La Jornada 17 marzo 2005
Due autisti fermati per 12 ore da membri della CROM
Accaparratori del trasporto pubblico bloccano il lavoro degli zapatisti di Tierra y Libertad
Il governo statale protegge "chi si crede padrone della strada", denuncia la JBG

HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

La Realidad, Chis., 16 marzo - La giunta di buon governo (JBG) "Hacia la Esperanza" denuncia che autisti di Comitán, protetti dal governo statale, impediscono di lavorare ad autisti del trasporto pubblico che sono basi di appoggio zapatiste a Frontera Comalapa, all'interno del municipio autonomo Tierra y Libertad. Il 7 marzo, membri della Confederazione Regionale Operaia Messicana (CROM) e la società Taoza hanno sequestrato per 12 ore due autista zapatisti e li hanno privati dei loro veicoli.

I fatti sono accaduti all'altezza di La Trinitaria, sulla Panamericana, ed hanno visto come protagonisti i signori Amílcar Herrera e Cesar Espinoso Noriega. "Gli Herreras, noti come capi e padroni delle vie di comunicazione in questa zona, non permettono ad altri di effettuare il servizio di trasporto per la gente, mentre loro possiedono diversi veicoli e ( Pablo) Salazar Mendiguchía li protegge ed obbedisce agli ordini di queste persone", si legge in una denuncia della JBG diffusa oggi.

Intervistata nel caracol di La Realidad, la JBG aggiunge che la famiglia Herrera, non solo si accaparra il trasporto, ma appalta un buon numero di licenze ufficiali ad altri autisti. "È un'ingiustizia", dice Doroteo. Spiega che la giunta ha inviato lettere al governatore Salazar Mendiguchía per chiedere di risolvere il problema degli autotrasportatori di Frontera Comalapa "ai quali si nega il diritto di lavorare onestamente".

Diversi mesi fa, davanti alla mancanza di risposta, gli autotrasportatori hanno cominciato a lavorare ma sono stati bloccati da altri gruppi del settore. "Abbiamo insistito con il governatore affinché risolvesse la questione e lui ha mandato il segretario dei Popoli Indios, Juan Vázquez a dialogare con i compagni; a sua volta questi ha inviato un delegato che si era impegnato a nome del governo a fare da tramite diretto per garantire le licenze".

Sono passati i mesi. "Abbiamo chiesto ancora a Pablo Salazar che cosa stava succedendo e lui responde proponendo di assegnare un'altra tratta ai compagni, diversa da Frontera Comalapa-Comitán, per evitare problemi con le altre linee. Non è quello che abbiamo chiesto. I compagni non accettano un'altra tratta", sottolinea Doroteo.

Il comunicato della JBG segnala: "Questi nostri compagni, stanchi di aspettare una risposta di Salazar, il 21 febbraio hanno deciso di incominciare a lavorare perché la fame delle loro famiglie non poteva più aspettare". Ma, fa notare il portavoce delle autorità autonome, "una delle concessionarie, Rápidos de la Frontera, parlò con i compagni, perché le loro fermate erano vicine. Chiese di spostare la fermata, senza sollevare problemi per usare la stessa tratta. Era un buon accordo ed i compagni accettarono. Non tutti gli autotrasportatori hanno cattiva volontà".

Hanno lavorato undici giorni. "Il 7 marzo, alle 5 del mattino, uno dei nostri compagni stava percorrendo la sua tratta. Quando sta arrivando a La Trinitaria, lo stanno aspettando quelli di CROM e Taoza e gli Herrera di Comitán che si credono padroni della strada; lo hanno tenuto rinchiuso tutto il giorno in una casa. Poi, è successo lo stesso ad un altro compagno. Ed hanno bloccato la strada. Hanno chiesto l'intervento della polizia stadale. È arrivata la Polizia Federale Stradale che ha rimosso il blocco ma non ha fatto nulla per liberare i compagni sequestrati".

Finalmente, verso le 18, sono arrivati gli incaricati della Segreteria Comunicazioni e Trasporti statale, hanno liberato i rapiti ed hanno portato i loro veicoli presumibilmente a Tuxtla Gutiérrez. "Fino ad ora non si conosce dove siano stazionati questi veicoli che sono di proprietà di Antonio Huesca Hernández e di Yolanda Ramírez Robledo", dice la JBG.

Gli accaparratori del trasporto avrebbero minacciato di fare altre azioni: "Questo è stato un avvertimento di quello che faremo in futuro", hanno dichiarato a Nuevo Diario di Comitán il 9 marzo. In quell'occasione, il boss di Comitán aggiungeva: "Se le autorità non vogliono fare niente, agiremo noi e quando troveremo un'auto pirata sulla nostra strada in questo tratto carrozzabile lo fermeremo, che sia o non sia zapatista".

Ciò nonostante, la JBG afferma che vengono aggrediti solo agli autonomi, e questo "è una chiara dimostrazione che il problema è proprio l'essere zapatisti".

E domanda: "Questa è la giustizia, l'uguaglianza, la democrazia, il lavoro di cui tanto parla il presunto governo 'per tutti' di Pablo Salazar? Priva dei mezzi di lavoro chi già non ne ha, appoggia chi ne ha di più, e permette che gli accaparratori delle strade si trasformino in agenti di transito".

Le autorità autonome esigono il rilascio dei veicoli "e la libertà di lavoro per i nostri compagni", e dichiarano: "In questo paese non c'è veramente un governo che sia per il popolo. I governi continuano solo a proteggere gli interessi di caciques ed impresari locali, nazionali e stranieri, reprimono il popolo quando chiede spazi dove lavorare degnamente rispettando queste autorità, ma loro stessi fanno sì che si perda il rispetto e si prendano altre misure. Ci arrestano solo perché vogliamo lavorare. Quale è l'alternativa di vita per il popolo?", concludono nel loro messaggio Rolando, Fabián, Doroteo e Robin, membri della JBG.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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