La Jornada 22 luglio 2005
Violenza paramilitare latente contro comunità che simpatizzano con l'EZLN
RECRUDESCENZA DELLE AZIONI DI PAZ Y JUSTICIA NEL NORD DEL CHIAPAS
HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

Tumbala, Chis. 21 luglio - Nelle notti arrivano uomini di diversi posti che si dirigono verso la montagna nei paraggi di Venustiano Carranza, Cuctiepá e Ignacio Allende. Indossano uniformi blu scuro con un'insegna o logotipo non identificabili. Tra la popolazione cresce il sospetto che realizzino pratiche militari.

Appartengono ad un gruppo di contadini direttamente legati al governo municipale priista di Tumbalá e al gruppo Paz y Justicia le cui azioni hanno subito una recrudescenza nella zona nord.

Questo gruppo tiene sotto minaccia le comunità, in modo particolare le famiglie appartenenti al municipio autonomo La Paz. "Qui la resistenza è quasi clandestina", dice a La Jornada un indigeno che chiede di restare anonimo.

"Queste persone minacciano i compagni che si rifiutano di pagare la luce o accettare i programmi del governo. Sono appoggiati dai commissari e giudici, autotrasportatori, allevatori e commercianti. Sono tutti di Paz y Justicia", aggiunge.

A Tumbalá, nella regione chol del nord del Chiapas, ci sono stati paramilitari dal 1996 ma si erano "dissolti", almeno come tali. Come si sa, il maggior numero di azioni criminali compiute da loro è stato nei vicini municipi di Tila e Sabanilla, dove sono tornati ad operare nei mesi e nelle settimane recenti. Adesso gli indigeni in resistenza si sentono più minacciati di allora (più che mai, benché non lo esprimano).

Questa è una delle testimonianze che indicano la ripresa dei gruppi paramilitari in una frangia importante dei territori indigeni dove si trovano i municipi autonomi della selva e della zona nord, anche se aggrediscono anche membri di altre organizzazioni.

L'attività di questo gruppo contrainsurgente a Tumbalá sembra concentrarsi a Ignacio Allende, Venusiano Carranza, Cuctiepá, Cacahuatal, Naranjivi e in altre comunità situate tra la base di operazioni dell'Esercito federale in Xanil ed il capoluogo municipale ufficiale. Effettuano rumorose riunioni e bloccano le strade in nome della "unione degli allevatori", "unione dei trasporti" ed altre sigle, ma "sono sempre gli stessi", dice un testimone oculare.

Il leader visibile è Pablo López Arcos che si presenta come pastore presbiteriano. "Si inventano sempre dei pretesti per spaventare la popolazione. Arrivano improvvisamente nelle comunità su furgoncini e scendono con fare provocatorio, senza nessuna ragione". I priisti chiamano "tagliateste" i presunti paramilitari e diffondono vvoci sul fatto che "elimineranno tutti quelli che non li appoggino. La gente ha paura”.

I priisti "obbligano" tutti a partecipare ai programmi Oportunidades, Procampo, Procede ed ai progetti "ecoturistici". Chi si oppone viene "segnato" e lo minacciano di espulsione e di bruciargli la casa. Hanno alleati nel PAN e nel PVEM.

"Non lasciano lavorare tranquilla la gente. Si vede che muovono molto denaro. Ci sono villaggi dove tutte le loro famiglie hanno veicoli propri a doppia cabina, molto bestiame, antenne". Di fatto, si dice che vogliono alienare le terre dei loro oppositori per estendere i loro allevamenti, benché ufficialmente insistano che la loro intenzione è quella di trasformare in "riserve ecologiche di competenza federale" le terre di chi si rifiuta di registrarsi nel progetto Procede.

Il 10 luglio scorso hanno realizzato un gran concentramento in Cuctiepá, di cui il sottoscritto possiede una fotografia scattata da molto lontano, ma che rivela un gran numero di presenti. Bisogna dire che concentramenti simili, ed ancora più minacciosi, si sono svolti nelle stesse date (durante l'allerta rossa generale dell'EZLN) nella gola di Avellanal, dove si trova il municipio autonomo San Manuel.

Malgrado molti indigeni continuino a manifestare il loro rifiuto, sono già stati avviati progetti "ecoturistici" a Venustiano Carranza e Cuctiepá. In questa regione, essere in resistenza, e in più essere zapatista, è un crimine ed un pericolo.

Chiave in questo processo di cambiamento nella convivenza tra gli indigeni è la base di Xanil, una delle poche posizioni militari create dal governo foxista che in generale si è limitato a mantenere le postazioni installate nel sessennio di Ernesto Zedillo.

Si è già comincato ad asfaltare la strada che va da Ocosingo-Palenque a Tumbalá, a partire dall'incrocio di Xanil (nel municipio di Chilón). Inizialmente era solo un accampamento in più, ma adesso la base castrense presenta un'importante infrastruttura, installazioni sportive ed edifici amministrativi.

Nel frattempo, la "prosperità" portata dal potente investimento federale e statale nella regione produce i suoi primi frutti: cresce ormai esponenzialmente l'emigrazione dei "beneficiati" verso Mississippi, California e Florida, negli Stati Uniti. I parenti dei più fortunati hanno i telefoni in casa, antenne e autoveicoli stile cowboy. Contemporaneamente, cresce anche il clima di minacce e violenze latenti contro le famiglie.

I poliziotti municipali ed i giudiziari statali discorrono amichevolmente durante le manifestazioni di Paz y Justicia a Tumbalá, e nel complesso riproducono un quadro che non si vedeva in Chiapas da diversi anni.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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