La Jornada 13 gennaio 2005
LA ZONA CHE FOX HA VISITATO IN CHIAPAS È UNA BOMBA AD OROLOGERIA
Basi militari e zone ribelli, è quello che Fox non ha visto

HERMANN BELLINGHAUSEN - Inviato

San Cristobal de las Casas, Chiapas,12 gennaio - Nel santuario delle vivacissimeguacamayas rosse [pappagalli tipici della regione], chiamato esattamente Centro Ecoturistico "Las Guacamayas", aspettavano da giorni il governatore Pablo Salazar Mendiguchía (i cui funzionari davano gli ultimi ritocchi) e subito dopo la visita del Presidente della Repubblica e sua moglie. È stato necessario saldare la bolletta del telefono che era stato tagliato, affrettare le opere di ampliamento e coprire con cemento gli scalini ed il molo. Solo allora è arrivato lo Stato Maggiore Presidenziale.

Il fiume Lacantún scorre lì, abbondante e maestoso, pronto a congiungersi con il Lacanjá chilometri sopra. E la riva opposta è ufficialmente la riserva della biosfera dei Montes Azules, "proprietà" esclusiva della comunità lacandona di Lacanjá Chansayab, secondo il decreto presidenziale più delirante dei tempi moderni. Si può vedere, ma non toccare.

Per arrivare all'ejido Reforma Agraria, dove si trova Las Guacamayas, normalmente bisogna attraversare cinque o sei posti di controllo dell'Esercito Messicano, la stessa cosa accade se si viene da Palenque o da Comitán. Ma siccome ieri il presidente Vicente Fox, il governatore chiapaneco e le rispettive mogli e comitive si sono spostati in elicottero, non hanno potuto vedere quello che accade sulla strada tra Tuxtla Gutiérrez ed Ocosingo, e da lì successivamente Bonampak, Nueva Magdalena, Las Guacamayas e di nuovo alla capitale dello stato.

È il bello di viaggiare in elicottero: si arriva direttamente. Se fossero arrivati via terra, il Presidente e la sua comitiva sarebbero incappati nei monumentali quartieri di tre o quattro regioni militari, almeno una decina di basi castrensi e pattugliamenti terrestri costanti da Los Altos alla selva lungo il confine e alle Cañadas. Avrebbero anche percorso tratti di strade sterrate, avrebbero notato la presenza fisica ed evidente di almeno sei municipi autonomi ribelli e più di 120 "topes" [frequenti e pericolosi dossi disseminati sulle strade chiapaneche - n.d.t.].

Gli ejidatari di Reforma Agraria sono fortunati. Chinantecos, originari della regione di Tuxtepec, in Oaxaca (ed alcune famiglie del Tabasco di Jonuta), ricevettero in dono queste terre a Marqués de Comillas per gentile concessione del presidente Luis Echeverría Alvarez quando questi decise di popolare l'ultimo angolo del Messico per ragioni di "sicurezza nazionale", negli anni '70. Arrivarono poi coloni da tutta la Repubblica ad abbattere selva e seminare futuro.

Quando sono stato lì, la settimana scorsa, la cucina di Las Guacamayas aveva solo uova, prosciutto, tortillas, fagioli ed una salsa piccante. Né pollo né pesce di fiume. Le cuoche, chinantecas e simpatiche, se ne stavano lì senza far nulla perché le delegazioni di visite importanti si portano il cibo dalla città. Quello di oggi arriva dall'hotel Camino Real di Tuxtla. Dunque, molto ecoturistico.

- Ci stanno costruendo una nuova ala dell'hotel - mi ha confidato uno dei responsabili del Centro Ecoturistico, a gestione ejidale ma finanziato interamente dal governo.

L'espressione "ci stanno costruendo" è propria della regione. A Frontera Corozal, Bonampak, Lacanjá, Nueva Palestina e Boca Chajul sono abituati a ricevere. I lacandoni ed i loro soci sono di quelli che Arturo Warman chiamava "figli prediletti del regime". Di qualsiasi regime. Sei anni fa il priista Roberto Albores Guillén diede loro l'hotel ecoturistico, ed oggi "i governi del cambiamento" continuano ad elargire.

Costruito su palafitte sulla riva del Lacantún, il centro accoglie un certo di numero di esemplari di "specie animale non in estinzione" di quei luoghi, chiarisce l'indigeno. Sono per il divertimento degli ospiti. Le guacamayas arriva solitamente all'imbrunire. In questi giorni, circa 40 coppie. Martedì, Fox e sua moglie hanno potuto vedere tutto questo.

La struttura è buona ma il posto è vuoto. Non è un grande affare ("non ancora", si consola il governo). I contadini, gli abitanti di Reforma Agraria si dedicano alla semina di mais e fagioli e solo in parte al servizio turistico. Un conduttore delle lance sul fiume ha detto che normalmente passano settimane senza che nessuno richieda i loro servizi per percorrere il fiume, e sotto natale hanno effettuato uno o due viaggi al giorno. Non di più. Ma qui arrivano soldi dal governo...

Non lontano c'è Zamora Pico de Oro, capoluogo del neomunicipio Marqués de Comillas, (prima parte di Ocosingo) creato da Roberto Albores "a compimento" - diceva lui - degli accordi di San Andrés. È curioso: una regione non zapatista, né propriamente maya ma che circonda da retroguardia, militarmente, la selva Lacandona. La regione è anche conosciuta come zona franca per il traffico internazionale di droga e la coltivazione di stupefacenti e per il traffico di specie animali (farfalle, uccelli esotici e scimmie). Certo, non a Reforma Agraria.

Al di fuori dell'oasi ecoturistica e del baillame istituzionale, le comunità di Marqués de Comillas, le regioni confinanti del fiume Usumacinta e con l'Ixcán guatemalteco attraversano un disastro economico tale che la popolazione maschile si sta trasferendo in massa negli Stati Uniti. Come hanno illustrato i reportage di Juan Balboa in queste pagine, negli ultimi tre anni il Chiapas è diventato uno degli stati con maggiore espulsione economica e quello con il più elevato livello migratorio su scala nazionale.

Gli abitanti toccati dalla grazia governativa sono perplessi davanti a questo baillame. Ed i nuovissimi colonizzatori di Nueva Magdalena sembrano ignorare che, per tirarli fuori "con le buone" dai Montes Azules, li hanno sistemati sopra una bomba ad orologeria, su terreni contesi da altre due comunità. Non crederanno di poter avere sempre il permesso di riunirsi nell'acropoli di Bonampak o di gustare i menù del Camino Real. Nella Selva Lacandona la vita reale è un'altra.

[per le altre notizie sulla visita di Fox, vedere La Jornada del 12 e del 13 gennaio: www.jornada.unam.mx]

(tradotto dal Comitato Chiapas “Maribel” di Bergamo)

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