La Jornada 20 luglio 2005
Immanuel Wallerstein
GLI ZAPATISTI: LA SECONDA TAPPA

Dal 1994 la ribellione zapatista in Chiapas è stata il movimento sociale più importante del mondo, il barometro ed il detonatore di altri movimenti antisistema in tutto il pianeta. Come può essere che un piccolo movimento di indigeni maya in una delle regioni più povere del Messico possa svolgere un ruolo tanto importante? Per rispondere a questa domanda dobbiamo riguardare i movimenti antisistema nel sistema-mondo a partire dal 1945.

Dal 1945 alla metà degli anni sessanta, i movimenti antisistema (o Vecchia Sinistra) - i partiti comunisti, i partiti socialdemocratici, i movimenti di liberazione nazionale - crebbero ed arrivarono al potere in diversi stati. C'era consenso intorno a loro. Ma proprio quando sembrava al culmine di un trionfo universale si imbatterono in due impedimenti: la rivoluzione mondiale del 1968 e la rinascita della destra nel mondo.

Ovviamente, i rivoluzionari mondiali del 1968 protestavano ovunque contro l'imperialismo statunitense, ma anche contro i movimenti della Vecchia Sinistra. Per gli studenti e lavoratori coinvolti nei movimenti del '68, i movimenti della Vecchia Sinistra erano sì arrivati al potere, ma non avevano mantenuto la promessa di trasformare il mondo in una direzione più ugualitaria, più democratica.

L'anelito continuava. I sessantottini crearono nuovi movimenti (i verdi, le femministe, gli identitari) ma nessuno fu capace di attrarre il sostegno di massa acquisito dai movimenti tradizionali nel periodo successivo al 1945.

Inoltre, con il verificarsi di un importante svolta dell'economia-mondo, la destra mondiale acquistò vigore e si riaffermò. I più notevoli, ovviamente, furono i governi neoliberisti di Margaret Thatcher e di Ronald Reagan. Ma forse la cosa più importante fu l'abilità del Fondo Monetario Internazionale e del Dipartimento del Tesoro statunitense di imporre alla maggior parte dei governi della Vecchia Sinistra che ancora erano al potere, un ripiegamento importante delle loro politiche economiche, facendole passare allo sviluppo di sostituzione delle importazioni con la crescita basata sulle esportazioni.

Quando l'ultimo e più forte di questi governi della Vecchia Sinistra - i regimi comunisti dell'Unione Sovietica ed i suoi satelliti dell'Europa Orientale e Centrale - collassò, tra il 1989 ed il 1991, il crescente smantellamento dei movimenti antisistema (tanto della Vecchia come della Nuova Sinistra) raggiunse il culmine di disillusione circa la sua capacità di trasformare il mondo.

Ma proprio quando la marea dell'ideologia neoliberista sembrava raggiungere il suo apice, a metà degli anni novanta, l'onda cominciò a virare. Il punto di rottura fu la ribellione zapatista del primo gennaio del 1994. Gli zapatisti innalzarono molto in alto la bandiera dei settori più oppressi della popolazione mondiale, i popoli indigeni, e reclamarono il loro diritto all'autonomia e al benessere. Inoltre, lo fecero senza esigere la presa del potere dello Stato messicano, bensì cercando il potere delle loro stesse comunità, per le quali chiesero il riconoscimento formale del primo. E mentre la parte militare della loro ribellione arrivò molto presto ad una tregua, politicamente cercarono la "società civile" del Messico, e poi quella del mondo intero. Organizzarono incontri "intergalattici" nelle selve del Chiapas e riuscirono ad ottenere la presenza di un numero impressionante di militanti ed intellettuali di tutto il mondo.

Quando nel 2000 arrivò al potere in Messico un nuovo presidente (sottraendolo al decrepito movimento "rivoluzionario" al potere da 60 anni), gli zapatisti marciarono su Città del Messico per chiedere che i termini degli accordi della tregua del 1996 (i cosiddetti accordi di San Andrés) fossero messi finalmente in pratica dal governo messicano.

Quando la legislatura messicana non compì il suo dovere, a dispetto dell'enorme sostegno che gli zapatisti avevano nella "società civile", ritornarono nelle loro comunità in Chiapas e cominciarono ad implementare unilateralmente la loro autonomia, creando - di facto se non per legge - governi democratici, il proprio sistema scolastico e le proprie strutture sanitarie. Ma l'Esercito Messicano si è sempre mantenuto come contrappeso nei dintorni, minacciando potenzialmente di smantellare la loro struttura di fatto.

L'importanza degli zapatisti andò molto oltre gli stretti confini del Chiapas ed anche del Messico. Diventarono esempio della possibilità per altri in qualunque parte. Se negli ultimi cinque anni la maggioranza dei paesi sud-americani hanno messo al potere governi populisti/di sinistra, l'esempio zapatista è stato parte delle forze scatenanti. Se i manifestanti di Seattle furono capaci di scompigliare la riunione dell'Organizzazione Mondiale del Commercio nel 1999 e si poterono fare manifestazioni simili a Genova, Quebec e in altri posti, come quest'anno a Gleneagles, in non poca misura questo è stato ispirato dagli zapatisti. E quando nel 2001 il Forum Sociale Mondiale unì questo rinnovamento della lotta antisistema, gli zapatisti sono stati un modello eroico.

Ma ora, improvvisamente, nel giugno del 2005, gli zapatisti proclamano un'allerta rossa, invitano le loro comunità ad abbandonare i villaggi ed addentrarsi in montagna per realizzare una "consultazione" massiccia della base. La ragione?

Hanno detto di non poter più aspettare indefinitamente mentre lo Stato messicano ignorava le sue promesse fatte 10 anni fa
negli accordi della tregua. Si sono dunque dichiarati pronti "per rischiare il poco che avevano ottenuto" (cioè, la limitata autonomia di fatto senza base giuridica) col proposito di tentare qualcosa di nuovo.

Hanno dichiarato di aver terminato la prima fase della loro lotta e che era tempo di passare ad una seconda tappa che sarebbe politica e non militare, aggiungevano.

Nella terza ed ultima parte della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, diffusa il 30 giugno 2005, gli zapatisti offrono indizi chiari sulla linea politica che propongono. Non fanno menzione di partito politico alcuno, né in Messico né in nessun altro luogo. Dicono alla gente di ogni luogo, a chi lotta per i propri diritti, a quelli che stanno a sinistra, che gli zapatisti sono con loro. Parlano di creare una vasta alleanza politica in Messico - siamo indigeni, ma siamo anche messicani -. E parlano di creare una vasta alleanza politica nel mondo. Usano un linguaggio immediatamente includente - includente di tutti gli strati e tutti i popoli, e soprattutto di tutti i gruppi oppressi - ma nella sinistra, senza legarsi necessariamente a nessun partito.

Secondo la mia opinione, la questione più importante di questa iniziativa è il suo senso del tempo. Sono trascorsi 11 anni da quando la marea ha iniziato ad andare contro il neoliberismo e l'imperialismo. Ma per gli zapatisti non si è ottenuto quanto sufficiente. Ho la sensazione che non sono gli unici a pensarlo. Ho la sensazione che per tutta l'America Latina, specialmente in quei paesi dove i gruppi populisti o di sinistra sono arrivati al potere, c'è una sensazione simile che non sia sufficiente, che questi governi abbiano fatto molte concessioni, che l'entusiasmo popolare si esaurisca.

Ho l'impressione che nel Forum Sociale Mondiale ci sia questa stessa sensazione che quanto ottenuto da quando iniziò nel 2001 è notevole, ma non sufficiente, e che non si può continuare a fare sempre le stesse cose. Anche in Iraq ed in Medio Oriente in generale sembra esserci la sensazione che la resistenza all'interventismo machista degli Stati Uniti sia stata sorprendentemente forte, ma, anche così, non sia stata sufficiente.

Nel 1994 la ribellione zapatista fu il barometro di un rifiuto al senso di incapacità che aveva cominciato ad impadronirsi della spinta antisistema mondiale. Servì allora per ad avviare una serie di altre iniziative.

Oggi, quando gli zapatisti ci dicono che la loro prima tappa è ormai conclusa e che non possiamo fermarci qui, sembrano di nuovo essere il barometro di un cambiamento di sentimenti in altre parti. Gli zapatisti vogliono muoversi verso una seconda tappa - politica, includente - ma sono ancora lontani dall'aver spiegato in dettaglio i loro obiettivi.

Saranno ora l'ispirazione di una rivalutazione simile per tutta l'America Latina, nel Forum Sociale Mondiale e in tutti i movimenti antisistema del pianeta? Quali saranno gli obiettivi dettagliati della fase successiva?

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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