La Jornada 16 luglio 2005
Solo Radio Insurgente non ha ripreso le sue trasmissioni
AD OVENTIC PIÙ DI MILLE INDIGENI HANNO PARTECIPATO ALLA CELEBRAZIONE

ELIO HENRIQUEZ - Corrispondente

Oventic, Chis., 15 luglio - Dopo tre settimane di allerta rossa generale, oggi le attività sono tornate alla normalità nel caracol di questa comunità, dove più di mille indigeni sono arrivati per partecipare a gare sportive ed alla festa organizzata per l'inizio della nuova tappa nella lotta dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN).

Già molto presto sono stati rimossi i cartelli che segnalavano "allerta rossa generale" all'entrata del caracol, dai negozi, dalle cooperative artigianali, dagli uffici della giunta di buon governo (JBG) e dei municipi autonomi. A poco a poco, centinaia di indigeni - uomini, donne e bambini - ed alcuni meticci della società civile sono arrivati per partecipare alle attività organizzate dalle autorità civili zapatiste. "Siamo contenti, allegri, perché si è riaperto il caracol e la festa è per far ballare la gente", dichiara uno dei dirigenti ribelli che da questa mattina ricevono chiunque chieda informazioni.

Già prima di arrivare al caracol Corazón céntrico de los zapatistas delante del mundo si notava il movimento, perché decine di veicoli, camioncini e camion da trasporto, principalmente, erano parcheggiati sulla strada che passa davanti alle
strutture zapatiste. Il cartello di "allerta rossa generale" che il 20 giugno era stato posto davanti al caracol, è stato sostituito da un cartello che dice "Autisti, guidate lentamente. Entrata, non sostare".

La porta di accesso è stata aperta e la gente ha potuto passare senza intoppi. Questo pomeriggio c'erano più di mille persone e ne continuavano ad arrivare. Il silenzio di tre settimane si è trasformato in rumore e movimento. Abitanti di municipi e comunità vicine che per tutto il giorno sono passati su veicoli da trasporto pubblico o privato, guardavano con attesa il movimento di persone nel caracol che copre la regione de Los Altos del Chiapas.

Già da molto presto, un complesso musicale si è installato in fondo, sul palco dove si svolgono gli eventi politici, culturali e sportivi. Varie squadre di pallacanestro hanno partecipato al torneo. I membri della JBG hanno ripreso le loro attività, sospese - per la prima volta in due anni - dal 20 di giugno fino a ieri, per l'allerta rossa generale.

Nell'ufficio di accoglienza, due donne ed un uomo incappucciati ricevono giornalisti, componenti di organizzazioni non governative, studenti ed altre persone interessate ad avere maggiori informazioni sulle attività zapatiste. "Stiamo facendo quello che dice il comunicato (dell'EZLN) perché la parola si mantiene", dichiara l'uomo.

Anche le porte degli uffici dei municipi autonomi di San Andrés Sacam'chen de los Pobres e di Magdalena de la Paz, che stanno ad un lato della JBG, sono state aperte anche se i più affollati erano quelli del comitato di accoglienza, dove in certi momenti bisognava aspettare anche un'ora prima di essere ricevuti.

Dall'entrata fino in fondo al caracol, diversi indigeni hanno collocato banchetti per la vendita di frutta ed altri alimenti e di passamontagna, per quelli che hanno dimenticato di portarlo, che dal 1994 è uno dei principali simboli dello zapatismo.

Quella che oggi sembra non abbia ripreso le attività è Radio Insurgente, la voce dei senza voce, il cui segnale è stato ricevuto in questa zona fino al 20 di giugno, quando è stata decretata l'allerta rossa. Almeno fino alle 14 non era stato possibile sintonizzarsi sul suo segnale.

Nel capoluogo di San Andrés, dove si svolsero i dialoghi tra il governo federale e l'EZLN e dove il 16 febbraio 1996 si firmarono gli unici accordi (su diritti e cultura indigeni che non sono mai stati applicati), gli uffici della presidenza autonoma da questa mattina hanno cominciato a ricevere la popolazione in maniera normale.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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