La Jornada - Sabato 17 settembre 2005
L'EZLN è pronto per proseguire la lotta anche senza il Sup
Marcos inizierà il percorso per il paese il 1º gennaio
Non provocheremo azioni di guerra, per questo il subcomandante sarà disarmato – ha detto il tenente colonnello Moisés

ELIO HENRIQUEZ - CORRISPONDENTE

La Garrucha, Chis, 16 settembre - L'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale ha annunciato che il subcomandante Marcos sarà a capo della delegazione nella prima tappa dell'altra campagna che avrà inizio il primo gennaio del prossimo anno in San Cristóbal de Las Casas e finirà il 24 giugno.

L'annuncio è stato dato questa notte dal tenente colonnello Moisés che ha detto che il Sup sarà disarmato, "solo con le armi che Dio gli ha dato" e con le sue inseparabili pipe "tarlate che fanno parte della sua vita". "Vi diamo l’incarico perché ora la sua sicurezza esce dal nostro controllo" ed ha aggiunto che l'EZLN è pronto a continuare la lotta nel caso che a Marcos succeda qualcosa.

"Ascoltate bene: la nostra iniziativa è politica e democratica, non di pallottole; il compagno subcomandante insurgente Marcos esce senza armi, la nostra lotta è di parole e di idee" - ha proclamato Moisés, che non appariva e non parlava in pubblico da più di quattro anni, da quando aveva ancora il grado di maggiore.

È iniziata oggi alle 20 la riunione plenaria per costruire una forza politica di sinistra e per concretizzare i piani del lancio dell'altra campagna e Moy ha precisato davanti ai più di mille presenti, a fianco di Marcos e del comando generale dell'EZLN, che il "mal governo" fallirà in qualsiasi tentativo di farla finita con la lotta dei ribelli chiapanechi.

Il tenente colonnello ha insistito su di un punto: col percorso dell'altra campagna non vogliamo provocare azioni di guerra perché ci siano dei morti: quello che vogliamo è che ci siano delle vite non dei morti".

Tuttavia, ha affermato che questa è l'ora di dire insieme ai poveri del Messico "ora basta, perché altri si vogliono impadronire della nostra patria e se non lottiamo nessuno verrà a liberarci dal marciume nella quale ci vogliono" mettere i potenti.

È stato Moisés a dare la parola a Marcos che aveva presentato a sua volta lui, le comandanti che hanno parlato - Ramona ed Esther - ed i comandanti Zebedeo, David e Tacho. Scherzando sui pre-candidati presidenziali dei partiti Azione Nazionale, Rivoluzionario Istituzionale e della Rivoluzione Democratica - soprattutto su Andrés Manuel López Obrador -, il Sub ha presentato la proposta dell'EZLN per iniziare e dare una direzione all'altra campagna.

Per incominciare ha detto che non si apriranno conti bancari per appoggiare l'iniziativa zapatista, poiché l'idea è che si realizzi con l’apporto delle organizzazioni e della gente che la sostiene, sulla quale ci saranno prossimamente delle relazioni dettagliate. Ha aggiunto che non si accetteranno apporti da istituzioni né partiti politici e neanche regali personali, che in ogni caso devono essere inviati alle comunità.

Quindi ha informato che "la delegazione zapatista" inizierà il percorso per il paese il primo gennaio del 2006 in San Cristóbal de Las Casas, dove "abbiamo dichiarato guerra" al governo quello stesso giorno ma nel 1994. La prima settimana la commissione, con lui a capo, percorrerà il Chiapas, dopo andrà alla penisola e poi in tutti gli altri stati. In alcuni casi visiterà uno stato per una settimana, in altri per due. L'ultima riunione sarebbe una plenaria che è programmata per il 24 giugno 2006 nel Distretto Federale, ed il suo ritorno in Chiapas è previsto per il 25 di quel mese, "per aspettare che passi quello che deve passare".

Ha affermato che la seconda uscita è prevista agli inizi di settembre del prossimo anno per finire nel marzo del 2007, quando sarà sostituito "da una nuova squadra". Ha chiesto a coloro che hanno aderito alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona che prevedano sostituzioni affinché qualunque repressione non decapiti l'altra campagna.

Ha ribadito che nella Sesta Dichiarazione e nell'altra campagna l'EZLN mette la sua vita, la sua sopravvivenza come organizzazione, la sua autorità morale ed i successi modesti a cui è arrivato.

Prima di rendere note le date ed il percorso dell'altra campagna, Marcos ha parafrasato "una poesia che divenne canzone, si trasformò in inno e fu castrata nelle sue parole". Quindi, apparentemente diretto a López Obrador, ha letto: "Non più dittatori, né salvatori supremi, né cesare né borghese, né Dio, né Andrés né Marcos, nessuno sarà la sua propria redenzione". Era una parte dell’Internazionale, ma già modificata, ha spiegato.

Terminando la cerimonia inaugurale di due ore, Marcos domandò ai presenti se erano d’accordo che la commissione sesta dell'EZLN continuasse a presiedere il tavolo e la maggioranza ha votato per il sì.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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