Supplemento de La Jornada - Masiosare 10 aprile 2005

Cronologia del “desafuero

"El desafuero día a día..."
Daniela Pastrana


2000

Novembre. Il governo della città espropria due terreni della proprietà El Encino, nella zona di Santa Fe, destinati all'apertura e costruzione delle viabili Vasco de Quiroga e Carlos Graf Fernández.

4 dicembre. Promotora Internacional Santa Fe, impresa che rivendica la proprietà dei terreni, presenta un ricorso un giorno prima che Andrés Manuel López Obrador assuma la direzione del governo di Città del Messico.

2001

14 marzo. Il giudice nono, Armando Cortés Galván ordina di fermare i lavori di apertura delle strade "solo nella parte dei terreni (sic) espropriati che servivano da accesso alla proprietà denominata El Encino”. La sentenza non precisa quanti accessi ci siano né quale sia la parte espropriata che serviva da accesso alla proprietà.
Lo stesso giorno, Promotora Internacional denuncia la violazione della sospensione provvisoria.

10 aprile. Il giudice dichiara “infondata la denuncia".

13 agosto. Promotora Internacional ripresenta la sua denuncia al giudice nono, carica ora occupata da Álvaro Tovilla León.

30 agosto. Il giudice Tovilla León dà ragione all'impresa e dichiara "fondata la denuncia". La sentenza assolve sette funzionari indicati come responsabili che "respinsero gli atti che motivavano la denuncia (...) senza che nel verbale ci siano prove dalle quali si potesse rilevare il contrario". Ma la denuncia viene mantenuta contro il capo di Governo per avere "controvertito la sospensione definitiva".

14 novembre. Due mesi e mezzo prima che il giudice esaminasse il caso, il Pubblico Ministero avvia un'indagine preliminare contro il capo di Governo.

2002

31 gennaio. Il giudice incarica il Pubblico Ministero della Federazione, "affinché proceda in conformità all'articolo 206 della Ley de Amparo (Appello)". L'istituzione fermerà il processo fino a settembre dell'anno seguente.

2003

Marzo. Si viene a sapere che lo studio del senatore Diego Fernández de Cevallos si era occupato di due interpellanze private contro il GDF (Governo del DF): El Encino ed il Paraje San Juan, a Iztapalapa. In questo ultimo caso, il capo di Governo si era rifiutato di pagare l'indennizzo di mille 600 milioni di pesos ordinato dalla Corte. Si seppe poi che i documenti che rivendicavano la proprietà del podere erano falsi.

3 aprile. Fox e López Obrador realizzano la loro prima visita insieme nel DF.

16 maggio. I due mandatari percorrono le opere stradali di San Antonio ed il tratto rimodellato del Paseo de la Reforma accompagnati dallo scrittore Gabriel García Márquez, il rettore Juan Ramón de la Fuente, il cardinale Norberto Rivera e gli industriali Emilio Azcárraga ed Isaac Saba.
"Noi rispettiamo il Presidente del Messico... e finché si cercherà di difendere l'interesse generale, potrà contare su di noi", dice il capo di Governo del DF.
Fox gli risponde: "Conta su di noi!"

Giugno-agosto. Inizia la lite. Il Settimo Tribunale Collegiale Amministrativo conferma la sentenza del giudice nono. Ma, la Seconda Sezione della Corte Suprema di Giustizia lascia senza effetto la sentenza del tribunale. Nella sentenza, presentata dal ministro David Góngora Pimentel, si spiega che in diverse occasioni il GDF (Governo del DF) ha proposto a Promotora Internacional Santa Fe un "provvedimento sostitutivo" (pagamento dei terreni coinvolti) e l'impresa lo ha respinto.

22 settembre. La Procura Generale della Repubblica riprende l'indagine. Aggiunge che il capo di Governo aveva "il dovere giuridico" di evitare la violazione dell’appello.
Il GDF dice che la responsabilità penale di una persona non è trasferibile.

2004

Febbraio. Il Sesto Tribunale Collegiale Penale ordina alla PGR di "chiudere" l'indagine preliminare ancora aperta contro il capo di Governo.

Marzo-aprile. Inizia la peggiore crisi nella storia del PRD, con la diffusione di immagini del segretario delle Finanze del DF, Gustavo Ponce, che gioca a Las Vegas e del leader del PRD all'Assemblea, René Bejarano, che riceve denaro dall'industriale Carlos Ahumada. Il governo degli Stati Uniti sospende per due mesi e mezzo gli accordi di interscambio di informazioni finanziarie col Messico, dopo di che il capo di Governo divulgherà il processo statunitense a Gustavo Ponce.

6 aprile. Si riuniscono a Los Pinos il presidente della Corte, Mariano Azuela Güitrón e Vicente Fox, per definire il processo di esautoramento. Sono presenti il procuratore Generale della Repubblica, Rafael Macedo de la Concha ed il segretario di Governo, Santiago Creel.

16 maggio. La PGR informa che ci sono elementi per accertare l’eventuale responsabilità del capo di Governo. "La PGR non ha agito motu proprio; ha eseguito un ordine del Potere Giudiziario", dice Fox.

17-30 maggio. La PGR chiede erroneamente alla Commissione Permanente del Congresso dell'Unione l'esautoramento del capo di Governo. Dopo aver ammesso il suo errore, l'istituzione presenta la richiesta alla Camera dei Deputati. Il 19, la Corte, cosa poco usuale, pubblica un documento per "informare" sulle motivazioni del giudizio.
Con i voti del PRI e del PAN inizia il procedimento contro López Obrador. Il Pubblico Ministero Federale cita a comparire il capo di Governo per aver violato la Ley de Amparo (Appello) come "autorità responsabile".

Giugno. La PGR cita López Obrador con una nuova indagine preliminare; López Obrador viene a sapere dalla stampa che deve rispondere di insubordinazione ad un mandato del Tribunale Federale di Conciliazione ed Arbitraggio.
Interviene la Segreteria della Riforma Agraria. Florencio Salazar afferma che 42,7 ettari della proprietà Totolapa, di cui una frazione è El Encino, sono proprietà privata dal 1950.

Luglio-agosto. Alfonso Durazo rinuncia alla segreteria particolare della Presidenza. Nel GDF la sua lettera di dimissioni viene vista come la conferma che a Los Pinos si vuole definire il futuro politico di López Obrador.
Il ministro Salvador Aguirre Anguiano respinge la controversia costituzionale presentata dalla presidenza della Commissione di Governo dell'Assemblea Legislativa del DF per impugnare il processo di esautoramento contro López Obrador.
Il capo di Governo consegna 71 prove in sua difesa alla sezione istruttoria. Tra queste ci sono le risoluzioni della PGR del 2002 e 2003, nelle quali si stabilisce il non luogo a procedere dell'azione penale per casi identici, perché non esiste nella legge una sanzione applicabile al delitto di violazione della sospensione dell’appello e, secondo il principio generale del Diritto, non può esserci delitto senza pena.

18 agosto. Fox dice a legislatori del PAN che è necessario “creare il precedente affinché nessun governante tenti di porsi al di sopra della legge". Il messaggio è il semaforo verde all'esautoramento e Fox riceve un prolungato applauso.

29 agosto. López Obrador presenta i 20 punti del suo progetto di nazione in una manifestazione alla presenza d migliaia di persone nello zócalo capitolino.
Settembre. Si inaugura la strada alternativa intorno a El Encino con cui si risolve il problema dell'accesso all'Ospedale ABC.
Fox e López Obrador si incontrano freddamente nelle cerimonie ufficiali.
Diventa pubblico l'incontro del 6 aprile tra Fox ed Azuela; ammettendo la riunione, Santiago Creel si dichiara contrario alla cultura del sospetto. Il Presidente allinea le sue batterie contro il governo del DF: "La perdita totale di posti di lavoro è concentrata solo e unicamente a Città del Messico."
Mariano Azuela chiama a difendere sua "maestà il diritto", contro il "capriccio di un governante che pretende di essere al di sopra della legge".

29 settembre. Dopo 18 richieste di udienza (quattro formali), Fox riceve il capo di Governo a Los Pinos. L'incontro dura un'ora alla presenza di Santiago Creel ed Eduardo Sojo. La Presidenza riferisce in un comunicato che "non c'è stato né ci sarà alcuna intenzione di colpire politicamente il dottor López Obrador".

Ottobre. Il capo di Governo dichiara una tregua che si rompe quando la PGR arresta Gustavo Ponce.

4 dicembre. López Obrador annuncia la costituzione nazionale del cosiddetto "Comitato promotore di reti cittadine in favore di un progetto alternativo di nazione per il 2006".
Il documento costitutivo segnala che "se ci saranno le condizioni appropriate" López Obrador "può essere il candidato che rappresenta un'ampia alleanza sociale e dei partiti".

Dicembre. Due settimane dopo il linciaggio di due agenti federali a Tláhuac, Fox licenzia il segretario della Pubblica Sicurezza locale, Marcelo Ebrard, ed il delegato della Polizia Federale Preventiva, José Luis Figueroa; invece, mantiene Ramón Martín Huerta titolare della Pubblica Sicurezza. López Obrador ritiene una provocazione la sospensione di Ebrard.
Il presidente assicura che la successione "non potrebbe andare meglio"; il 95% delle 556 mila 727 persone che partecipano alla consultazione pubblica convocata dal capo di Governo votano a favore che López Obrador resti in carica.

13 dicembre. Durante il brindisi di fine anno con i giornalisti, Fox ammette che "il momento più difficile dell'anno" è stato avere deciso di intraprendere il processo di esautoramento contro López Obrador.

22 dicembre. Ad una cena con il governatore di Guanajuato, Juan Carlos Romero Hicks ed il deputato priista Francisco Arroyo, Marta Sahagún assicura: "Andrés Manuel non arriva a marzo".

2005

17 gennaio. Mentre sono in corso le indagini della sezione istruttoria a El Encino, López Obrador assicura che resterà sulla scena politica nazionale "nel 2006, 2007 e 2008... " ed accusa la Presidenza, la PGR e coloro che sono interessati a "distorcere le leggi" per escluderlo dalle elezioni. Assicura che Fox si è caratterizzato per "la vendetta, la repressione politica e l'uso fazioso delle istituzioni".
Un rappresentante del Pubblico Ministero si dissocia dalle sue dichiarazioni e a questo il capo di Governo risponde ironico: "L'accusato ha preso nota".
Fox allerta contro "messia" e "populisti" che arriveranno offrendo "oro e gloria". López Obrador fa l'esempio di chi diceva che l'economia sarebbe cresciuta del 7% all'anno ed avrebbe risolto in 15 minuti il conflitto in Chiapas: "Ha ragione (Fox), c'è molta demagogia nella campagna elettorale".

21 gennaio. Cuauhtémoc Cárdenas inizia la sua campagna per la candidatura nel PRD davanti ad un migliaio di simpatizzanti: "Il paese reclama un governo che non cerchi di polarizzare la società e che eviti il confronto sterile; un governo rispettoso della legge e che la faccia rispettare".

23 gennaio. López Obrador inaugura il secondo piano dell'Anello Periferico ed annuncia altri progetti stradali. Il giorno dopo sollecita alla sezione istruttoria una terza perizia topografica.
Febbraio. La sezione istruttoria chiude la fase di presentazione delle prove.
López Obrador indossa una fascia tricolore come simbolo contro l'esautoramento; chiede alla gente di usare il simbolo e di restare in attesa della data in cui l'organo legislativo voterà il giudizio: "Non smetterò di lottare, l'ho detto e lo ripeto: non farò appello e questo è parte della resistenza civile; non uscirò dal carcere dietro cauzione e se così sarà, al momento opportuno, mi candiderò dalla prigione".

15 febbraio. López Obrador annuncia che se gli sarà impedito di candidarsi nel PRD, farà appello per non perdere i suoi diritti politici.
Il PRD si dichiara in "massima allerta" ed autorizza la strategia di 13 punti in difesa di López Obrador.

21-22 febbraio. La Revista rivela incontri tra Germán Martínez, coordinatore supplente dei deputati del PAN, con collaboratori del capo di governo per cercare un'uscita politica all'esautoramento, respinta però da López Obrador. Il testo rivela che l'esautoramento è spinto principalmente da Marta Sahagún.
In un documento pubblico, 58 intellettuali avvertono: "E' in gioco la legittimità delle elezioni del 2006"; si associa il rettore della UNAM che pensa che l'esautoramento sia "un'imprudenza".
Il capo di Governo scambia accuse con la Presidenza. Il portavoce presidenziale, Rubén Aguilar, l'accusa di riprodurre con i suoi atti la "prepotenza del potere". López Obrador ribatte: il Presidente esercita il potere in maniera "autoritaria ed irresponsabile" pretendendo di decidere chi parteciperà e chi no alle elezioni del 2006.

24 febbraio. Il presidente del CEN del PRI, Roberto Madrazo, dichiara che gli piacerebbe vedere alle urne López Obrador: "So che possiamo batterlo, l’ho battuto per il governo di Tabasco nel 1994".
López Obrador si dice disposto ad un confronto pubblico con Fox. La Presidenza risponde che la discussione è responsabilità esclusiva del Potere Legislativo.

28 febbraio. 108 direttori di teatro e cinema, attori, cantanti e scrittori protestano insieme contro l’esautoramento.
1 marzo. I candidati alla presidenza nazionale del PRD, nel loro primo dibattito pubblico concordano che il partito non deve dispendersi intorno alla candidatura del capo di Governo. La questione divide i perredisti. In un programma radiofonico, López Obrador dice che non sarebbe conveniente lanciare un candidato "di testimonianza" che ottenga il 10 o 15% dei voti e legittimi un processo viziato in origine. "Se non abbiamo un candidato valido, vincente, è preferibile non andare alle elezioni".

2 marzo. Il subcomandante Marcos annuncia che l'EZLN propone di manifestare pacificamente per opporsi a quello che definisce "un colpo di Stato preventivo". Chiarisce che essere contro l'esautoramento non significa appoggiare López Obrador.

8-11 marzo. Nuovo scambio di accuse. Il Presidente accusa il capo di Governo di ingannare la gente quando afferma che lui ha ordinato il suo esautoramento. López Obrador risponde che "(Fox) abbassa e degrada l'istituzione presidenziale" agendo come capo di partito e non come capo di Stato. "Il cittadino Presidente lo deve sapere: non ci arrenderemo né mancheremo di parola (...) Non ho cominciato io questo imbroglio dell'esautoramento, l'hanno scatenato a Los Pinos, ma li tratteremo come ci trattano loro".
Le voci di un accordo tra PRI e PAN per esautorare il capo di Governo sono respinte dal presidente del tavolo direttivo della Camera dei Deputati, Manlio Fabio Beltrones.

15 marzo. Si viene a sapere di una riunione nell'ufficio del coordinatore del gruppo parlamentare del PRI, Emilio Chuayffet, in cui deputati del PRI e del PAN avrebbero concordato di approvare l'esautoramento. Il panista Álvaro Loredo assicura di non essere stato presente alla riunione.

17 marzo. L'Assemblea Legislativa del DF, di maggioranza perredista, approva all'unanimità un provvedimento affinché il capo di Governo e i deputati perdano la giurisdizione nel momento in cui chiedono il permesso di abbandonare l'incarico. Tutti si incolpano. Il giorno seguente votano a maggioranza un'iniziativa di "rinuncia" al provvedimento precedente.

19 marzo. La prestigiosa rivista britannica The Economist pubblica che se si togliesse a López Obrador la possibilità di essere candidato presidenziale, il vincitore della contesa potrebbe avere meno legittimità di Carlos Salinas dopo la frode del 1988.

28 marzo. Il periodico Milenio pubblica la notizia secondo cui Santiago Creel e Roberto Madrazo negoziano l'esautoramento a tre condizioni: chiudere il Pemexgate con l'immunità per Beatriz Paredes, Humberto Roque ed Emilio Gamboa; il 50% del petrolio in eccedenza a governatori e sindaci filo-Madrzo e salvare la dirigenza del PVEM. Il Governo smentisce la notizia ma l'editorialista Marcela Gómez Zalce conferma che è stato Roberto Madrazo a dirglielo.
Vicente Fox e Marta Sahagún tengono riunioni con la dirigenza del PAN.
Con un atto inusuale, la PGR lancia una "Lettera Aperta" all'opinione pubblica nella quale sostiene "la verità legale" sull'esautoramento. Il procuratore del DF, Bernardo Bátiz, rimprovera pubblicamente Macedo: "Il tentativo di esautoramento implica un principio di ingiustizia e si aggiunge ai tentativi precedenti di squalificare il governo della capitale ed oscurare la figura di chi ne è a capo".
Consulta Mitofsky rende noti i risultati della sua inchiesta trimestrale: il capo di Governo recupera in tre mesi otto punti percentuali e la sua popolarità è all'84%.
López Obrador si dichiara "pronto e sereno" per affrontare l'esautoramento.

29 marzo. Gómez Zalce spiega la conversazione sostenuta con Madrazo. Manuel Espino, leader nazionale del PAN, accusa la PGR di agire contro il suo partito; assicura che ha chiari indizi che il processo contro Nahúm Acosta (accusato di passare informazioni di Los Pinos al narcotraffico) è "deviato".
Guerra di comunicati. Difensori di López Obrador consegnano migliaia di firme contro l'esautoramento alla Camera dei Deputati e all'ONU.
Guillermo Prieto Treviño, presidente della Borsa Valori Messicana, chiede prudenza.
Su richiesta del PRI, la sezione istruttoria rimanda la decisione finale al 1° aprile.

30 marzo. Santiago Pando, ex pubblicista di Vicente Fox, pubblica la sua "lettera d'amore al presidente" in cui lo avverte di un tradimento della PGR: "Ti hanno portato al mattatoio (....) per garantire la tua morte politica e quella del tuo partito". Il comunicato di una pagina assicura che con l'esautoramento il giudizio della storia sarà contro Fox.
In un articolo intitolato "Non è il momento", l'industriale Alfonso Romo afferma che si sta mettendo in dubbio la validità dell'elezione presidenziale.

1 aprile. Con tre voti a favore (PRI e PAN) ed uno contro (PRD) la sezione istruttoria approva l’avvio del processo di esautoramento contro López Obrador. De facto “si sta facendo un colpo di Stato”, dichiara il deputato Horacio Duarte.
Il capo di governo chiama alla resistenza civile.

3 aprile. Nella sessione straordinaria del Consiglio Nazionale del PRD, Cuauhtémoc Cárdenas offre il suo appoggio al capo di Governo: "Sono qui a dichiarare la mia decisa posizione contro l'ingiustizia, la canagliata che si vuole commettere non solo contro un compagno (...) ma contro la democrazia del paese".
López Obrador è convocato il 7 aprile nella sessione che realizzerà il plenum della Camera dei Deputati costituito in giuria.

4 aprile. I vignettisti di quattro quotidiani nazionali (La Jornada, Milenio, El Universal, Diario Monitor) pubblicano la stessa vignetta intitolata "La giustizia è morta": uno spazio in nero con una legenda contro l'esautoramento.


Hanno detto…

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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