I Coordinamenti della Società Civile in Resistenza hanno bloccato vari tratti delle strade del Chiapas per chiedere la liberazione di cinque compagni detenuti durante l'operazione di polizia nel municipio di Tila, lo scorso 15 febbraio.
Questo venerdì, durante una riunione tra un gruppo di dirigenti dei coordinamenti ed il fiscal generale dello stato, Mariano Herrán Salvatti, in San Cristóbal de Las Casas, entrambe le parti hanno concordato che la situazione giuridica degli arrestati si risolverà "con i suoi tempi e secondo diritto".
Dopo l'incontro, a cui ha partecipato anche la segretaria di Sviluppo Sociale statale, María Cruz, il funzionario ha detto in un'intervista che al momento opportuno sarà definito se ci sono elementi per giudicare o per liberare gli arrestati che per ora sono solo in stato di fermo.
Commentando che coloro che stanno protestando "hanno accettato la proposta di aspettare i termini legali per togliere il blocco", Herrán Salvatti ha precisato che il fermo dei detenuti scade il prossimo 19 marzo, per cui si dovrebbe sapere qualcosa per questa data.
Daniel Luna, membro del coordinamento, ha spiegato che le autorità statali si sono impegnate a dare per il 16 marzo una soluzione alla richiesta di libertà per i cinque indigeni.
"Se per quel giorno non ci sarà una soluzione favorevole, tra il 17 ed il 19 di marzo ricominceremo le mobilitazioni". Ha aggiunto che i 5 detenuti sono: Fernando Sánchez, José Luis Martínez Pérez, Antonio Sánchez Pérez, Remigio Pérez Sánchez e Carmelino Sánchez Vázquez.
Altri membri dei coordinamenti hanno spiegato che i blocchi sono partiti alle 9 del mattino e si sono conclusi tra le 17 e le 18, senza incidenti.
Luna ha aggiunto che per quanto riguarda il blocco di San Cristóbal ci sono state "minacce che la polizia li avrebbe sgomberati", ma alla fine non è successo, visto che il fiscal ed una commissione di manifestanti si è seduta a dialogare.
(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)
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