La Jornada - 23 novembre 2005
Octavio Rodríguez Araujo
EZLN, UN PASSO IMPORTANTE

L'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) ha compiuto un passo importante nella sua Altra Campagna: la dissoluzione del Fronte Zapatista di Liberazione Nazionale (FZLN) per crearne un altro, ma di nuovo tipo, e con un concetto programmatico che prima era solo implicito e per qualcuno era un problema di interpretazione: anticapitalista e di sinistra.

Il nuovo FZLN, a differenza di quello che si dissolverà, sarà un'organizzazione alla quale si aderirà solo su invito espresso della Commissione Sesta dell'EZLN e, come mi sembra di intendere, questa nuova organizzazione sarà il motore, per non dire "avanguardia", dell'Altra Campagna (punto 10 del comunicato pubblicato ieri su questo quotidiano).

Con questa iniziativa si corregge un errore tattico commesso, secondo la mia opinione, fin dalla fondazione propriamente detta del FZLN che ora sparisce. Mi riferisco, come faccio notare nel mio libro "Il Mio passaggio per lo zapatismo", al documento dell'EZLN inviato e letto nel salone delle danze Los Angeles il giorno dopo la marcia dei 1.111 nello Zocalo di Città del Messico (settembre 1997). In quel comunicato l'EZLN dava l'avallo al FZLN solo con la presenza delle sue basi di appoggio in qualità di osservatori. I 1.111 non erano venuti nel Distretto Federale per costituire formalmente il FZLN, né il Congresso Nazionale Indigeno, perché sarebbe bastata una delegazione, ma erano venuti per fare pressione sul governo per il compimento degli Accordi di San Andrés, la smilitarizzazione della zona di influenza zapatista e la liberazione dei prigionieri politici zapatisti nel paese.

Fu così che la fondazione del FZLN, che forse deluse molti simpatizzanti messicani, significò la formazione di un fronte civile parallelo all'Esercito Zapatista, presumibilmente con vita propria, almeno in teoria. Non fu quello che ci si aspettava da lui, tra altre cose, perché al suo interno ci furono troppe interpretazioni di quello che avrebbe dovuto essere e persone in competizione con altre sui significati di principio e le tattiche da seguire. Non c'è stata una direzione, nelle sue due principali accezioni, e la sua efficacia è stata precaria. Il FZLN è stato un ulteriore tentativo, dopo la Convenzione Nazionale Democratica ed il Movimento per la Liberazione Nazionale, che non ha funzionato. L'eterogeneità della società, la grande varietà di posizioni ideologiche (perfino contrapposte), il settarismo di molti e
l'eterno problema dell'interpretazione dei "testi sacri" da parte di apprendisti del sacerdozio zapatista, sono stati elementi che, purtroppo, hanno portato al fallimento del FZLN.

Quello che ora si propone, è una specie di partito di quadri (espressamente invitati) di nuovo tipo, in pratica, che non aspira al potere e che avrebbe come obiettivo l'organizzazione della società affinché questa possa fare pressioni con maggiore efficacia sul potere istituito, inoltre, in una logica anticapitalista.

Tutti i partiti politici, per definizione, aspirano al potere, soli o in alleanza con altri. Il nuovo FZLN, come il precedente, no. Questo rifiuto di aspirare al potere fa la differenza. Non sto dicendo che tutti i partiti politici in passato (forse alcuni al presente) aspirassero al potere per via istituzionale attraverso le elezioni, perché anche quelli che si considerano o consideravano rivoluzionari aspirano o aspiravano al potere, ma per vie diverse da quelle elettorali.

L'idea di questi partiti era, più che ora, di influenzare la società, coadiuvare la formazione di una coscienza anticapitalista e socialista e preparare le "condizioni soggettive" (così si diceva) per la rivoluzione. Il partito era concepito, in termini leninisti, come "la coscienza organizzata della classe operaia" (perché questa era concepita come il soggetto del cambiamento rivoluzionario anticapitalista verso il socialismo). L'obiettivo rivoluzionario non era solo l'assalto al potere, ma il capovolgimento della piramide sociale propria del capitalismo attraverso la trasformazione dello Stato capitalista in uno Stato proletario e la socializzazione dei mezzi di produzione. Il progetto, fino ad ora, non è stato realizzato ma così era, schematicamente.

Invece, l'EZLN, indipendentemente dall'eludere l'espressione "socialismo" nel suo discorso, benché si intenda come implicita nel vocabolo "anticapitalista", non aspira esplicitamente al potere, né per via rivoluzionaria né, tanto meno, per via elettorale. Che cosa può risultare da questa dinamica? Prendere il potere, da parte del partito che ce l'ha e dalla pressione della società organizzata, vantaggi per questa e per il resto della popolazione, sia o no organizzata. Una specie di gruppo di pressione, grande, più o meno organizzato e, a differenza di altri gruppi di pressione, dal basso e con quelli che sono in basso nell'attuale piramide sociale. Suona bene, ma in realtà non è così originale come si vorrebbe. In passato ci sono stati simili tentativi, sebbene con un altro linguaggio, e purtroppo non hanno avuto successo, perché la cosiddetta società civile non è come vorremmo che fosse, priva di egoismi e meschinità individualiste a breve termine, come la vorremmo immaginare.

Pessimista? Forse, ma c'è una lunga storia che non possiamo ignorare, e questa lunga storia comprende, con nostro dispiacere, le divisioni per principi discutibili e, più ancora, per ragioni strategiche. Forse, questa volta non accadrà.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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