Il Senato messicano ha approvato con 79 voti a favore e 2 contrari la
riforma degli articoli 14 e 22 della Costituzione del 5 febbraio 1917,
cancellando sanzioni come la pena di morte, la mutilazione e altre torture o
punizioni corporali o morali, come frustate e infamia, oltre che multe di
importo eccessivo e la confisca dei beni. Quello della Camera alta del
Parlamento messicano non è un atto rivoluzionario, bensì la semplice
ricezione a livello costituzionale e normativo della soppressione di
pratiche ormai passate in disuso, oltre che gravemente lesive del rispetto
dei diritti della persona. A parte la frusta, il palo e altre forme di
tortura o di costrizione, da tempo bandite nella pratica giudiziaria,
l'ltima condanna alla pena capitale è stata comminata da un tribunale nel
1961. Con l'approvazione della riforma, dunque, il Senato messicano ha
inteso trasformare in legge dello Stato delle consuetudini e cancellare
definitivamente dall'ordinamento nazionale pratiche ormai da tempo decadute.
[LL]
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