Da La Foja Coleta
n. 1463 - martedì 18 gennaio 2005
PROVOCATORIE LE DICHIARAZIONI DI FOX
Il vescovo avverte che possono generare delle risposte violente

- Carlos Herrera -

Il vescovo della diocesi di San Cristóbal de Las Casas, Felipe Arizmendi Esquivel, ha affermato che le dichiarazioni fatte dal presidente Vicente Fox sullo zapatismo possono essere una provocazione verso il gruppo guerrigliero.

"Quando ho sentito che il signor presidente della Repubblica (Vicente Fox) ha detto che lo zapatismo era qualcosa che appartiene ormai al passato mi sono preoccupato perché secondo me è una frase sbagliata, fortunatamente lui stesso l'ha ripresa correggendosi, ma resta sbagliata e al tempo stesso provocatoria".

"Lo zapatismo non è morto, non è una cosa del passato, è sotto i nostri occhi perché gli stessi zapatisti stanno tentando di cercare delle alternative per una società più giusta, un'istruzione adeguata alle varie culture, un'organizzazione comunitaria che sia conforme alle loro tradizioni", ha aggiunto.

"Mi sono preoccupato molto del fatto che il presidente della Repubblica facesse affermazioni di questo tipo, dato che questo dimostra che su molte questioni forse i suoi collaboratori gli forniscono delle informazioni sbagliate e questo è molto delicato (...). Ribadisco che la frase è sfortunata. Speriamo che non provochi reazioni negative".

"Mi sono molto preoccupato perchè si sarebbe potuto provocare una reazione dell'EZLN volta a dimostrare che è vivo e attivo e questo può riattivare risentimenti e la tentazione di ritornare alla violenza", ammettendo però, nell'intervista in Cattedrale, che gli indigeni non hanno voluto continuare per la via armata.

Per il vescovo della diocesi di San Cristóbal de Las Casas, la maggioranza delle persone del comando zapatista "è gente pacifica, gente per bene, anche se non mancano alcuni che vorrebbero riprendere la via armata e dichiarazioni di questo tipo sono provocatorie e per questo mi sono preoccupato".

Ha spiegato che secondo lui tra gli zapatisti "ci sono problemi, ci sono difficoltà, molte persone indigene non sono d'accordo con loro (gli zapatisti); è pur vero che c'è un doppio quadro giuridico nelle comunita e questo crea problemi".

Relativamente alla "fabbrica di frittura" che è stata inaugurata a Comitán durante la visita di Vicente Fox, Azimendi ha precisato che queste imprese "aiutano, danno qualche posto di lavoro, ma non sono la soluzione di fondo, non possiamo accontentarci di soluzioni che sono solo transitorie e superficiali".

"Certo, si sta facendo qualcosa, non possiamo dire che sia un male; male sarebbe accontentarsi di queste misure che sono insignificanti se confrontate con i gravi problemi presenti", come quello dell'abbandono della campagna: la gente sta emigrando perché non ha di che mangiare.

Nelle comunità il vescovo vede ancora molta emarginazione, tanta gente non ha neppure un'aspirina per curarsi, in tanti posti non c'è neanche una strada e sono ancora senza luce elettrica, insomma "diciamo che si deve fare ancora molto, non possiamo cantar vittoria".

Anche se - ha ribadito - le cose sono migliorate, cioè "io sono qui in Chiapas da quasi 14 anni ed ho visto nuove strade, qualche scuola in più, più ospedali ed i diversi governi hanno cercato di fare il possibile per abbattere la miseria ma l'arretratezza è così grave che nessun governo ha fatto abbastanza".


LA FOJA COLETA
Direttrice: CONCEPCIÓN VILLAFUERTE
Editore: Amado Avendaño Figueroa
Collaboratori: Heriberto Velasco, Manuel Martínez López, Carlos Herrera (portavos@hotmail.com)
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(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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