La Jornada 14 gennaio 2005
Industriali, politici di tutti I partiti, giornalisti, religiosi e ONG si dichiarano offesi
UNANIME PROTESTA PER LA VISITA DI FOX IN CHIAPAS
Solo il governatore Pablo Salazar ed il suo entourage cercano di "minimizzare" le dichiarazioni

HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

San Cristobal de las Casas, Chiapas - 13 gennaio - Le dichiarazioni unanimi relative alle dichiarazioni del presidente Vicente Fox secondo cui l'EZLN "è cosa del passato", hanno raggiunto livelli record. Industriali, politici di tutti i partiti, organizzazioni non governative, giornalisti, religiosi e persone comuni si sono mostrate scandalizzate ed offese. Perfino gli avversari storici del movimento indigeno zapatista respingono l'opinione presidenziale.

Ad eccezione del governatore Pablo Salazar e di alcuni funzionari e portavoce per la stampa ufficiale (che da due giorni stanno cercando di "sfumare" le parole presidenziali), quasi nessuno in Chiapas dà ragione a Fox che durante la sua visita mattutina di ieri a Comitán e Trinitaria non ha più fatto riferimento all'argomento e chissà che non si sia accorto di essere stato in territorio ribelle.

Il delegato del governo federale per la pace e la riconciliazione, Luis H. Alvarez, ha ribadito invece il suo imperturbabile discorso secondo cui per il governo "il dialogo prosegue", sebbene non si abbiano contatti con l'EZLN. La contraddizione dei termini è risolta da Alvarez con la versione secondo cui il "dialogo" si svolge "attraverso le comunità". Com'è sua abitudine, la partecipazione degli zapatisti è irrilevante. Porta avanti il tutto gestendo denaro e progetti per pcomunità non zapatiste delle regioni indigene, convinto che questo sia il "dialogo per la pace" e che distribuire risorse alle comunità ed organizzazioni filogovernative significhi "riconciliare".

L'ondata di sdegno provocata in Chiapas dal Presidente federale ha perfino portato il deputato panista Juan Gómez Estrada, presidente della Commissione per gli Affari Indigeni del Congresso Statale, ha sentirsi in obbligo di smentire il Presidente. "Lo zapatismo non è un argomento dimenticato", ha dichiarato alla stampa locale ed ha ammesso che c'è stato rispetto tra l'EZLN ed il governo del PAN, "sebbene non ci sia stato nessun avvicinamento" in anni recenti.

Personalità tanto diverse come il deputato perredista Fernel Gálvez (membro della Cocopa); il vicepresidente del Turismo della Camera Nazionale di Commercio, Adán Ángel Coutiño, ed il dirigente statale del Partito Verde Ecologista del Messico, Manuel Velasco Coello (che con i suoi discorsi ed alleanze risulta essere più priista di molti tricolori), si sono dichiarati dispiaciuti dei giudizi di Fox. Il noto giornalista radiofonico Hugo Robles, questa mattina nel suo notiziario della WM da San Cristobal de las Casas, non si stancava di insistere sul fatto che, indipendentemente dalle diverse opinioni sul conflitto armato, tutti sanno qui che lo zapatismo è una presenza importante.

I numerosi critici condividono inoltre la certezza che il governo non ha soddisfatto le domande del movimento ribelle. L'industriale Adán Ángel Coutiño, per esempio, ieri ha dichiarato che l'EZLN è attivo "e le sue richieste sono più attuali che mai".

L'ex deputato indigeno Santiago López Hernández, leader priista di Ocosingo, ha confermato che le richieste della sollevazione del 1994 sono ancora attuali. "Una cosa è che non esistano azioni o conflitti bellici e non ci siano scontri, ed un'altra che si soddisfino le istanze sociali del paese". Ed ha aggiunto: "Noi indigeni non osserviamo e non viviamo nessun progresso". Anche adesso, ha detto, "la voce degli indigeni non è stata ascoltata".

Nel frattempo, il Centro per i Diritti umani Fray Bartolome de Las Casas ha respinto "in maniera energica" le dichiarazioni del presidente Fox: "È chiaro che non conosce affatto quello che succede nello stato rispetto al conflitto armato. Le sue dichiarazioni dissimulano la presenza militare nel territorio indigeno del Chiapas che oltre ad attentare ai diritti territoriali ed agrari, ha creato una cultura di violenza e la rottura del tessuto sociale, culturale e comunitario. La militarizzazione della vita comunitaria ha segnato la politica repressiva contro i popoli indios negli ultimi dieci anni".

Così, il presidente Fox "pretende di ignorare che sono ancora intatte le condizioni che portarono, durante l'amministrazione Zedillo, a commettere innumerevoli crimini di lesa umanità, come esecuzioni, sparizioni, spostamento forzato della popolazione, tortura, tra gli altri, attraverso la formazione di bande paramilitari come parte di una politica genocida dello Stato sotto il comando dell'Esercito Messicano", ha aggiunto Blanca Martínez, direttrice dell'organizzazione civile.

"I gruppi paramilitari non sono stati smantellati, le armi rimangono nelle comunità con la complicità dell'Esercito, della Polizia Federale Preventiva e delle procure della Repubblica e statale, senza contare le centinaia di crimini contro la popolazione civile che sono rimasti impuniti".

A tutto questo si somma, secondo il CDHFBC, "la chiara mancanza di volontà di riconoscere i diritti collettivi dei popoli indigeni, perpetuando la discriminazione, e l'aumento allarmante della povertà e l'emigrazione. Le comunità non vogliono benefici né donazioni, chiedono il riconoscimento dei diritti. Le cause e le condizioni strutturali che hanno provocato il conflitto non sono state risolte. L'omissione del presidente Fox lo rende complice dei governi passati e responsabile di una possibile nuova crisi di violenza in Chiapas".

D'altro lato, la Segreteria del Turismo (Sectur) ha annunciato che con un investimento di 5 milioni di pesos l'ente continuerà a promuovere lo sviluppo del centro ecoturistico Las Guacamayas, geatito dalla la cooperativa Ara Macao, della comunità Reforma Agraria di Marqués de Comillas. Approfittando della sua recente notorietà presidenziale, Sectur promuove questa destinazione turistica come parte della Ruta Maya e raccomanda di arrivare in fuoristrada, perché ci sono 38 chilometri di sterrato o di noleggiare una lancia a Chajul. "È preferibile portare contanti, repellente per zanzare e vestiti comodi", consiglia l'ente promotore anche di altri 51 centri ecoturistici nello stato.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" di Bergamo)

logo

Indice delle Notizie dal Messico


home