La Jornada - Sabato 24 dicembre 2005
IN CHIAPAS, UNA FAMIGLIA SU TRE DIPENDE DALLE RIMESSE DAGLI USA
Angeles Mariscal - corrispondente

Tuxtla Gutiérrez, Chis., 23 dicembre - Una famiglia su tre di questa entità dipende economicamente dalle rimesse inviate dagli emigrati chiapanechi negli Stati Uniti, ed almeno il 79% di quelli che decidono di emigrare a quel paese non ritorna, secondo gli studi elaborati dal Consiglio Statale della Popolazione (Coespo).

L'età degli emigrati chiapanechi oscilla tra 15 e 35 anni, e se nei primi anni del fenomeno sociale quelli che abbandonavano i propri villaggi erano abitanti di municipi indigeni emarginati, attualmente escono dal Chiapas giovani universitari e professionisti che non trovano qui opportunità di lavoro.

Sulla base delle interviste realizzate, il dipartimento tecnico del Coespo rivela che "la popolazione degli emigranti in Chiapas è in forte crescita, e riguarda il gruppo di persone che va dai 14 ai 24 anni che non trovano opportunità di studio né di lavoro nell'entità".

A 15 anni dall'inizio dello studio di questo fenomeno nell'entità, si può ritenere che tutte le famiglie di classe media, bassa e ad elevata emarginazione, hanno qualche parente che lavora negli Stati Uniti o in qualche città sulla frontiera nord del paese.

Autorità del governo statale ammettono che l'aspettativa degli emigranti quando decidono di emigrare al vicino paese, è che in quel luogo avranno migliori opportunità di vita.

"Ormai non sono solo le persone che sopravvivono in condizioni di elevata emarginazione ad andarsene; ora emigrano anche coloro che hanno i soldi per viaggiare in aereo e credono che nelle città degli Stati Uniti vada meglio", spiega Carlos Videgaray, responsabile dell'Unità di Assistenza all'Emigrante (UAM).

Un esempio, dice, è il municipio La Grandeza, alla frontiera con il Guatemala. Lì il professor Noé Barrios González, direttore di una scuola primaria, racconta che almeno la metà degli alunni ha i genitori o qualche parente nel nord, ed ogni anno almeno due studenti li raggiunge.

Per Germán Martínez Velasco, segretario tecnico del Coespo, l'emigrazione non è un male, "poiché se la popolazione non se ne fosse andata, lo stato non riceverebbe le rimesse. L'emigrazione è una ricerca di opportunità che serve per incrementare le entrate economiche della famiglia e le condizioni economiche dello stato".

Alla fine di questo anno ci si aspetta che il Chiapas riceva rimesse per 650 milioni di dollari, che le autorità ritengono "un impatto economico importante" per l'entità. Secondo la Banca Mondiale, l'economia chiapaneca riceve giornalmente un milione e 755 mila dollari.

Il Coespo calcola che circa 220 mila famiglie, il 29% del totale nell'entità, traggano vantaggio dalle rimesse e ricevono in media 200 dollari mensili ognuna.

Se consideriamo che in Chiapas ogni famiglia è composta in media da cinque persone, si deve pensare che questi piccoli gruppi sopravvivono con 2 mila pesos che ogni mese vengono inviati dai loro parenti, aggiunge.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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