prendere la parola dopo della presentazione del direttore del Cideci Las Casas, Raymundo Sánchez Barraza - che ha sottolineato la felice coincidenza della visita dello statunitense con la congiuntura che si vive in Chiapas -, è stato l'accademico e scrittore Carlos Aguirre Rojas che ha sostenuto che sicuramente "come ci sorpresero il primo gennaio del 1994, gli zapatisti ci sorprenderanno ancora un'altra volta con la loro nuova iniziativa".

Le azioni che deciderà d’intraprendere il gruppo ribelle nei prossimi giorni "avranno ripercussioni sul movimento in Bolivia, sui Senza Terra del Brasile" e su altri, si entrerà in un nuovo ciclo di lotte, perché con la sua entrata ad una nuova fase terminerà il ciclo iniziato il primo gennaio del 1994.

Non c’è il più piccolo dubbio che gli zapatisti torneranno a manifestarsi in una maniera contundente in quello che sarà, possiamo pronosticarlo, un nuovo primo gennaio 1994", ha sottolineato Aguirre Rojas.

Secondo lui, l'EZLN ha precisato che se il capo di Governo del Distretto Federale, Andrés Manuel López Obrador, arriva alla Presidenza della Repubblica, "non risolverà i problemi dei popoli indigeni, ma seguirà la stessa politica di Vicente Fox e di Ernesto Zedillo", e così potrebbero perdere tutto quello che hanno ottenuto fino ad oggi: "il dominio dello stato del Chiapas".

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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