La Jornada 17 febbraio 2005
A SIMOJOVEL INAUGURATA LA SEDE DEL MUNICIPIO RIBELLE"DIECISEIS DE FEBRERO"
HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

Dieciseis de Febrero, Chis., 16 febbraio - A nove anni dalla firma degli accordi di San Andrés tra l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) ed il governo federale, il municipio autonomo ribelle chiamato precisamente Dieciséis de Febrero, ha inaugurato la sua casa municipale ed ha reso pubblica la sua esistenza nelle terre di Simojovel.

"Questo nome non si cancellerà più. L'abbiamo fatto nascere e lo faremo crescere", ha comunicato il presidente del consiglio autonomo davanti a circa 1.500 persone riunite nella spianata della comunità tzotzil Las Limas, tra Los Altos e lo zona nord dello stato, per celebrare l'avvenimento.

"La decisione di formare questo municipio è stata presa nel 2003 da tutte le basi d'appoggio zapatiste delle regioni San Marcos e Tierra y Libertad, ed in una riunione generale abbiamo scelto le nostre autorità affinché possano comandarci ubbidendo. Sono state scelte 33 persone che formano il consiglio comunale autonomo. Dal presidente fino all'ultimo dei poliziotti, ognuno ha dichiarato che 'compirà' i suoi incarichi. Sarà un lavoro difficile e di gran coscienza.

Nella riunione si votò per il nome, quello di una data molto importante per i popoli indigeni del Messico", prosegue il presidente del consiglio. "Poi, il 28 maggio 2003, si tenne una riunione delle basi d'appoggio e delle autorità locali, regionali e del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno dell'EZLN e lì furono distribuiti gli incarichi ai nostri rappresentanti autonomi". Nell'agosto dello stesso anno sono state create le giunte di buon governo (JBG) e questo municipio si è incorporato in quella di Oventic.

La cerimonia è stata onorata oggi a mezzogiorno dalla presenza e dalle parole dei consigli autonomi ribelli di San Andrés Sakamch'en de los Pobresi, San Juan de la Libertad e Magdalena de la Paz, tutti appartenenti al caracol "Resistenza e ribellione per l'umanità".

Con l'appoggio economico della JBG, i contadini di questi tre municipi ribelli hanno lavorato alla costruzione della sede autonoma e della biblioteca di Dieciséis de Febrero.

"Nessuno oramai può fermarci. Questo è un altro passo avanti nel cammino verso la democrazia, libertà e giustizia", ha manifestato il presidente autonomo di Magdalena de la Paz: "Spero che un giorno i nostri figli comprenderanno l'importanza dei nostri governi autonomi".

Il presidente autonomo di San Andrés, impugnando il suo scuro 'bastone del comando', con cappello di nastri colorati e portamento solenne ha dichiarato: "raccomando alle autorità di questo municipio di non scoraggiarsi, di continuare a mantenere il nostro impegno. Non siamo qui per denaro, ma per amore verso il popolo. E raccomando anche a voi, basi d'appoggio, di continuare a lottare, ad organizzarsi, di non lasciar sole le vostre autorità. Solo insieme e in accordo possiamo avanzare".

Sei miliziani zapatisti in uniforme, con passamontagna e disarmati, hanno portato la bandiera nazionale per rendere gli onori. Sguivano altri cinque miliziani che scortavano la bandiera rossa e nera dell'EZLN. Il promotore d'educazione della comunità ha diretto l'Inno Nazionale ed il gruppo di cumbia Mágicos Locos ha intonato l'inno zapatista, cantato anche da tutti i presenti.

Il presidente del giovane municipio ribelle, vestito di bianco con cappello di palma e paliacate rosso al collo, ha riferito che le autorità autonome avevano iniziato a lavorare due anni fa senza un luogo fisso per il consiglio. "Le riunioni le facevano sotto gli alberi, quindi è nata la necessità di avere una sede municipale".

Aggiunge: "E' da 11 anni che lottiamo, ma il municipio Dieciséis de Febrero è veramente nuovo. Abbiamo una piccola biblioteca, un terreno per il rimboschimento, due scuole autonome, un gruppo di tessitrici artigiane ed un altro di artigiani di ambra".

Simojovel è la terra di tutta l'ambra chiapaneca e di "molti ostacoli". Inoltre, "abbiamo in programma una microclinica ed altri progetti produttivi per potere resistere al mal governo".

Il prigioniero numero sette

Considerata la storia regionale di Simojovel, riveste speciale significato la cerimonia cattolica officiata dal sacerdote Joel Padrón, per benedire le nuove strutture autonome prima della cerimonia inaugurale. Padrón è stato parroco di Simojovel per molti anni e dopo l'insurrezione zapatista, la gerarchia ecclesiastica lo trasferì alla vicina parrocchia di El Bosque. Conosciuto per il suo impegno con gli indigeni della zona, negli anni '80 e '90 ricevette numerose minacce ed accuse dai governi statali e dai caciques allevatori. Nel 1990, l'allora governatore Patrocinio González Garrido lo mise in prigione per vari mesi nella cella numero sette del carcere di Cerro Hueco. Considerando la giovane età della maggioranza degli indigeni presenti, è molto probabile che siano stati battezzati o sposati da Padrón, che ora svolge funzioni di vicario di pace nella diocesi di San Cristobal de las Casas. E' stato invitato in particolare dalle basi d'appoggio ribelli perché lo ricordano molto bene. Oggi, durante la messa - qualcosa di insolito nelle cerimonie politiche zapatiste - in tzotzil e in spagnolo, accompagnata da una banda di due trombe, due tromboni, due sax e due tamburi, il religioso ha affermato che Dieciséis de Febrero "non è un nome del passato, bensì del futuro".

Poi, mostrando ai presenti una copia del del suo libro "Testimonianza dal carcere", ha annunciato che lo avrebbe donato al consiglio e ne ha letto la dedica "a questo municipio autonomo a cui porgo le mie felicitazioni per avere deciso di convertire gli accordi di San Andrés in popolo e in storia che nessuno potrà fermare. Con profonda gratitudine ed ammirazione: Joel Padrón".

Mentre si scatenavano la festa ed il ballo, le autorità autonome hanno occupato il palazzo municipale (una casa di legno con pavimento di cemento e tetto di lamiera dove si trovano il tribunale, l'ufficio del consiglio e la sala delle riunioni). Qui non solo si applicano gli accordi di San Andrés, mai onorati dai poteri dell'Unione, ma questa data diventa un nome che commemora un successo dei popoli ed accusa il potere.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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