La Jornada 13 febbraio 2005
CORECO: GRUPPI PARAMILITARI IMPEDISCONO IL DIALOGO IN CHIAPAS
ALMA E. MUÑOZ

Denominandosi gruppi di autodifesa, i paramilitari seminano la violenza in diverse regioni del Chiapas.

La Commissione di Appoggio all'Unità ed alla Riconciliazione (Coreco) - presieduta dall'ex vicario generale della diocesi di San Cristóbal del las Casas, Felipe Toussaint - ritiene che finché il governo non disarticolerà i gruppi paramilitari e non si ristabilisca
la giustizia nelle regioni colpite da queste bande, non ci sarà sicurezza per un ritorno al dialogo che metta fine al conflitto generalizzato in Chiapas.

Con un comunicato, l'istituzione ha ribadito - prendendo come parametro la più recente relazione del Centro per i Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas - che nello stato si vive una "accelerazione e moltiplicazione di problematiche, mentre i gruppi al potere cercano solo soluzioni a breve termine; amministrano solamente il conflitto, senza volerlo risolvere".

Ha rilevato che il documento della suddetta organizzazione "La politica genocida nel conflitto armato del Chiapas", è una testimonianza della situazione di violenza, sgomberi, omicidi e sparizioni forzate che chi era al potere nei passati 11 anni non ha risolto.

"I gruppi paramilitari tengono sotto minaccia la popolazione. Le autorità sono a conoscenza della loro esistenza ma non li disarmano né disarticolano, al contrario li tollerano. Il segretario di Governo, Santiago Creel, vuole rimettere le indagini alla Procura Speciale per Movimenti Sociali e Politici del Passato, declinando così la propria responsabilità e relegando, ancora una volta, il conflitto del Chiapas nel passato. Questo atteggiamento non offre nessuna possibilità per la costruzione della pace".

Inoltre, ha insistito: "le forze armate messicane continuano ad operare con l'obiettivo di distruggere l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale e di ostacolare la costruzione di una pace dialogata. La sua strategia, denominata in questo caso “Piano della Campagna Chiapas 94”, include la formazione di gruppi paramilitari catalogati come forze di autodifesa".

Per Coreco, sono ancora attuali le cause e gli effetti che hanno dato origine alla sollevazione armata del 1994. Pertanto, ha sottolineato, "un conflitto nel quale le parti non dialogano per giungere ad accordi, non ha possibilità di arrivare ad una soluzione: si gestisce, si contiene, si copre e si maschera. Ma continua ad essere in corso".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel"- Bergamo)

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