San Cristóbal de Las Casas, Chiapas 21 giugno 2005
Centro per i Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas A.C.
Comunicato Stampa

Allerta Rossa in Chiapas

Questo Centro per i Diritti Umani sottolinea gli antecedenti.

Ieri mattina abbiamo saputo da osservatori dei diritti umani, della dichiarazione di Allerta Rossa dell'EZLN.

Sulla base di questa segnalazione una brigata di questo Centro per i Diritti Umani si è recato al Caracol di Oventik nella Zona Altos dello Stato del Chiapas.

Qui abbiamo potuto constatare attorno alle 16, quello che in seguito è stato diffuso in un comunicato dello stesso EZLN. Il Caracol era stato sgomberato. Un grande cartello all'entrata annunciava "Chiuso per Allerta Rossa". In quel momento era in corso una riunione nell'auditorium dove due persone informavano dell'Allerta inviata dal Comando e dell'ordine di sgomberare; agli osservatori è stato chiesto di partire o, nel caso di restare ma a proprio rischio, perché non ci sarebbe stato nessuno ad assisterli né informarli. Non sono state date altre motivazioni né spiegazioni: "aspettate i comunicati sulla stampa".

Poi ci siamo diretti verso Chenalhó, gli accampamenti dell'Esercito Messicano erano semideserti: San Andrés Larráinzar, Chenal'hó, Yabteclum e Majomut. Las Abejas non erano stati informati dell'Allerta.

Secondo le versioni dei accampamentisti che rientravano dalle comunità attorno alle 12, si era osservata una grande concentrazione di effettivi ed armamento militari nel crocevia di Cuxuljá, sulla strada San Cristobal-Ocosingo, al bivio per Altamirano.

A sera siamo venuti a sapere del comunicato della SEDENA in cui diceva di aver distrutto 44 piantagioni di marijuana in "zona di influenza zapatista", Tapilula, Rayon e Pueblo Nuevo.

Di fronte a questi fatti il Centro per i Diritti Umani vuole richiamare l'attenzione sui seguenti antecedenti:

1 - Movimenti militari:

Da due mesi si sono registrati movimenti dell'esercito messicano, che nel complesso costituiscono il maggiore movimento militare dalla rimozione delle sette postazioni sollecitata dall'EZLN nel 2001:

- El Calvario (inizi di maggio), nella vallata Perla, zona di influenza del gruppo paramilitare Movimento Rivoluzionario Antizapatista, oggi identificato con una nuova sigla: Organizzazione per la difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (OPDDIC).

- Bochil e El Escopetazo a Ixtapa (intorno al 4 maggio). Bochil è il più vicino alla zona dove è stata realizzata l'operazione militare antidroga (Pueblo Nuevo, Tapilula e Rayón).

- Los Chorros (11 maggio), culla dei paramilitari nel municipio di Chenalhó, nella Zona Altos, responsabili del massacro di Acteal.

- Xo'yep (6 giugno), pure in Chenalhó, nella zona di conflitto, dove esistono i campi profughi zapatisti, vittime dei paramilitari.

- Suchiate e Huixtla (annunciati il 17 giugno) nello stato del Chiapas ma fuori della zona di conflitto.

Davanti alla evidente mancanza di informazione da parte delle autorità politiche, questi movimenti possono essere solo letti con una logica militare. Un riposizionamento tattico in una campagna di guerra vigente, cioè, l'esercito non si ritira, ma si riattiva.

2 - Dichiarazioni della SEDENA del 20 giugno.

Davanti alla dichiarazione della SEDENA nel senso di aver distrutto piantagioni di marijuana in tre municipi, dentro l'area di influenza dell'EZLN, dobbiamo segnalare che sebbene sia possibile la presenza di basi di appoggio zapatiste a Tapilula, Rayon e Pueblo Nuevo, questa presenza sarebbe in ogni caso minoritaria e la sua influenza è minima. La correlazione di forze politiche e sociali nella zona risponde ad altri attori che hanno maggiore presenza e rilevanza.

Ci preoccupa che funzionari come Luis Ernesto Derbez, Segretario delle Relazioni Esterne, ed alcuni mezzi di comunicazione cerchino di mettere in relazione il fattore del narcotraffico con il conflitto in Chiapas, perché lo distorce, ancor di più se si cerca con questo di giustificare una escalation di violenza. Il comunicato della SEDENA, davanti alla mancanza di spiegazioni ed alle dichiarazioni della Segreteria di Governo apparse oggi, risulta tendenzioso e pericoloso.

3 - Altri fatti recenti:

1. La riattivazione dell'Esercito messicano coincide col congelamento dei conti di Enlace Civil e la notizia sui mezzi di comunicazione dei funzionari di BBV-Bancomer di un possibile "riciclaggio di denaro sporco" nei conti dell'organizzazione.

2. Per il momento la pagina di web del Fronte Zapatista non è attiva e, secondo informazioni locali, a San Cristobal ci sono linee telefoniche "che cadono".

3. Ripresa della persecuzione paramilitare, in particolare di Paz y Justicia che la settimana scorsa ha causato lo sgombero forzato di 15 famiglie della comunità di "Andrés Quintana Roo", nel municipio di Sabanilla. Abbiamo anche informazioni di riunioni sempre più frequenti di Paz y Justicia nella Zona Nord dello stato.

Di fronte ai fatti descritti, questo Centro per i Diritti Umani chiede al presidente Fox:

1 - La sospensione immediata dei movimenti militari dell'Esercito messicano e la ripresa delle vie politiche.

2. - Un'informazione pubblica e trasparente che spieghi l'avanzata dell'Esercito messicano.

Alle parti in conflitto:

Il rispetto assoluto del Diritto Internazionale Umanitario, in particolare la protezione della vita e dell'integrità fisica della popolazione civile.

Ai mezzi di comunicazione ed alla società civile nazionale ed internazionale:

Ai mezzi di comunicazione, di seguire da vicino gli avvenimenti in Chiapas nei prossimi giorni e di evitare le speculazioni attenendosi alle informazioni che forniranno gli attori.

Alla società civile, di organizzare iniziative che appoggino la distensione ed impediscano una escalation della violenza.

Unità di Comunicazione
Centro de Derechos Humanos Fray Bartolomé de Las Casas A.C.
Teléfonos 00 52 (967) 6787395 - 6787396 - 6783548
Brasil 14 Barrio de Mexicanos, CP 29240
San Cristóbal de las Casas, Chiapas. México http://www.frayba.org.mx

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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