La Jornada - Giovedì 23 giugno 2005
Sono state sospese anche le lezioni
Il panorama: Caracoles semideserti e tensione
Imperano nervosismo e mutismo tra gli abitanti
HERMANN BELLINGHAUSEN - INVIATO

La Garrucha, Chis, 22 giugno - Il panorama di un caracol poco usuale, semideserto, con indigeni semimuti comincia ad essere comune in questa settimana di allerta rossa zapatista. I rappresentanti delle giunte di buon governo, JBG, non si trovano nei loro caracol, così come nei capoluoghi municipali autonomi non si trovano né consiglieri né rappresentanti comunitari. Solo gente normale con la sua vita di tutti i giorni.

La Jornada l’ha constatato oggi in Francisco Gómez, Primero de Enero e Che Guevara, come pure nel caracol Resistencia hacia un nuevo amanecer, in La Garrucha. Tutte le installazioni della sede autonoma ribelle nella selva tzeltal erano chiuse: le sale della JBG El camino del futuro e della commissione di vigilanza, il caffè Ciberpozol, il collettivo delle donne, i negozi cooperativi, l'accampamento civile, la biblioteca, la scuola primaria e gli uffici dei consigli comunali autonomi di Francisco Villa, San Manuel, Ricardo Flores Magón e Francisco Gómez. Come in Oventic, solo la clinica funziona.

Si chiude l'ufficio per allerta rossa", ripetono i cartoncini incollati nelle porte, come il cartello che lo annuncia all'entrata: è un pezzo di lamina inchiodato su un bastone con l'annuncio dipinto con un pennello grande. Curiosamente, vicino al murales sulla facciata della JBG si trova anche l’annuncio fissato con graffette di due conferenze dello storiografo Immanuel Wallerstein previste per giovedì e venerdì in San Cristóbal del Las Casas.

Potete stare a guardare quello che volete, ma non vi dico niente" commenta un uomo che ci viene incontro, dopo averci chiesto sorridente e quasi con candore chi eravamo.

Un gruppo di contadini è seduto informalmente davanti alla casa del collettivo delle donne, ma è evidente che "getta l'occhio" qui al centro del governo ribelle. Poi ci sono persone sedute, appoggiate contro i muri delle distinte installazioni di governo.

Cioè, il caracol non è abbandonato, come neanche le comunità di Moisés Gandhi e Patria Nueva, capoluoghi dei municipi autonomi Che Guevara e Primero de Enero. Lì, come in La Garrucha, San Salvador, San Miguel, San Manuel e Nuevo Morelia, le famiglie zapatiste continuano la loro vita normale, vanno e vengono dai loro campi caricando zappe, machete e sacchi.

Ma tutti sono molto attenti e nervosi, compresi i bambini che in questi giorni non vanno a scuola. Anche i negozi dei ribelli sono chiusi da tutte le parti, compresi il ristorante Compañera Lucha ed il magazzino Nuevo Arcoiris, nel crocevia di Cuxuljá.

Al bordo della strada verso Palenque, la scuola Subcomandante Pedro, del municipio Primero de Enero, ad un chilometro dalla città di Ocosingo, parla oggi solo mediante i suoi vistosi murali, dipinti da mani indigene (cioè non da artisti e grafittari urbani, autori di buona parte delle opere in altre zone zapatiste). Di fronte alla presidenza municipale autonoma vari uomini sostano all'ombra di un gran albero.

"Adesso non ci sono né il consiglio comunale né le altre autorità, c’è solo la comunità. Ma potete fare foto", dice uno di loro, senza camicia, ma apparentemente incaricato di ricevere coloro che visitano il villaggio.

"Non abbiamo niente da dire. Tutto quello che voi avete bisogno di sapere si può trovare nei comunicati che conoscete già", aggiunge. Il caldo dell'estate è diminuito perché piove in modo intermittente. Qui anche i bambini camminano tranquilli, giocando ai bordi della carreggiata di accesso alla grande casa di Primero de Enero che fu la villa di un allevamento di bestiame fino al 1994.

Quello di La Garrucha normalmente è l'unico caracol che soffre pattugliamenti giornalieri da parte dell'Esercito federale. Ciononostante, un indigeno commenta che in questi giorni di allerta zapatista non sono passati i convogli militari, il che risulta eccezionale.

Dove sì ci sono continui movimenti di veicoli e truppe federali è nel quartiere militare di Rancho Nuevo, in San Cristóbal de Las Casas. Sulla strada verso Comitán ed Ocosingo è stato reinstallato un posto di revisione che opera con discrezione, ma conta su una peculiare batteria di veicoli leggeri allineati, come se fossero sul punto di partire per un inseguimento o qualcosa di simile.

Nel terzo giorno dell'allerta rossa decretata dall'EZLN, tutto indica che non resta altro da fare che aspettare i risultati e le decisioni dell'ampia consultazione che stanno realizzando l'esercito ribelle, i comandanti civili, le JBG, i consigli comunali autonomi e le basi d’appoggio. La riserva con cui gli indigeni agiscono suggerisce tensione ed allerta.

Nelle comunità non zapatiste vicino ad Ocosingo e nella vallata di Patihuitz la vita sembra più "normale", ma regna una sorda incertezza. Anche tensione e perfino una riservatezza che rasenta il mutismo.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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