La Jornada 24 febbraio 2005
CAPISE chiede di restituire le terre alle etnie del Chiapas
ANGELES MARISCAL - CORRISPONDENTE

Tuxtla Gutierrez, Chis., 23 febbraio - La presenza militare in Chiapas non è diminuita dall'apparizione dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) così come l'offensiva contro l'EZLN da parte dell'Esercito Messicano iniziata più di 10 anni fa, ha affermato il Centro di Analisi Politica e Ricerche Sociali ed Economiche (Capise). In un rapporto sostiene che, al contrario, la maggior parte delle 114 posizioni che mantengono le forze armate, sono ubicate su terreni espropriati a comunità indigene.

Il Capise ha presentato un'analisi sulle postazioni militari, sulla loro ubicazione, sul numero di effettivi ed equipaggiamento presenti nelle diverse zone, particolarmente in quelle indigene, i cui abitanti sono stati spogliati di migliaia di ettari di terre dalle forze castrensi.

Nella parte centrale della prima parte del rapporto "Diritti collettivi dei popoli indigeni": il territorio cocupato pone in evidenza il diritto al territorio delle etnie - secondo il Trattato 169 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro - ed i danni subiti a causa dell'occupazione militare nelle loro proprietà, perché 91 delle 114 postazioni militari federali si trovano in regioni autoctone.

Il Capise ha dichiarato che l'occupazione militare è accompagnata da una sistematica violazione dei diritti umani, politici e sociali delle etnie ed ha puntualizzato che l'eccessiva occupazione militare del territorio indigeno del Chiapas è iniziata a partire dal 1994 ed è aumentata dal febbraio del 1995, quando il presidente Ernesto Zedillo ordinò la cattura dei dirigenti dell'EZLN e l'occupazione militare del territorio controllato dagli zapatisti.

A partire da quella data, le forze armate hanno preso il controllo "di una gran parte del territorio indigeno" e durante i primi quattro anni del governo del presidente Vicente Fox, invece di diminuire, "strategicamente si è sviluppato un dispiegamento tattico-militare nellalogica della guerra regolare e irregolare".

Di fronte a questa situazione, il Capise chiede all'Esecutivo federale la deroga ai decreti d'esproprio emessi in favore della Segreteria della Difesa Nazionale (Sedena), che si restituiscano le terre ai loro proprietari originari e che l'Esercito Messicano se ne vada dal territorio indigeno del Chiapas.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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