La Jornada - Domenica 13 febbraio 2005
Accusano le autorità di ignorarli
I taxisti di Motozintla denunciano manovre sporche nella concessione delle licenze
JBG: il popolo diventa ribelle a causa delle costanti ingiustizie che deve subire

HERMANN BELLINGHAUSEN - INVIATO

La Realidad, Chis., 12 febbraio - La giunta del buon governo (JBG) Hacia la esperanza ha reso note oggi le aggressioni e le ingiustizie che deve sopportare da parte del governo statale un gruppo di taxisti indipendenti della città di frontiera Motozintla, che si sono recati al caracol de La Realidad come ultima risorsa.

"È arrivato al nostro ufficio un gruppo della Coalizione dei Taxisti di Motozintla a chiedere giustizia, perchè l'hanno cercata presso le istanze governative ma hanno trovato solo minacce e discriminazione", riferisce la JBG: "il popolo diventa ribelle perchè le stesse autorità lo obbligano a questa alternativa. Il popolo è ormai stanco".

Facendo da eco alla protesta dei lavoratori, la JBG comunica che dal 1996 "persone appartenenti a diversi raggruppamenti hanno sollecitato alle autorità governative e di transito dello stato le licenze per lavorare legalmente nella città di Motozintla, ma il 23 novembre 2004, in una sessione aperta del consiglio municipale sono state concesse licenze e permessi a coloro che le autorità considerano loro amici e parenti o a quelli che danno loro più denaro". Quelli che non sono amici e nemmeno pagano sono stati buttati per strada "con la frase 'la pignatta è stata rotta e le caramelle sono state distribuite e quelli che non hanno vinto nulla sono fregati'. Allora, il gruppo indipendente aveva manifestato che 'se per noi non ci sono permessi, possono sorgere problemi e morti'. La risposta del coordinatore statale dell'Autotrasporto, Aniceto Orantes Ruiz, fu: "ammazzatevi, a me che importa".

"Le licenze ed i permessi consegnati alle persone più vicine alle autorità sono poi stati affittati ad altre persone a 5 mila pesos mensili dai proprietari dei permessi come Armando Mérida Cano e Aníbal González, tra gli altri; loro sono stati beneficiati con cinque permessi, mentre per noi non ce n'è neanche uno".

Mérida Cano è segretario della cooperativa El Mariscal "e solo lui viene ascoltato dalle autorità quando si tratta di concedere licenze. Le persone che ne hanno bisogno vanno da lui per ottenerla, però devono affiliarsi al raggruppamento di questo signore perchè lui lo richiede. Così devono pagare a Mérida Cano fino a 30 mila pesos perchè la loro pratica vada avanti. Se non fanno così, niente da fare. Tra lui e le autorità c'è un giro d'affari e solo loro sanno quanto ci guadagnano". Le autorità governative chiapaneche, "soprattutto quelle di transito, nascondono i loro atti di corruzione contro la società, come sono abituati a fare da sempre".

A partire dal 23 novembre del 2004 tutti gli esclusi, circa 50, hanno deciso di organizzarsi in una coalizione e di lavorare con i veicoli che hanno. Il 31 gennaio, per le pressioni dei concessionati e dei cosiddetti "tollerati", il delegato di transito ha fatto partire un'operazione di polizia contro la coalizione e sono state sequestrati due veicoli di proprietà di Simeón López Rodríguez e Ana Luz Villegas Armas. Un altro veicolo è stato danneggiato. Uno dei taxisti è stato "picchiato in modo grave" dai concessionati e dai "tollerati" alla presenza di Isaías González, delegato di transito di Motozintla, secondo la denuncia della giunta zapatista.

Nel pomeriggio dello stesso giorno la coalizione ha indetto una marcia pacifica che è stata intercettata dai concessionari e dai "tollerati", che l'hanno attaccata con pietre e bastoni. I membri della coalizione "hanno deciso di difendersi e così c'è stato uno scontro nel quale i "tollerati" hanno lasciato abbandonato un veicolo che quelli della coalizione hanno ritirato per proteggerlo e poi consegnarlo al momento opportuno".

Ora sei membri della coalizione dei taxisti sono minacciati da ordini di cattura "perchè sono considerati i leader". La JBG notifica che "di tutto questo, il governo dello stato ed il signor Vicente Fox sono a conoscenza; così ha confermato lo stesso delegato Isaías González nel momento dell'operazione: affermando che gli ordini arrivavano da Pablo Salazar Mendiguchía per via telefonica".

La JBG attribuisce la responsabilità al Presidente della Repubblica ed al governatore per i possibili nuovi scontri in Motozintla, e chiede "l'immediata soluzione del problema concedendo la possibilità di lavorare a tutti quelli che ne hanno bisogno". In Chiapas, aggiunge, "non esiste questa cosa del governo 'del cambiamento' e quello che dice Salazar Mendiguchía di 'uno con tutti' è solo una bugia, perchè ogni giorno sono sempre di più gli esclusi dal mondo del lavoro".

Le autorità ribelli si domandano: "dove sono la ragione e la giustizia, se a quelli che hanno già altre licenze se ne concedono altre ancora e a quelli che non hanno nulla non si concede niente? Che cosa vogliono che faccia la società? Assaltare, trafficare con le droghe o con i clandestini, o che in questa zona tutti siano mascalzoni? È questo quello che vogliono? E se non è così, perchè non perseguono gli assaltanti, i narcotrafficanti o i polleros e non lasciano lavorare quelli che lo vogliono fare degnamente? Il popolo diventa ribelle perchè le stesse autorità lo obbligano a questa alternativa".

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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