La Jornada - Venerdì 24 giugno 2005

Ritirano dossi in aree all’ingresso del territorio ribelle
Angeles Mariscal - corrispondente

Tuxtla Gutiérrez, Chis, 23 giugno - Il governo dello stato osserva un totale ermetismo rispetto alla mobilitazione massiccia di effettivi della Segreteria di Sicurezza Pubblica nella zona indigena de Los Altos. Ma ha pubblicizzato la velocizzazione della viabilità in quella regione che costituisce una delle porte d’ingresso all'area di influenza zapatista: si tratta del ritiro di più di 200 dossi lungo la strada San Cristobal-Palenque.

L'origine della mobilitazione di centinaia di poliziotti dei municipi di Chenalhó, Tenejapa ed altri de Los Altos rimane riservata. Il governatore Pablo Salazar Mendiguchía ha cancellato i suoi atti pubblici dall'allerta rossa zapatista e si è rifiutato di fare un bilancio della situazione attuale.

Ha detto solo che si demoliranno 229 dossi "permettendo un migliore transito veicolare, il passo rapido di ambulanze e per evitare così incidenti ed assalti". La popolazione del posto e gli autotrasportatori "sono d'accordo col lavoro, poiché permetterà loro di arrivare in maniera più rapida alle loro destinazioni; i carri non si rovineranno e ci sarà maggior affluenza turistica, migliorando così l’economia" della zona. Questo è quanto hanno affermato in un comunicato.

La cautela del governo statale si dà nel contesto della riapparizione dell'EZLN che ha dichiarato l'allerta rossa all’inizio della settimana. Giovedì ha poi chiarito in un comunicato che non prepara un'offensiva militare, ha ringraziato per l'appoggio destinato alla lotta indigena ed ha assicurato che il collettivo zapatista deciderà la strada da seguire. "È arrivata l'ora di costruire quello che manca", ha scritto.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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