La Jornada - Martedì 19 Luglio 2005
"Mancano solo 16 morti per raggiungere la cifra del 2004", dice Salvatore Zamora
La Pattuglia di Confine ha contato 314 morti di connazionali quest’anno
La frontiera col Messico rende vulnerabile il mio paese ad atti terroristici” - Ribadisce che il traffico di clandestini è più redditizio di quello della droga
PATRIZIO MUÑOZ RÍOS

La frontiera Messico-Stati Uniti è vulnerabile ad atti terroristici, perché per questa zona arrivano una gran quantità di emigranti provenienti di paesi come Siria e Corea del Nord – ha dichiarato il portavoce della Pattuglia di Confine (Border Patrol), Salvatore Zamora, che ha detto che in quest’anno sono morti 314 messicani nel tentativo di passare in USA attraverso Yuma, Tucson ed Arizona.

In teleconferenza nell'ambasciata degli Stati Uniti in Messico, Zamora ha lanciato un appello agli emigranti messicani affinché non attraversino la frontiera, poiché nel corridore della morte le temperature oltrepassano i 45 gradi e hanno provocato centinaia di morti per disidratazione.

È urgente – ha detto - decretare una "allerta massima", perché il traffico di persone è arrivato ad una tale dimensione che è già più redditizio del commercio di droga e "siamo a 16 morti dalla cifra totale dell'anno scorso".

Il portavoce della Border Patrol prevede che il numero di messicani morti possa superare nei prossimi mesi visto che nell'anno fiscale passato – dall’ottobre del 2003 al settembre del 2004 -, ci furono 330 morti. Solo in luglio sono morti 22 clandestini messicani nel deserto dell'Arizona.

Per Zamora, il periodo agosto-ottobre è il più difficile per tentare di riscattare gli emigranti, per le condizioni climatiche ed il gran flusso di clandestini, per cui si organizzano gruppi specializzati dell'Unità di Ricerca e Riscatto della Border Patrol.

Perciò, è importante che la Gruppo Beta, del Messico, partecipi alla lotta contro il traffico di clandestini e si continui con i programmi Iniziativa di Sicurezza di Confine e di Rimpatrio Volontario. Tuttavia, ha aggiunto, ciò che è fondamentale è intraprendere una campagna di diffusione sui rischi che implica attraversare la frontiera.

Zamora ha accusati i trafficanti di clandestini di abusare della necessità della gente, perché fanno credere al clandestino che l'attraversamento sarà semplice, mentre in realtà mettono in pericolo la loro vita. Ha condannato anche l’alto costo riscosso per guidare gli emigranti da chi poi li abbandona molto spesso nel deserto.

Narcotraffico, un altro gran problema

Per il numero crescente di emigranti di diverse nazionalità fermati nel suo paese, è ovvio pensare che il Messico si sia trasformato nell'anticamera dei clandestini provenienti dall’Honduras, dal Brasile, da El Salvador, dal Guatemala e dalla Repubblica Dominicana.

L'altro grande problema per entrambi i paesi nella zona di confine è il narcotraffico le cui attività si concentrano nelle regioni vicine al New Messico, come nell'est dell'Arizona, San Luis Rio Colorado e Yuma, e… la Pattuglia diConfine continuerà a combattere a questi delinquenti.

Alla videoconferenza ha partecipato anche l'incaricata del programma Iniziativa di Sicurezza di Confine, Gloria Chávez che ha spiegato che sono ritornati in Messico 7 mila 282 connazionali dentro il piano Rimpatrio Volontario, messo in marcia da entrambe le nazioni lo scorso mese.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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