La Jornada 18 aprile 2005
SALUTE, EDUCAZIONE, DONNE E PRODUZIONE, ASSI PORTANTI DEL PROGRESSO NELL'AUTONOMIA ZAPATISTA
HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

Ejido Morelia, Chis. 17 aprile - Nel caracol"Torbellino de nuestras palabras" si lavora incessantemente e costantemente. Decine di indigeni, membri del governo autonomo regionale o municipale, oppure delle diverse commissioni, frequentano corsi, riunioni, discussioni, incontri con altri contadini e a volte ricevono visitatori di diverse parti del mondo. Oggi, per esempio, arriva un gruppo di dentisti che impartirà corsi e farà delle visite. Secondo la giunta di buon governo (JBG) "Corazón del arcoiris de la esperanza" gli "assi" più importanti per lo sviluppo dell'autonomia sono stati la salute, l'educazione, la produzione e le donne. E loro fanno "quello che possono" per avanzare in questi aspetti di governo.

L'orario di lavoro della JBG è esposto su una parete dell'ufficio, una stanza dotata di archivi, una calcolatrice vecchia, un paio di finestre, un tavolo rotondo coperto di carte, molte panche ed alcune sedie: "6-7, sport; 7-8, lavoro; 8-9, colazione; 9-12 lavoro; 12-1, posol; 1-3, lavoro; 4-7, lavoro; 7-8, cena; 8, riposo". Un giorno intero, senza remunerazione e con molte responsabilità.

Allo stesso modo, i membri dei diversi consigli autonomi ed i delegati delle commissioni e i gruppi di lavoro, si dividono ogni giorno della settimana il servizio in cucina, così che si può vedere la scena, poco abituale in altre parti, di un presidente municipale che serve fagioli o lava i piatti per i suoi compagni.

In un'intervista inedita con la Rete di Solidarietà con il Chiapas, di Buenos Aires, Argentina, questa stessa JBG spiegava tempo fa il suo funzionamento e le idee che alimentano il particolare governo autonomo: "L'importanza dell'autonomia nella lotta zapatista è che nasce dal popolo, è la comunità stessa che si organizza per scegliere le sue autorità, la comunità insieme alle sue autorità realizza i suoi piani di lavoro".

"Non facciamo lo stesso lavoro che fa il governo ufficiale. Lì comanda uno o un gruppo specializzato. Nell'autonomia zapatista tutti comandano. Qui, ti rendi conto che tutti si muovono, nessuno resta seduto a scrivere alla sua scrivania. Tutti leggono, tutti scrivono, tutti giocano. Tutte le attività sono svolte da tutti. Non è come un governo ufficiale dove il presidente è quello che comanda, 'Voi andate là. Voi altri di là' e così via".

Probabilmente questo è il caracol zapatista dove la partecipazione delle donne è più numerosa e significativa (tzeltales e tojolabales) in funzioni di governo dentro la JBG, la commissione di vigilanza o i consigli autonomi. Come dichiara un membro della giunta, "stiamo vedendo una vittoria in questa forma di governo, perché è collettiva, tutti qui siamo attivi, tutti parliamo e prendiamo le decisioni tutti insieme".

La stessa JBG ha detto: "La comunità si è resa conto della necessità. Se non se ne fosse resa conto tutto sarebbe ancora uguale a prima. Per esempio, esistono commissioni di salute. Si fanno corsi sulle conoscenze dei nostri antenati e si riscatta la medicina tradizionale. Anche per le levatrici. Si stava dimenticando tutto questo. Perché si deve riscattare la saggezza degli antenati? Perché non c'è alternativa, perché se vai in un ambulatorio ufficiale, ricevi solo disprezzo. Allora, perché la gente dovrebbe andare a morire là? Preferisce morire qui degnamente con la sua medicina. In base a questo il popolo si organizza, si preoccupa in nominare la sua commissione. Qual'è il suo lavoro? Coordinare i promotori di salute di queste comunità. Come si formano? Tra loro. Inoltre, è sempre più possibilità che arrivi qualcuno da un altro paese o nazionale che dice, 'io sono medico e voglio collaborare', e noi gli rispondiamo che va bene, dacci una mano".

Espressamente, le giunte zapatiste si presentano come un'alternativa di governo regionale basato nel servizio agli altri, in condizioni permanenti di resistenza. Dal 1994 alcuni progressi, come la creazione di villaggi e la realizzazione di cliniche, sono notevoli. Oggi esiste una secondaria in ogni municipio ed una primaria in ogni comunità. Le JBG cercano l'equilibrio tra i municipi autonomi, hanno applicato la giustizia e risolto conflitti agrari.

Tutto questo sotto accerchiamento militare e costosa contrainsurgencia. "Non facciamo differenze tra priisti o no, non risolviamo solo problemi tra zapatisti e non zapatisti. Risolviamo anche problemi tra priisti, perché sono molto filogovernativi, ma la corruzione è tanto grande nel governo ufficiale che a volte neppure loro li sopportano, allora vengono qui a consultarsi. Semplicemente diamo loro la nostra parola ragionevole. Diciamo loro che vogliamo l'armonia, e non chiediamo niente".

In questa occasione, la JBG di Morelia parla poco con me ma mi permette di presenziare alle attività quotidiane di un caracol dove tutto succede alla luce del sole. Un giorno nella vita di un governo collettivo è molte vite e non basta, ci vorrebbero più giorni. Le sue attività sono una costante necessità di pensare e decidere.

"Abbiamo sentito la necessità che i bambini cambiassero mentalità perché se continuiamo a dare loro libri della stesso idiozia del governo, diventiamo sempre più idioti. Dicono i vecchi: 'Noi siamo intelligenti'. Che cosa ci ha fatto vivere fino ad oggi nonostante tanta ingiustizia? I nostri saggi ci hanno parlato di questo. Che cosa imparano da là dentro? È solo un maquillage ma qui è vita. Là muore il nostro spirito. Invece, nelle comunità si insegna l'amore, impara a condividere, a convivere".

Nell'intervista-messaggio rilasciata ai gruppi solidali dell'Argentina, questa JBG chiarisce: "Non rifiutiamo la scienza, ma l'applichiamo dalla nostra storia. Qui formiamo un pensiero più umanitario. Non stiamo producendo solo individualmente, ma nelle comunità ci sono collettivi di uomini e donne. Allo stesso modo, ogni municipio autonomo ha le sue attività. Per la maggior parte, quello che produciamo lo utilizziamo per coprire le necessità dei nostri municipi. Facciamo quello che possiamo, non siamo una guida. Semplicemente, noi creiamo la nostra realtà".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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