Centro per i Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas a proposito dell'articolo di Jaime Martinez apparso ne La Jornada del 10 giugno 2005
11 giugno 2005

Sig.ra direttrice:
chiediamo la pubblicazione di questa lettera a proposito dell'articolo "Riconciliazione in Chiapas: compito di tutti", di Jaime Martínez Veloz, pubblicato ieri.

Egregio sig. Martínez Veloz

Ci sembra molto importante il resoconto dell'incidente occorso alla delegazione della Cocopa in visita nella zona nord del Chiapas nell'aprile del 1997. Il suo racconto è una testimonianza che conferma la ragion d'essere del gruppo paramilitare Paz y Justicia, il suo modo di operare e la complicità del governo del presidente Zedillo e dell'Esercito messicano nello stato di terrore in quella regione.

Come sa, è in corso attualmente un processo davanti alla Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH) per delitti di lesa umanità, e diverse indagini preliminari contro membri di questo gruppo paramilitare. Senza dubbio la sua testimonianza e quella dell'ex deputato Pablo Salazar sarebbero di grande utilità se presentate alle autorità competenti, compresa la CIDH.

Il suo consiglio di unità sarebbe stato molto più necessario quattro anni fa per l'attuale governatore dello stato. Non deve sfuggire alla sua attenzione che se ora ci rivolgiamo alla CIDH è perché esattamente gli attuali governi statale e federale hanno eluso il loro obbligo di rendere giustizia alle vittime (122 giustiziati e fatti sparire da Paz y Justicia documentati da questo centro dei diritti umani in quel periodo), di risarcire i danni (come l'assistenza standard dell'Organizzazione delle Nazioni Unite ai profughi di guerra), e di adottare misure per la non ripetizione dei crimini (il disarmo e smantellamento dei gruppi paramilitari almeno). È questo che apre la porta ai nemici della pace.

Non minimizziamo con ciò l'arresto del capo paramilitare Marcos Albino Torres, ma non suoniamo certo le campane a festa perché sono le vite umane di ieri, quelle di oggi e quelle di domani che sono in gioco. Lei deve sapere che per incapacità o negligenza della procura statale Marcos Albino e Samuel Sánchez furono assolti agli inizi di questo stesso governo; che questo stesso gruppo governa nuovamente a Tila e che un'altra volta si respira un clima di paura nella regione.

Insomma, benché l'unità diventi di moda in periodi pre-elettorali, a questo punto mancano elementi concreti per credere che i compiti di costruzione di una pace vera, da diversi fronti, vadano nella stessa direzione, verso verità, giustizia e risarcimento; punizione dei colpevoli, da Albino fino a Zedillo, come condizione per la riconciliazione, e misure idonee alla non ripetizione dei crimini, tra le quali deve esserci la fine della strategia militare che ha aperto la porta all'apocalisse chiapaneca.

Blanca Martínez
Direttrice del Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomé de Las Casas

Lettera su Correo Ilustrado - http://www.jornada.unam.mx/2005/jun05/050611/correo.php
Articolo di Jaime Martinez - http://www.jornada.unam.mx/2005/jun05/050610/020a2pol.php

[Centro de Derechos Humanos Fray Bartolomé de Las Casas A.C.
Tel. 00 52 (967) 6787395 - 6787396 - 6783548
Brasil 14 Barrio de Mexicanos, CP 29240 San Cristóbal de las Casas, Chiapas, México]

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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