Newsletter IpsiaChiapas n.1
13 ottobre 2005

In questo numero:
1. Aggiornamenti sull’Uragano Stan
2. Terra, elettricità, acqua e movimenti sociali
3. Libertà di stampa e diritti umani in Messico


1. Uragano Stan

Mentre il sistema meteorologico della Commissione nazionale dell’acqua (Cna) annuncia che nei prossimi giorni tornerà la pioggia sulle regioni Fronteriza e Soconusco del Chiapas, continua il conteggio dei danni provocati dal passaggio dell’uragano Stan nella settimana passata. Mentre la Fiscalia General dello Stato ha documentato solo 29 decessi altri conteggi realizzati grazie alla raccolta di testimonianze parlano di 104 morti. Il governatore Pablo Salazar, durante una visita nel Municipio Mapastepec ha dichiarato che l’uragano ha colpito 40 municipi distruggendo 90 ponti, più di mille km di strade e lasciando senza casa circa 50 mila persone. Nei giorni passati il presidente Vicente Fox aveva già annunciato che una cifra che si aggira tra i 500 mila e i 2 milioni di pesos ottenuti dalle vendite del petrolio statale, verranno distribuiti agli stati del Chiapas, Veracruz, Oaxaca e Idalgo, per far fronte ai gravi danni provocati dal passaggio dell’uragano e che verranno duramente puniti quei commercianti che cercheranno di approfittarsi della tragedia aumentando i prezzi degli alimenti di prima necessità. Nel frattempo, in un comunicato uscito il 10 ottobre, il Subcomandante Marcos, portavoce dell’Ezln, accusa il governo di sfruttare questa tragedia come un “drammatico spot pubblicitario”. “Adesso le notizie andranno da un’altra parte e nelle zone devastate si ricostruiranno in silenzio le reti di corruzione e complicità… E i milioni di danneggiati? Diventeranno un tema della campagna elettorale.” Marcos segnala anche che dopo la tormenta “qui in basso si insinua il programma di governo che con diffrenti colori e sigle, si mantiene là in alto: trasformare il nostro paese in una gigantesca zona disastrata e i messicani e le messicane in una grande massa di danneggiati, vittime propizie per la elemosina mediatica e istantanea”.
Ma non solo i politici si stanno muovendo per far fronte all’emergenza. Il 7 ottobre il Centro per i diritti umani “Fray Matìas de Còrdova” (Tapachula) ha rivolto un appello alle istituzioni umanitarie, dei diritti umani e alla società civile internazionale per chiedere aiuti e solidarietà. Nell’appello si racconta anche come delle 50 mila persone colpite solo 25 mila hanno trovato posto nei rifugi di emergenza e che i supermercati hanno già cominciato a razionare i generi alimentari aumentando in molti casi i prezzi del 100%. Tutti coloro che volessero inviare aiuti umanitari possono farlo attraverso il conto bancario numero 78 69132 de Banco BANAMEX a nome della Diócesis de Tapachula AR e mettendosi in contatto con padre Arturo Martínez nella Parroquia de San Felipe al teléfono (01 962) 62 6 56 24. È possibile anche mettersi in contatto con l’ufficio della Caritas a Città del Messico.


2. Terra, acqua, elettricità e movimenti sociali

El Universal - 12 ottobre 2005

La coordinadora nazionale dei popoli indigeni ha marciato ieri dal monumento alla Rivoluzione in direzione dello Zocalo a Città del Messico. I manifestanti esigono il no alla privatizzazione e alla compravendita della terra, relativamente ai territori da loro posseduti e relativamente alle terre riconosciute e titolate da risoluzioni presidenziali. Hanno chiesto anche una recisione del Trattato di Libero Commercio, relativamente al capitolo agropecuario, e una giusta punizione per i responsabili materiali e intellettuali delle morti di molti lottatori sociali. Nel frattempo questa coordonadora mantiene uno sciopero della fame davanti alla cattedrale metropolitana in un accampamento istallato nella piazza della Costituzione.

La Jornada - 9 ottobre 2005

Questo sabato circa 200 poliziotti hanno sgomberato con i gas lacrimogeni 100 persone che bloccavano la strada Panamericana Jalapa del Maquès, Oaxaca, per protestare contro la costruzione di una centrale idroelettrica. Il conteggio finale è stato di 9 manifestanti arrestati e 50 feriti, tra cui 20 poliziotti che furono attaccati con pietre e bastoni. La popolazione si oppone alla costruzione di una centrale idroelettrica nella regione da parte dell’impresa Corporaciòn Mexicana, con una spesa di 23 milioni di dollari.

La Jornada - 12 ottobre 2005
Le privatizzazioni aggraveranno la crisi dell’acqua

La tendenza alla privatizzazione dell’acqua in Messico e la sua crescente carenza sono le due questioni principali a partire dalle quali organizzazioni ambientaliste e popolari hanno formato la Coalizione delle Organizzazioni Messicane per il Diritto all’acqua (COMDA) e hanno annunciato che si prepareranno per far fronte ai processi di privatizzazione di questa risorsa. A marzo 2006 si terrà a Città del Messico un Foro Mondiale sull’acqua, in cui si articoleranno gli interessi delle grandi imprese multinazionali, così come della Banca Mondiale. Oltre al lavoro legislativo, i gruppi che formano la COMDA hanno annunciato che l’altro asse di lavoro sarà la ricerca dell’uso sostenibile dell’acqua ed hanno ribadito la loro opposizione ai processi di privatizzazione, perché le esperienze indicano che non rappresenta una soluzione al problema e quello che è successo è che i governi fanno fronte a richieste milionarie da parte delle imprese di fronte alla cancellazione di progetti.

La Jornada - 11 ottobre 2005
STAGNANTI LE NEGOZIAZIONI PER RISOLVERE IL CONFLITTO DELL’IMSS

Continua la minaccia di sciopero da parte dell’Istituto Messicano della previdenza (IMSS). Tra 96 ore scade il tempo di sciopero previsto e si è ancora fatto nessun passo avanti per risolvere il conflitto, soprattutto perché le autorità continuano senza presentare nessuna proposta economica né nessuna alternativa per risolvere il problema della contrattazione personale. Durante il primo giorno di lavoro del 44’ congresso nazionale del SSTSS, cui parteciparono 900 delegati, si sono affrontati solamente due temi: l’ informe dei lavori del segretario generale e la convenienza o meno di continuare il dialogo con le autorità. Su questo punto si sono espresse varie posizioni tra i sindacati. Il settore più radicale esigeva la rottura delle negoziazioni con l’istituto, un altro settore si pronunciava a favore della continuazione del dialogo.

La Jornada - 11 ottobre 2005
ANCHE LO SME REALIZZERÀ UNO SCIOPERO IN SOLIDARIETÀ CON GLI SCONTENTI

Il sindacato messicano degli elettricisti, ha annunciato ieri suo dirigente Martín Esparza Flores, potrebbe iniziare uno sciopero in solidarietà con il Sindacato Nazionale dei lavoratori della previdenza. Gli elettricisti, a differenza di altre organizzazioni, hanno ratificato ieri il loro appoggio al SNTSS. Intanto, il dirigente della confederazione rivoluzionaria di operai e contadini (CROC) ha chiesto ai lavoratori dell’IMSS che moderino le loro richieste dato che “dal primo morto che venga fuori da uno sciopero dell’IMMS, si sotterrerà anche il sindacato. Esparza Flores ha spiegato che la decisione dello SME è stata presa in assemblea e ha detto che non è una minaccia al governo, bensì la difesa congiunta dei diritti dei lavoratori di fronte al vassallaggio della politica federale contro le prestazioni e in particolare contro il regime di pensioni.


3. Libertà di Stampa e Diritti Umani

Cuarto Poder
La S.I.P. (Sociedad Interamericana de Prensa) esige dal governo messicano che si impegni seriamente per garantire il libero esercizio del giornalismo e combattere l’impunità degli omicidi di giornalisti Quattro delle risoluzioni sancite dall’assemblea annuale riguardano la libertà di stampa in Messico segnalando che l’impunità che regna attualmente nel paese genererà ulteriori attentati alla libertà di espressione e al diritto all’informazione.

El Universal
Durante gli ultimi 18 mesi 8 giornalisti messicani sono stati assassinati e uno risulta scomparso da aprile. Secondo l’Associazione dei periodici nel 2005 si registra l’indice più alto di questo tipo di crimini. “È il periodo più nero che stiamo vivendo da quando se ne registrano i casi, e dei 9 casi cinque hanno un carattere di crimine organizzato” dice Juan Francisco Ealy Ortiz, vicepresidente messicano della S.I.P. e continua: un potente nemico sta vincendo la partita. Questo nemico è il silenzio. Il silenzio dei “bravi cittadini”, di quelli che lavorano tutti i giorni in maniera onesta

Cuarto Poder
Il Centro di Diritti Umani Fray Bartolomè de Las Casas (CDHFBC) afferma che in Chiapas la libertà di espressione non è ancora una realtà completa e definitiva. L’esercizio del giornalismo nel Stato del Chiapas è limitato giuridicamente dalle sanzioni previste dal Codice Penale Statale rispetto alle accuse di Diffamazione e Calunnia (Ley Mordaza) entrate in vigore nel maggio del 2004.
Il centro sostiene che la mancanza di garanzie contrattuali della grande maggioranza dei giornalisti rispetto ai rischi per la loro integrità fisica, in varie occasioni sono infatti vittime di incidenti, abusi di autorità, minacce o attacchi, trasforma il giornalismo in una professione molto rischiosa fino a diventare pericolosa. E aggiunge: il libero scambio di idee è condizione indispensabile per l’esistenza della democrazia, la libera espressione è un diritto fondamentale e inalienabile, base per la promozione e la difesa dei diritti umani; l’etica nella relazione con le fonti di informazione, l’imparzialità di fronte ai fatti e la ricerca della verità devono essere i principi fondanti del giornalismo.

La Jornada - 9 ottobre 2005
PROTESTE DI ONG A CIUDAD JUÁREZ E IL CAMMINO CONTRO I CACCIA-MIGRANTI

Centinaia di attivisti di organizzazioni non governative che operano a favore dei diritti umani hanno realizzato proteste lo scorso sabato in entrambi i lati della frontiera con gli Stati Uniti ed hanno bloccato il ponte internazionale di Santa Fe’, contro alla militarizzazione della frontiera e contro la presenza dei caccia-migranti, che da lunedì hanno iniziato la vigilanza nella regione de “El Paso”, in Texas, fino al Nuovo Messico. Gli attivisti hanno detto che la presenza dei caccia-migranti, in maggioranza ex militari razzisti e xenofobi, è parte del piano del governo degli Usa, George W. Bush, per militarizzare la frontiera con il Messico.
A dimostrarlo vi è l’utilizzo di apparati di alta tecnologia, l’arrivo, in meno di sei mesi, di oltre mille nuovi agenti della pattuglia di frontiera e la presenza di aerei per vigilare le rotte dei migranti. Cipriana Jurado, portavoce dei manifestanti, ha chiesto che si rispettino i migranti, che si detenga la militarizzazione della frontiera e che terminino gli abusi commessi dalle corporazioni poliziesche e civili, come i caccia-migranti, contro le persone che attraversano la frontiera degli USA senza documenti, dato che non si tratta di delinquenti ma persone che vanno alla ricerca di un lavoro per dare da mangiare alla loro famiglia.

Il Messico chiede all’Europa il rispetto dei diritti umani dei migranti
José Antonio Roman

Con una debole risposta di fronte al annuncio del piano Statale di Sicurezza del Texas, con il quale il governatore Rick Perry pretende blindare la frontiera all’entrata dei clandestini, la Segreteria di Relazioni Estere si è limitata a segnalare che il governo del Messico “resterà attento” al rispetto dei diritti umani dei connazionali. Ha inoltre affermato che il Governo del Messico “prende con maggior serietà qualunque minaccia alla sicurezza nazionale e dell’america del Nord”. La cancelleria ha sottolineato che Messico e Stati Uniti sono interessati entrambi ad avere una frontiera sicura. Per questo si richiede una cooperazione bilaterale orientata a un principio di responsabilità compartita. “Il crimine organizzato opera y si origina in entrambi i lati della frontiera".
“Il governo del presidente Vicente Fox prosegue la lotta contro il crimine organizzato con l’obiettivo di abbattere la violenza nel nostro paese. In questo senso, il programma Messico Sicuro coordina le attività dei tre ordini del governo per far fronte ai problemi immediati e per trovare meccanismi che risolvano questa problematica in modo integrale a medio e lungo termine”, dice la cancelleria, senza fare nessun riferimento al piano di sicurezza texano.


Fonti:

(a cura di Ipsia in Chiapas)

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