La Jornada - Venerdì 15 Luglio 2005
Municipi autonomi ribelli affrontano la minaccia di gruppi controinsurgenti
Si riattivano i paramilitari in Chiapas

HERMANN BELLINGHAUSEN – INVIATO

San Cristóbal de Las Casas, Chis, 14 luglio - Questo venerdì ci si aspetta il ritorno all'attività pubblica dei governi autonomo zapatisti nei cinque caracol e nelle decine di municipi ribelli, con la fine dell'allerta rossa generale decretata dall'EZLN quasi un mese fa.

Alla fine della peculiare tappa di "ibernazione" intrapresa dallo zapatismo, l'EZLN ha annunciato cambiamenti nella sua azione politica a scala nazionale e l'attività delle giunte di buon governo, JBG, tornerà ad essere visibile.

E mentre dalla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona si profila un'iniziativa nazionale ed internazionale degli zapatisti per i mesi prossimi, che - come tutto indica - sarà di gran intensità politica nell’effervescenza pre-elettorale del paese, le comunità ed i loro organi di governo si preparano per un nuovo periodo di resistenza sui loro territori, militarizzati dall’accerchiamento dell'Esercito federale e dove gruppi priísti si riorganizzano acceleratamene - come gruppi di scontro o paramilitari veri e propri - per affrontare la sfida zapatista.

Non sembra casuale che coincidano nel tempo la ripresa delle aggressioni e delle intimidazioni dei paramilitari - identificati da anni, in Tila, Sabanilla e Chenalhó - ed un vasto operativo di captazione priísta che percorre Chilón, Yajalón, Tumbalá, Altamirano e le vallate di Ocosingo, ed è diretto, non verso gli zapatisti, ma verso le organizzazioni oggi salazariste: ARIC Indipendente, ARIC Unione delle Unioni, Yomlej, ORCAO ed altre ancora.

Alcuni municipi autonomi ribelli affrontano la minaccia controinsurgente, potenzialmente violenta, di questi gruppi priísti vincolati con gli antichi Chinchulines, Paz y Justicia e Mira (l’esistenza di quest’ultimo gruppo paramilitare è stata sempre negata dal governo), insomma con la banda armata de Los Altos che ha perpetrato decine di assassini seriali che sono culminati nel massacro di Acteal nel 1997.

Nelle settimane recenti, la tensione ed il pericolo sono cresciuti intorno a San Manuel, Francisco Villa, Olga Isabel, La Paz, El Trabajo, San Pedro Polhó ed altri municipi zapatisti della zona nord e de Los Altos. Nell'ultimo caso adesso sono accompagnati dal ritiro – senza spiegazioni ufficiali - di sei accampamenti dell'Esercito federale in altrettante comunità "interne" di Chenalhó, che sono pure sede di paramilitari come Los Chorros, Pechiquil e Chimix.

Essendo stato il primo ritiro di postazioni militari (anche se non delle truppe che rimangono in territorio chiapaneco) in vari anni, è stato salutato come un "buon segno" dai settori impegnati con la pace, come la diocesi cattolica di San Cristóbal de Las Casas e dagli osservatori civili. Ma altre analisi indipendenti segnalano che potrebbe trattarsi di un ritiro strategico, per facilitare azioni paramilitari.

Dopo otto anni di militarizzazione delle comunità tzotziles di Chenalhó, il bilancio è di fallimento riguardo alla loro presunta missione, perché non si sono smantellati i gruppi criminali né sono state loro sequestrate le armi.

Vedendo poi il grado di convivenza ottenuto fra i soldati e queste popolazioni filogovernative, consumatrici di "lavoro sociale" castrense ed a loro volta vincolate economicamente alle truppe in Takiukum, La Libertad, Xo'yep, Acteal, Los Chorros, Pechiquil e Chimix, è inevitabile concludere che l'Esercito federale ha protetto i priísti armati.

Anche se in alcune località di Ocosingo, Altamirano e Chilón, tanto i contadini ribelli così come i membri delle organizzazioni perrediste della regione tzeltal confermavano nei giorni passati le versioni sull'attivismo e sulle azioni ostili dei militanti del PRI durante le settimane di allerta rossa, le autorità autonome mantengono una riserva totale.

Pure il municipio autonomo di Polhó non si è pronunciato rispetto al ritiro di truppe federali nella sua zona. Inoltre, le principali posizioni castrensi rimangono, come quella ubicata vicino al proprio capoluogo autonomo e nella zona di Majomut, oppure quella di Yabteclum (nella quale, questo è sicuro, perfino il telefono "pubblico" sta dentro alla base di operazioni).

L'EZLN ha annunciato ieri che alla ripresa le attività di governo nei caracol segneranno alcuni cambiamenti di funzionamento, come i nuovi "uffici di informazione". A partire dalla prossima settimana si prevede che si normalizzino i contatti della società civile con gli zapatisti e che le azioni del governo autonomo riprendano completamente.

Durante il periodo dell'allerta zapatista ho presenziato e saputo di vari casi nei quali indigeni priísti o di altre organizzazioni, che arrivavano ai caracol di Morelia e de La Garrucha per trattare temi con le JBG, se ne sono dovuti andar via senza riuscirci.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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