Newsletter IpsiaChiapas n.2 - 21 ottobre 2005

In questo numero:
1. Aggiornamenti sull’Uragano Stan
2. Diritti indigeni
3. Terra, elettricità, acqua e movimenti sociali
4. Diritti umani
5. Educazione
6. Emigrazione
7. Politica


1) Aggiornamento sui danni provocati dall’uragano Stan in Chiapas

Riportiamo di seguito i titoli della Jornada relativi all’uragano Stan tradotti e organizzati quotidianamente dal Comitato Chiapas di Torino.

La Jornada - Venerdì 14 ottobre 2005

- Fox propone di indebitarsi agli stati che chiedono l’aiuto federale
Non cederà nella sua meta di deficit zero
Senza pudore, PRI e PAN si lanciano alla caccia di voti tra gli alluvionati

- Il Senato promuoverà una commissione di coadiuvanza per la ricostruzione
Autorizza sconti fiscali e proroghe per i commerci nelle zone disastrate del Chiapas

- Gli abitanti della costa del Chiapas si difendono dalla pestilenza col fuoco
I fiumi trascinano spazzatura, animali e cadaveri

- Continua il riscatto di cadaveri e la conta dei danni
Che il governo ci appoggi la ricostruzione, chiedono in Chiapas

La Jornada - Sabato 15 ottobre 2005

- Poco pane e molto circo per i disastrati di Stan in Chiapas
Calciatori, politici e commentatori tv, ansiosi di protagonismo, sono approdati "per consolarli"
Risse per lo spazio nei rifugi e pestaggi per il cibo

La Jornada – domenica 16 ottobre 2005

- Nella catena montuosa chiapaneca la domanda dei disastrati è umile: riso e fagioli
Abituati a vivere col minimo, gli abitanti cercano di riprendersi
A differenza della costa, dove l'aiuto umanitario si divide con i partiti, in questa zona si uniscono gli sforzi

- Fox ritorna in Chiapas: sovrintende agli aiuti

La Jornada - lunedì 17 ottobre 2005

- Stan ha danneggiato 37mila 500 abitazioni in Chiapas
Ricostruzione di uno dei ponti che mettono in comunicazione più di 10 quartieri di Tapachula. Il presidente Vicente Fox ha offerto "crediti abbondanti" per rilanciare le attività produttive. Due imbarcazioni della Marina sono approdate ieri domenica in Porto Chiapas con 127 tonnellate di viveri e più di 100mila litri di carburante

- Fox esorta a non anteporre credo o partito nell'aiuto in Chiapas
In giro per Acacoyahua, insiste che "metterà tutto a posto", ma con l’aiuto dei messicani
Salazar Mendiguchía riconosce: il difficile deve ancora arrivare... mente chi dice il contrario"

- Sale la tensione a Huixtla e Tapachula per la mancanza di cibo ed acqua potabile
Nella distribuzione di carne si privilegiano gli hotel e si ignorano i disastrati
Ristabilita la comunicazione fra i due municipi a 15 giorni dal passaggio di Stan

- "In Siltepec non era mai successo questo… ho pensato che fosse la fine del mondo"
"Nonostante il pericolo non andrò via di qui" - dice Toribia, di 87 anni.
Marta Sahagún e Josefina Vázquez Mota, titolare della Sedeso, durante la loro visita al centro di provviste e distribuzione per disastrati per l'uragano Stan, in Motozintla, Chiapas

La Jornada - Martedì 18 ottobre 2005

- Chiapas e Veracruz ricevono 162 tonnellate di aiuti
L'assistenza è il riflesso della solidarietà degli universitari dell'UNAM

- Stan ha disastrato un terzo della popolazione
Il governo federale destinerà per Oaxaca 91 milioni di pesos per edificare 700 case e riabilitarne più di 6.700
La zona chiapaneca: un mare di lamenti per le decine di villaggi e zone fertili distrutti. È come se ci "avessero mutilati", dice la gente

- Richiamano a riprendere le lezioni Tapachula: ieri, assenteismo del 50 per cento
L'uragano è il principale tema di conversazione tra insegnanti, studenti e genitori
Secondo i dati ufficiali: su 7 mila scuole nella zona affettata, 474 presentano danni parziali o totali

- Caritas: manca coordinazione fra gli enti

La Jornada - Mercoledì 19 ottobre 2005

- Più tonnellate di cibo... per hotel e ristoranti
Si aggrava la scarsità in Chiapas per le strade chiuse
Ci sono 3mila camion di generi deperibili bloccati alla frontiera con la Guatemala
La SCT non ha compiuto la sua promessa di riparare le strade bloccate da slavine

- Fox: non ci sarà aiuto a scrocco

- Appoggia l'ISSSTE disastrati di Chiapas e Veracruz a causa di Stan
Un piano di emergenza verrà varato per restaurare gli ospedali

La Jornada - Giovedì 20 ottobre 2005

- Fame, paura e rapine fanno già la ronda per Huixtla
Chiedono di dichiarare il municipio zona disastrata

- In fosse comuni, la metà dei morti in Chiapas

- La Sedeso indica in 47mila 573 le abitazioni danneggiate

- Costerà 200 milioni di pesos riparare scuole e centri di salute

- La Segreteria di governo dello stato nega che non ci siano i rifornimenti – chiede di evitare acquisti dettati dal panico.


Marcos sollecita aiuto diretto alle comunità zapatiste colpite dall’uragano Stan
Cuarto Poder/ La Jornada - 19 ottobre 2005

Il Subcomandante ha lanciato un appello alla società civile nazionale e internazionale per le comunità zapatiste colpite dalle forti piogge della settimana scorsa. Il leader dell’EZLN ha chiesto l’invio di aiuti diretti in queste zone, indipendentemente dai governi o dai partiti politici. Nel comunicato dell’Ez vengono criticati il Governo e i partiti politici per aver trasformato le zone del disastro in Chiapas in un “bollettino elettorale”. “I poveri, oltre ad aver perso quel poco che avevano, adesso devono anche sopportare l’incapacità dei malgovernanti nel gestire gli aiuti”. Contemporaneamente autorità della Giunta di Buon Governo della zona selva fronteriza e del municipio autonomo ribelle zapatista Tierra y Libertad, che include comunità della frontiera, sierra e costa del Chiapas, si sono recati personalmente nella zona colpita per vedere come stanno i compagni e le compagne basi d’appoggio zapatiste che abitano questi luoghi. La prima relazione della commissione del Buon Governo parla, fino ad adesso, di circa 300 basi d’appoggio zapatiste che hanno subito danni. Secondo quanto comunicato dalla Giunta gli aiuti si possono portare a San Cristobal presso il Desmi A.C.; Enlace Civil e Melel Xojobal che provvederanno a consegnarli direttamente agli zapatisti colpiti.


2) Diritti Indigeni

Si celebra in Guerrero il decimo anniversario della polizia comunitaria
La Jornada - 14 ottobre 2005

Con un programma che include sei tavoli di lavoro, attività artistiche e proiezioni di pellicole, si inizia l’evento commemorativo del decimo anniversario della creazione della polizia comunitaria nello stato di Guerrero. Le attività verranno realizzate questo fine settimana nella comunità tlapaneca di Pueblo Hidalgo, municipio di San Luis Acatlan nella Costa Chica di Guerrero. Alcune delle tematiche che saranno affrontate nei tavoli di lavoro saranno gli Accordi di San Andrès e la difesa della sovranità nazionale.

La Jornada - 17 ottobre 2005

Quest’anno, in occasione della celebrazione del decimo anniversario della Polizia comunitaria e del sistema di giustizia e rieducazione popolare della Costa Montaña di Guerrero. Così come la comunitaria richiede al governo coordinazione e il riconoscimento dei loro contributi, allo stesso modo loro lo hanno richiesto ai loro compagni. Hanno chiesto che l’esercito se ne vada dalle comunità indigene e hanno denunciato lo stupro impunito di due donne tlapecas da parte dei militari stessi. Nel foro realizzato questo fine settimana in San Luis Acatalán si è deciso di analizzare la Sesta dichiarazione della Selva Lacandona, diffondere i suoi contenuti, riprendere le idee concordanti e partecipare alla costruzione di un nuovo progetto di nazione. Questo vuol dire anche la traduzione del documento nelle lingue indigene. Si è affermato anche che è di vitale importanza appoggiare la otra campagna promossa dagli zapatisti.

La Jornada - 16 ottobre 2005

È necessario recuperare il potere politico, educativo ed economico delle regioni indigene – perché un popolo senza potere né risorse per organizzarsi non è sovrano, un popolo senza il potere è soggiogato e gli viene imposto come essere e come comportarsi- hanno affermato la Coordinazione Regionale di Autorità indigene (CRAC) e il comitato esecutivo della polizia comunitaria di Guerrero nella celebrazione del suo decimo anniversario. Il commissario Cirino Plàcido ha segnalato che la creazione di questo gruppo ha dimostrato a Guerrero e al Paese “che un cambio è davvero possibile”. “Qualcosa che ha radici e che nasce dal basso, che ha vita e legittimità ha un futuro, non è artificiale; abbiamo avuto intoppi però anche grandi risultati, ogni giorno ci stiamo migliorando. La polizia non ha fretta di crescere, ci sono molte richieste per entrare a farne parte però questa decisione la prende il popolo in assemblea, non è una decisione delle autorità.” Plácido enfatizzò il fatto che “non c’è bisogno di una grande quantità di denaro né di armi più moderne per garantire la sicurezza” Ha anche garantito che “la polizia mai sarà usata per reprimere i dissidenti; è stata creata per garantire la sicurezza del popolo; e non sarà richiesto né un centesimo per applicare la giustizia. Qui è diverso dalla giustizia dello stato dove il povero non può ottenerla perché non ha denaro”.
Nella dichiarazione del decimo anniversario si afferma che nella lotta per la sicurezza e la giustizia hanno imparato “che lottare a partire dalla nostre comunità contro la insicurezza e l’ingiustizia è allo stesso tempo lottare contro i governi che negano i nostri diritti, che si dimenticano e escludono i nostri popoli. Il nostro sistema di giustizia e sicurezza comunitaria è il prodotto dell’autodeterminazione dei popoli e si fonda su accordi; per questo dobbiamo continuare a consolidare questo sistema nella nostra regione e ampliarlo per tutto il paese, a partire dalle nostre esperienze, dalla nostra lotta e dalla nostra resistenza”.

(approfondimento sulla Polizia comunitaria di Guerrero, in spagnolo)

JOSÉ SARAMAGO: POPOLI INDIGENI, I GRANDI DIMENTICATI NELL’INCONTRO IBEROAMERICANO DI SALAMANCA
La Jornada - 15 ottobre 2005

Nella quindicesima riunione di Salamanca si è parlato di progetti di investimento, di apertura del settore energetico, di povertà, di disuguaglianza, di ingiustizia e di molte altre questioni importanti relative alla realtà imperante nelle società di questi paesi. Senza dubbio ci sono due parole che, nonostante la loro rilevanza storica e sociale, non sono ancora state pronunciate da nessun dirigente politico o funzionario internazionale: popoli indigeni.
Lo scrittore portoghese José Saramago ha parlato di questo tema in un intervista rilasciata alla Jornada. Ha detto che, se veramente si vuole risolvere i gravi problemi dell’AMERICA Latina, la prima cosa è non dimenticare la situazione degli indigeni. Si deve inoltre riconoscere l’esistenza di questi popoli e non dimenticare la situazione nella quale vive la maggior parte di loro. Saramago si è detto sorpreso di fronte al silenzio sistematico su questo tema in questi tipi di incontri. Il riconoscimento dei popoli indigeni dell’America Latina può servire affinché si guardi a questa con altri occhi, che non siano solo occhi urbani e che, in un modo o nell’altro, si integrino alla società. Bisogna evitare la disintegrazione dei popoli indigeni perché questo significa la sparizione della propria cultura, della propria identità e della propria lingua.

LEADERS INDIGENI PROPONGONO UN’ALTRA INTEGRAZIONE
La Jornada - 16 ottobre 2005

Non siamo d’accordo con un’integrazione macroeconomica degli stati e dei blocchi economici, puntiamo su un’integrazione pensata dall’ottica dei popoli, basata nella diversità, nell’unità latinoamericana e nella sostenibilità delle pratiche e del pensiero indigeno, perché il 50% dei popoli indigeni del mondo si trova ad est del mondo, ha detto l’indigeno Miguel Palacín Quispe, Presidente de la Confederazione Nazionale delle comunità del Perù, durante l’incontro dei legislatori e leader indigeni, tenutasi dall’11 al 13 ottobre in Ecuador.
Ha anche aggiunto che l’essere indigeno, nel processo di integrazione, vuol dire “riaffermare la nostra identità, riconoscere che siamo popoli che hanno preceduto gli stati, che siamo popoli con un’organizzazione politica, con un pensiero proprio, che gestiamo i nostri territori a partire dalla cosmovisione andina”; l’essere indigeno è quindi la le rivendicazione della cultura che abbiamo vissuto.
Da parte sua il senatore colombiano Francisco Rojas ha detto che “come indigeni finora siamo stati esclusi e fuori, ma vogliamo essere protagonisti, essere fattori reali nelle decisioni politiche, economiche e politiche degli stati, vogliamo essere attori propositivi, costruendo una società con i nostri uomini, le nostre donne e il nostro pensiero, protetti dalle organizzazioni di base. A noi sembra fondamentale la cultura stessa; questo ci permetterà lo sviluppo più coerente a partire dalla realtà, dai valori, usi e costumi, perché quando un paese o una società, che perde questi valori, perde anche la sua identità, non è europeo, né è americano, né è latino. È quindi a partire dalla storia, dalla cultura, dal pensiero e dalla saggezza che si può costruire la società.


3) Terra, elettricità, acqua e movimenti sociali

L’ACQUA, prossima grande lotta sociale in Messico
La Jornada - 17 ottobre 2005

La prossima grande lotta sociale in Messico sarà contro la privatizzazione dell’acqua potabile e il suo risanamento, ha affermato la canadese Mauda Barlow, vincitrice del Premio Nobel Alternativo, consegnato dalla fondazione svedese Right Livelihood. L’attivista prevede che il diritto a questo bene sarà l’elemento che muoverà le lotte contro la sempre maggiore presenza imprenditoriale in questo campo. In visita in Messico, l’attivista per la difesa del diritto all’acqua, ha dichiarato in un intervista che, in relazione al tema dell’acqua, ci sono due posizioni: - La prima è il diritto umano ad accedere a questo servizio, soprattutto quando ci sono milioni di persone che soffrono per la carenza d’acqua; questo è divenuto uno dei pilastri dei diritti umani. Allo stesso tempo – ha aggiunto, sta finendo l’acqua fresca per vari motivi, trai quali l’industrializzazione, l’inquinamento, i modelli di agricoltura corporativa e l’industria mineraria. Combattiamo ciò che, secondo me è una lotta più grande. E la domanda di questa lotta è: chi controlla la somministrazione? In relazione al tema della privatizzazione la Barlow sottolinea: crediamo che l’acqua è un bene pubblico, che deve essere amministrato e gestito dai governi e non dall’iniziativa privata.

LA CNC (Confederación Nacional Campesina), CHIEDE AL GOVERNO DI RIVEDERE IL TEMA ACROPECUARIO DEL TLCAN (Trattato di Libero Commercio dell’America del Nord)
La Jornada - 17 ottobre 2005

Durante il giorno mondiale dell’alimentazione, la CNC ha messo in luce che la povertà e la fame nelle aree agricole sono aumentate data la caduta del prezzo delle sementi, l’incremento dei costi di produzione e l’assenza di finanziamenti. Dei 32 milioni di persone che vivono in zone rurali, 25 milioni è in condizioni di povertà e di fame, ha affermato la dirigenza dell’organizzazione. In questo panorama la CNC ha chiesto al governo di convincere i suoi soci commerciali di Stati Uniti e Canada di rivedere il capitolo agropecuario del Trattato di Libero Commercio dell’America del Nord, poiché si avvicina la data cruciale del 2008, in cui le importazioni di latte in polvere, mais, fagioli e zucchero saranno liberi dai dazi. Ha anche segnalato la necessità di portare avanti una rivoluzione produttiva per assicurare ai messicani gli alimenti di cui faranno richiesta. È giunto il momento che contadini e industriali mettano d’accordo i loro interessi imprenditoriali per costituirsi un fattore decisivo nella lotta del Messico per la sua sicurezza alimentaria.


4) Diritti umani

A quattro anni di distanza continua l’impunità per gli assassini di Digna Ochoa
CDHFBC

A quattro anni dall’assassinio di Digna Ochoa, avvocata e attivista nella difesa dei diritti umani, il Centro per i diritti umani Fray Bartolomè de las Casas, segnala che ancora non si ottiene giustizia e che per questo la memoria di questa attivista continua “ad essere disonorata da parte delle autorità”. Il Frayba segnala che la mancanza di velocità e diligenza da parte delle autorità della Procura di Giustizia del Distretto Federale, per indagare e castigare i responsabili dell’assassinio “li rende complici di questa morte”. Allo stesso modo il Frayba chiede al governo di rispettare il suo dovere di prendere misure nei confronti di quegli individui che ostacolano e mettono in pericolo la vita di uomini e donne che lottano per i diritti umani in Messico. “Non possiamo accettare che nel nostro paese la difesa dei diritti e delle libertà fondamentali coincida con la perdita della vita. Alziamo ancora una volta la nostra voce per esigere che il governo compia il suo dovere. Come compagni di sogni e di lotta di Digna, difendiamo il suo esempio per la costruzione di un paese giusto, dove il rispetto, l’uguaglianza e la libertà di tutti e tutte siano una realtà”.


5) Educazione

El Universal - 19 ottobre 2005

Il presidente della Commissione di Educazione della camera dei deputati, Salvador Martínez della Rocca, ha affermato che il budget previsto per il 2006 riduce i fondi per le università pubbliche statali del 35% rispetto all’anno precedente.
Rettori, ricercatori e specialisti in educazione superiore concordano sul fatto che le politiche pubbliche in materia di educazione sono insufficienti, e continuano ad ampliare la breccia di disuguaglianza e di ingiustizia. Segnalano inoltre che la copertura, diversa tra le varie entità, non raggiungerà la meta del 28% della copertura nazionale per il prossimo anno, come era stato stabilito dal Piano Nazionale di Sviluppo 2000-2006. José Blanco Mejía, ricercatore dell’ Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM), ha affermato che il Programma Nazionale di Borse di Studio per l’Educazione Superiore, creato dal governo Fox, rappresenta un appoggio significativo per gli studenti, ma allo stesso tempo stanno peggiorando le disuguaglianze educative.


6) Emigrazione

Messico e U.S.A. uniti contro il crimine
Cuarto Poder - 14 ottobre 2005

Con lo scopo di combattere le organizzazioni narcotrafficanti che operano nella frontiera nord, le autorità giudiziali messicane e statunitensi hanno annunciato “azioni aggressive” per mettere un freno alla minaccia alla sicurezza costituita dalla violenza perpetrata da questi gruppi criminali. Oltre ad operativi congiunti e lavoro di intelligence , entrambe i paesi si impegnano ad assicurare misure di protezione contro possibili minacce a funzionari e alle vittime e testimoni del narcotraffico, a scambiarsi informazioni per un programma di taglie bi-nazionali, al rafforzamento tecnologico della sicurezza portuaria e l’identificazione di armi da fuoco ed esplosivi. La lotta contro i gruppi criminali della frontiera include inoltre l’uso di macchine portatili a raggi X per i camion nei porti di entrata.

Sostegno al progetto di legge per i migranti stagionali in U.S.A.
Cuarto Poder - 14 ottobre 2005

La governatrice di Washington, Cristine Gregoire, ha espresso il suo appoggio al progetto di legge federale che permetterebbe di ottenere un permesso di soggiorno temporale ai migranti stagionali con lo scopo di risolvere il problema della scarsità di mano d’opera nelle coltivazioni statunitensi. Il progetto di legge contempla il rilascio di un permesso temporale a quei lavoratori che sono in grado di dimostrare che hanno lavorato per lo meno 100 giorni nel settore agricolo U.S.A. dal giugno del 2003. Questo progetto di “legge sul lavoro, sulle opportunità,sui benefici e sulla sicurezza nell’agricoltura” o anche detta “AgJobs” è fortemente voluta dai produttori agricoli e dai gruppi di difesa dei lavoratori stagionali.

Si prevede un notevole aumento di illegali
Cuarto Poder - 16 ottobre 2005

L’Istituto Nazionale di Migrazione in Chiapas, prevede un aumento del flusso migratorio già normalmente in crescita nei primi mesi dell’anno come conseguenza dei disastri provocati dall’uragano Stan anche se è molto difficile prevedere le cifre dei migranti clandestini che tenteranno di passare la frontiera sud del paese. Di fatto, secondo l’INM, le catastrofi naturali rappresentano una delle principali cause della migrazione, ricordando che nel 1998, quando l’uragano Mitch imperversò in Centro America, grandi masse umane sono entrate nel territorio messicano eludendo il controllo delle autorità.

L’immigrazione non è un fenomeno criminale
Cuarto Poder - 17 ottobre 2005

Eduardo Medina Mora, segretario della sicurezza pubblica federale, chiede di trattare le questioni relative alla migrazione con una approccio più umano. Sono le condizioni economiche, sociali e demografiche della regione i motivi che spingono i nostri concittadini ad emigrare illegalmente verso il nord convertendosi in vittime potenziali del crimine organizzato. Bisogna tenere presente che il fenomeno criminale non è la migrazione di per sé, quanto piuttosto le attività di quanti lucrano sul bisogno dei fratelli che aspirano ad una condizione di vita migliore, sostiene il ministro messicano della Sicurezza Pubblica, e insiste sull’importanza dell’approvazione della riforma della Legge di Estradizione. Questa legge permetterebbe di dare risposte alle richieste di estradizione per i più importanti leader della delinquenza organizzata detenuti nelle carceri messicane.


7) Politica

Il Messico occupa il 65° posto nella scala dei paesi più corrotti del mondo
El Universal - 18 ottobre 2005

Il presidente di Trasparenza Internazionale Peter Eigen sostiene che il raggiungimento dell’obiettivo della fine della povertà estrema fissato dalle Nazioni Unite per il 2005 è impensabile se prima non si combatte la corruzione dilagante nei paesi del Terzo Mondo. La corruzione è una delle cause maggiori della povertà e, allo stesso tempo una barriera che impedisce di superarla. Secondo la classifica di questa organizzazione, il Messico, il Ghana, Panama, Turchia e Perù occupano il 65° posto della scala dei 70 paesi più corrotti, dei quali, la maggioranza, risultano essere anche i più poveri. D’altra parte l’organizzazione dichiara di non condividere l’approvazione da parte del G8 del piano per cancellare i debiti di una ventina di paesi scelti secondo un criterio di onestà e aggiunge che condizionare l’aiuto al terzo Mondo è legittimo ma quello che devono fare i paesi ricchi è di controllare che il denaro vada davvero dove deve andare.

Posizioni politiche della Conferenza Episcopale Messicana
La Jornada - 19 ottobre 2005

Alcuni membri della Conferenza Episcopale Messicana, si sono avvicinati a politici messicani del Partito di Alleanza Nazionale e del Partito Rivoluzionario Istituzionale per esporre la necessità che nel paese ci sia piena libertà religiosa, per rivendicare il diritto di possedere mezzi propri di comunicazione e quello di presentarsi come candidati ai seggi per elezione popolare (nonostante il diritto Canonico lo proibisca) e per manifestare la propria preoccupazione relativa agli attacchi contro la vita.
Il segretario generale della CEM , il vescovo Carlos Aguiar Retes considera di aver ricevuto delle risposte ricettive delle loro inquietudini, che presenteranno anche ai candidati alla presidenza e ai leader della Camera dei deputati. I vescovi cercheranno inoltre di incontrarsi anche con i membri del Partito della Rivoluzione Democratica da cui era arrivata la proposta per legalizzare l’eutanasia nel Distretto Federale e la legge che permette l’aborto quando il prodotto è il risultato di una violazione o di malformazioni congenite.


Fonti:

(a cura di Ipsia in Chiapas)

logo

Indice delle Notizie dal Messico


home