La Jornada - 20 febbraio 2005
Messico: con facciata conservazionista opera l'hotel di prima classe Lacandonia
Ingenti fondi pubblici spostati sul progetto di un'associazione civile. Ex funzionari come Julia Carabias e Javier della Mazza coinvolti nell'iniziativa

Ejido Boca de Chajul, Chis. 20 febbraio - Dalla terrazza dell'hotel Lacandonia il fiume Lacantún scorre tranquillo. Sull'altra sponda si trova la riserva della biosfera la cui proprietà è attribuita, con tutti i mezzi legali disponibili, alla comunità lacandona, composta da circa 600 individui (in ragione di mille ettari per persona) che resiedono a centinaia di chilometri da qui. Ma questo è stato lo strumento più efficace dei conservazionisti e dei governi per "salvare" i Montes Azules, scacciare ed espellere altre comunità stabilitesi nella zona e sviluppare progetti ecoturistici ed aprire surretizzamente la porta di servizio della nazione ad imprese ed interessi che in qualche modo sono già entrati in Messico da tutte le porte.

Sicuramente è plausibile l'attenzione per la ricchezza selvaggia. Ma come, perché e per chi? Gli interrogativi si moltiplicano. Come ci è arrivato un hotel di prima classe fino al confine dalla selva degli indigeni del Chiapas? Tutto incomincia con una saga familiare che, nel corso degli anni, è divenuta istituzionale. Un documento diffuso da Iniciativa Mexicana para el Aprendizaje y la Conservación (IMAC), racconta che "la storia della stazione Chajul cominciò negli anni settanta, quando Roberto de la Maza ed i suoi figli Javier e Roberto intrapresero una serie di viaggi alla selva Lacandona in cerca di nuove specie di farfalle. Nel 1974 arrivarono a Bonampak e Yaxchilán, nel frattempo cercavano piste di atterraggio che permettessero loro l'accesso".

A caccia di farfalle

Nel 1979 arrivarono a Chajul dove catturarono farfalle della specie Agrias, ritrovamento che produsse ulteriori visite. Si era appena decretata la creazione della riserva della biosfera dei Montes Azules (12 gennaio 1978) e Marquéz de Comillas era ancora coperto di foreste per il 95%. "Si ritenne necessario creare una presenza permanente, sul lato della riserva, per evitare la sua distruzione. Nel 1981 Javier de la Maza organizzò un viaggio ecoturistico a Chajul, come uscita sul campo dopo il congresso Messico-Stati Uniti di lepidotterologia, e nel mondo accademico cominciò a correre la voce della ricchezza della zona".

Nel 1983, con la direzione di De la Maza, l'allora Segreteria di Sviluppo Urbano ed Ecologia (Sedue) pianificò la realizzazione di cinque stazioni sul campo. Nel 1984 si incomincia a costruire quella di Chajul. "In quegli anni aumentò drasticamente il disboscamento dell'area, dovuto in parte alla manodopera economica presente con l'arrivo dei rifugiati guatemaltechi".

Nel 1985 arrivarono i primi ricercatori della UNAM, ma la Sedue bocciò il progetto e la stazione fu abbandonata. Nel 1987 Conservation Internacional México, attraverso De la Maza, propose un piano di conservazione per la selva Lacandona che includeva il recupero di Chajul. Questo avvenne con l'appoggio della Fondazione McArthur nel 1989.

Tra il 1991 e 1993 ci fu un accordo tra l'Istituto di Ecologia della UNAM e la stazione biologica. Nel 1992 Chajul rimase a carico di Conservation International e nel 1998 passò nelle mani di Espacios Naturales y Desarrollo Sustentable (Endesu), associazione civile animata da Julia Carabias, Javier de la Maza ed i fratelli José ed Arturo Warman (ormai scomparso), tutti funzionari durante i governi di Carlos Salinas ed Ernesto Zedillo. Quello che il documento non dice è che nel 1999 Carabias e De la Maza, ancora funzionari della Semarnap, raggiunsero un accordo tra il governo messicano ed il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo per 7 milioni 427 mila pesos destinati alla Selva Lacandona.

La somma fu trasferita totalmente a Endesu per trasformare la stazione in Hotel Lacandonia e costruire una nuova stazione sul fiume Tzendales."La missione della stazione è la conservazione delle risorse naturali dentro la sua area di influenza". I suoi obiettivi sono la conservazione delle rive del Lacantún "come confine di difesa della riserva di fronte alle pressioni provenienti dalla regione di Marquéz de Comillas", la ricerca e la sua "proiezione nello scenario internazionale".

Secondo i suoi promotori, "non è un progetto ecoturistico tradizionale, poiché non cerca di ottenere e spartire utili, ma solo la sua sostenibilità economica; non cerca pubblicità per aprirsi a flussi nazionali ed internazionali di turismo e non è aperto al turista occasionale, non è riportato su guide ed agenzie di viaggio ed è chiuso al pubblico generale. Non si sta pianificando un nuovo modello ecoturistico, ma quanto necessario per la stazione, prendendo in considerazione tutte le sue specificità ed il suo ambito, come i governi e le situazioni locali, lo zapatismo e l'ambito conservazionista attuale".

Considerano necessario il consenso della società per la conservazione della selva Lacandona. "Per questo è importante ottenere l'appoggio di settori e personaggi 'chiave' ", sottolineano. Le entrate si reinvestono nel progetto stesso. Il modello ecoturistico si basa sulla formazione di gruppi "coerenti con la loro formazione". Si ammettono tre tipi di visitatori: locali, urbani e specializzati. Per ottimizzare la trasmissione del messaggio di conservazione, i diversi gruppi si gestiscono in maniera diversa.

"Muoversi per il Lacantún è pericoloso per le sue correnti ed i tronchi sommersi. Siccome sentieri e fiumi sono mutevoli e contengono pericoli imprescindibili, la stazione dispone di un gruppo di guide un altro di guide interpreti; questi ultimi hanno come compito di trasmettere le conoscenze sulla selva ed il messaggio di conservazione".

Davanti alle critiche di ONG ambientaliste e di diritti umani, José Warman, dirigente di Endesu, in un'intervista ai giornali di un anno e mezzo fa, disse che la sua intenzione era di difendere la selva, "non trasformarla", e negò la presenza di multinazionali: "Io non le vedo da nessuna parte". Giustificò i finanziamenti privati al progetto e disse che erano "completamente false" le accuse sulla funzione del progetto conservazionista-scientifico-ecoturistico sviluppato a Chajul.

Il fiume Lacantún passa sotto la terrazza, solitario e silenzioso. Appartenendo, da quanto si vede, al genere "turista occasionale". Esco dall'hotel Lacandonia lasciando la porta come l'ho trovata: mal chiusa.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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