La Jornada - Martedì 20 settembre 2005
Marcos, all'UNT: "nessun rapporto con i sindacati gialli"
Prende forma il processo dell'altra campagna

HERMANN BELLINGHAUSEN – INVIATO

La Garrucha, 18 settembre - Un ritratto che si va dipingendo tra molti e che comincia ad acquisire forma e volume sopra al bozzetto iniziale. Un programma, una rotta, un piano di azione. Una lettera di intenzioni di quelli "di sotto ed a sinistra" con portata nazionale. Una strada che già cammina.

Alla sua conclusione nel caracol zapatista della selva tzeltal, la prima plenaria dell'altra campagna, alla quale erano presenti più di 2mila persone, la somma di proposte, interpretazioni e critiche ha continuato a crescere. Dopo aver deliberato per due giorni, i partecipanti hanno ricevuto nelle loro mani l'altra campagna e l’hanno continuata a riempire di intenzioni e progetti puntuali.

È stato uno spazio per definirsi. In rapporto, ad esempio, col movimento operaio neoistituzionale, rappresentato dall'Unione Nazionale dei Lavoratori che è stato più volte denunciato e criticato per le organizzazioni dei lavoratori presenti qui in La Garrucha, e pure difeso da alcuni gruppi come "alleato potenziale" della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, il subcomandante Marcos ha detto: "Non andiamo a nessun accordo con i sindacati gialli".

Ed ha spiegato: Ci sono cose che possiamo fare come EZLN e cose che non possiamo fare. Quello che non possiamo fare, perché dietro di noi va molta gente che si fida di noi, è tradire quelli che sono già i nostri compagni, alleandoci con quella gente". Marcos è stato deciso: "Noi non accettiamo di stare seduti con di fronte a noi Camacho, Muñoz Ledo, a Hernández Juárez, Vega Galina ed Agustín Rodríguez senza far nulla".

Forse perché è il prodotto delle sei riunioni preparatorie e delle decine di incontri bilaterali con organizzazioni e gruppi, il comando zapatista ha tenuto qui una riunione più dialogata delle anteriori. Le parole sono andate e venute con agilità, dibattendo i sei punti indicati dalla convocazione dell'EZLN per profilare il piano dell'altra campagna. Lo stesso capo ribelle ha ricapitolato gli apporti dell'assemblea lungo il sabato e la domenica.

In relazione alle caratteristiche dell'altra campagna "civile e pacifica, nazionale, anticapitalista, di sinistra, con un altro modo di fare politica, privilegiando l'ascolto, riconoscendo i limiti dell'azione propria e la necessità di unirsi ad altre lotte", tra il resto, secondo il comunicato zapatista di giorni addietro, sono stati proposti dei concetti polemici, come quando la Coordinatrice Anarchica Femminista ha proposto che dove si dice "di sinistra" si unisca "antigerarchica ed antiautoritaria". Marcos ha riconosciuto che l'EZLN è un'organizzazione gerarchica, senza andare oltre.

Ha preso nota di "varie proposte che dicono che bisogna fare più enfasi sul tema della solidarietà e dell'accompagnamento ed nel creare un movimento sociale e politico nazionale. In alcuni momenti io credo che vi riferiate agli interventi che abbiamo tenuto come EZLN e si caricano molto dal lato della campagna elettorale; che bisogna andare per l'altro lato, o sottolineare di più il carattere anticapitalista".

Discutendo chi sì e chi no, partecipa all'altra campagna, i presenti hanno definito l'immagine ed il suo negativo: "Nella Sesta Dichiarazione si definisce che sono convocate persone, organizzazioni, gruppi, collettivi che lottano, si ribellano, si dichiarano anticapitaliste e non appartengono ai partiti politici istituzionali", ha ricordato Marcos, riassumendo le proposte dell'assemblea.

"I compagni dell'altra campagna dell'altro lato chiedono che quando convochiamo i messicani e le messicane dell'altro lato, si aggiunga la convocazione per i chicani e le chicane". Si è chiesto anche di definire con chiarezza "che non è convocata la classe politica" e di definire che non si va verso "nessuna candidatura" e che si considera prioritaria "la partecipazione diretta". C’è stato chi ha sottolineato "l'autonomia come alternativa".

E pure si è chiesto di "enfatizzare l’appello agli operai, convocandoli a lottare contro le riforme strutturali". Un gruppo Tepito ha suggerito che "non siano convocati gli opportunisti che non sono riusciti ad entrare nelle strutture dei partiti politici" e l'Alleanza Binazionale Braceroproa ha aggiunto pure le "persone con un curriculum di corruzione e frodi".

L'altra campagna "non è settaria" – si è detto, ma si è delineato anche l'esistenza di due gruppi intorno alla sesta: "quelli che vogliono votare per López Obrador e quelli che no", anche se è ancora aperto il dibattito sulla partecipazione elettorale degli individui partecipanti all'altra campagna. Si propone di "fare un appello speciale ai cristiani delle comunità ecclesiali di base" e di definire un "no" ai partiti politici.

Davanti alla proposta di "definire più la tematica internazionale", il subcomandante Marcos ha replicato: "La sesta ha due parti, quella nazionale e quella internazionale. Come per il nazionale noi vi convochiamo e stiamo costruendo insieme a voi, nell’internazionale sarà uguale. Non decideremo nemmeno per il nostro paese né come EZLN, quali saranno le caratteristiche dell'incontro intergalattico né del movimento internazionale.

Quello che faremo in ottobre e novembre è di incominciare ad unire idee e proposte di tutti i collettivi che vogliano comunicare. La nostra proposta è che l'altra campagna, quando arrivi questa convocazione, comunichi come organizzazione, o come collettivo, le sue proposte per definire il come dell'ambito internazionale".

Un universitario si è pronunciato perché l'altra campagna sia "culturale e controegemonica", mentre il Forum Maya Peninsulare ha segnalato che deve essere "rappresentativa, democratica, popolare, plurale, con processi democratici di presa di decisioni, non come moltitudini, ma come classi sociali organizzate, che si definisca già per installare il socialismo, e che sia una società dove siano compatibili i popoli indios e la popolazione cittadina".

I gruppi di Città Juárez hanno chiesto che "parte delle caratteristiche fondamentali dell'altra campagna sia definirsi contro il feminicidio". Enlace Civile ha aggiunto alle caratteristiche "l'esempio e l'autocritica, e che si veda il rapporto tra il collettivo e il personale" ed Arte Nativa ha proposto "che si promuovano il boicottaggio contro i prodotti capitalisti ed il consumo invece di prodotti che ci avvicinino alla nostra identità nazionale".

L'EZLN ha proposto che la rivista Rebeldia mandi per Internet la relazione delle nuove caratteristiche della sesta "e gli altri firmatari dichiarino se sono d’accordo o no. Abbiamo bisogno che ci sia realmente discussione. Che i collettivi e gruppi si manifestino e comunichino con noi. La nostra proposta, pensiamo, era la migliore per incominciare, ma deve prendere delle definizioni più forti, più selettive o più includenti. Se andiamo avanti così possiamo agglutinare più gente". In sintesi, Marcos ha esposto l'opzione che sia "compito di tutti risolvere questo problema in ottobre e novembre, per chiudere poi a dicembre.

Non bisogna avere paura di discutere. Bisogna fidarsi della gente e della sua capacità di discussione", ha sottolineato.

Alcuni si pronunciavano per lasciar fuori "chi sta avendo una doppia via, aderisce e partecipa già al processo elettorale", qualcuno preferiva invece "lasciare aperta la porta per quelli che simpatizzano col processo elettorale, affinché abbiano dopo un posto".

Nella sua prima assemblea, la mobilitazione sociale e politica spinta proposta dall'EZLN è passata nelle mani di tutti i suoi partecipanti. Così, mentre guadagna la sua modalità definitiva, il processo dell'altra campagna arrotonda i contenuti.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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