F.C. INTERNAZIONALE MILANO
11 maggio 2005
Egregio subcomandante insurgente Marcos,
sono molto emozionato di avere il privilegio di scriverle in risposta alla sua simpaticissima ed affettuosa provocazione.
Mi rivolgo a lei, ed
attraverso lei a tutto l'Ezln, per ringraziarla della
possibilità che ci ha concesso di vivere questo
speciale rapporto. Mi permetto inoltre di esprimere il
mio pensiero in risposta alla sua gentilissima
missiva
Giocheremo. Giocheremo la nostra partita e la ringrazio per questo.
Sarà una grande partita. Forse su un prato, come facevamo da bambini, circondati forse da alberi giganti. Oppure in uno stadio, nella capitale, o dentro un rettangolo disegnato con il gesso sulla terra, con la polvere che si alza fino a farti tossire. Stanchi ma felici.
Come già d'accordo, noi porteremo i palloni e voi il pozol aspro. Se accetterà, inizieremo a discutere dell'organizzazione con i rispettivi rappresentanti e direttivi.
Speriamo si possa giocare presto. Penso che potremo inviare in Messico un bel gruppo di giocatori, vedremo il periodo.
Fateci sapere il luogo più probabile. Se nel DF o a San Cristobal o in una comunità o in un Caracol.
Il calcio può essere uno strumento per raggiungere obiettivi importanti ma è già di per sé qualcosa che ci trasforma tutti in bambini e tutti uguali. Tutti sognatori. Immaginiamo grandi cose e godiamo delle piccole: un dribbling, una rovesciata, un colpo di testa ci rendono felici. E scopriamo poi che queste piccole cose sono fatte di sentimenti sinceri.
Egregio subcomandante, sono felice ed orgoglioso di averla conosciuta ed aver sviluppato questo rapporto con i popoli indigeni del Messico, a nome degli uomini e delle donne della F.C. Internazionale. Il popolo interista, come questa società di calcio, cercherà di essere sempre vicina a voi esattamente come voi, con il vostro esempio, siete vicini a noi.
La partità sarà veramente un momento semplice ed importante. Ogni rivoluzione inizia dalla propria area di rigore e finisce nella porta avversaria.
Con tanta ammirazione ed affetto, a lei e a tutti gli uomini e le donne indigene zapatisti mando i mieri personali saluti e quelli di mia moglie, i miei figli e del popolo nerazzurro.
Un abbraccio
Massimo Moratti
[dalla pagina web www.fzln.org.mx]
(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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