La Jornada 10 gennaio 2005
Il procuratore ammette che si potrebbe riaprire il caso
MARCOS HA UN'INFORMAZIONE PARZIALE SUL CASO DIGNA OCHOA: BATIZ

MIRNA VEGA SERVIN

La lettera del subcomandante Marcos in cui mette in discussione le conclusioni raggiunte nel caso di Digna Ochoa e le indagini sulla morte dello studente Pável González, dimostra che ha un'informazione parziale sull'argomento, ha risposto il procuratore capitalino, Bernardo Bátiz, che si è detto sorpreso per la risposta ricevuta alla lettera che egli stesso ha inviato a Marcos alcuni mesi fa. Tuttavia, ha affermato che rispetta il leader insurgente e perciò penserà attentamente alla risposta da dare. Bátiz ha spiegato che il 7 settembre dell'anno scorso inviò una lettera al subcomandante Marcos sull'argomento attraverso comune conoscenze senza darne pubblicità.

Secondo il testo pubblicato da La Jornada il 7 gennaio scorso, Bátiz conferma nella sua lettera la conclusione che l'attivista per i diritti umani si suicidò. Riguardo al caso Pável, ha segnalato, fu trovato un messaggio postumo che, insieme ad altri indizi fa pensare che si trattò di suicidio, benché il procuratore ha specificato che le indagini non sono ancora concluse.

Ora, sostiene Bátiz, Marcos diffonde la sua risposta e "mi dà l'impressione che egli parli di quello che gli hanno detto del caso e senza conoscere a fondo le indagini". Ha chiarito che per il rispetto che prova per la sua lotta e testimonianza, penserà a quale risposta dare al riguardo, visto che per lui Marcos ha un'informazione parziale sul caso.

Il procuratore capitalino ha ammesso che esiste la possibilità che si riapra il caso e che questa soluzione è nelle mani del Potere Giudiziale, poiché i famigliari di Digna Ochoa hanno chiesto una revisione che è di competenza del tribunale collegiale. "Ogni volta che c'è una risoluzione di qualche istanza a conoscenza del caso, il dibattimento torna ad essere pubblico", ha affermato.

Bátiz ha ricordato che le indagini sul caso sono state realizzate due volte ed è stato dato l'accesso ai vari organismi d'informazione, alla Commissione per i Diritti Umani locale ed agli stessi interessati.

Ha ammesso che la Commissione Interamericana per i Diritti Umani ha segnalato alcuni difetti nell'indagine ma che questi non hanno impedito che si giungesse alle conclusioni del caso. "È accertato anche se ci sono delle falle: in un processo così lungo, complicato, difficile, con tante pressioni, effettivamente ci sono stati alcuni errori, ma non ci hanno impedito di arrivare alla verità, alle conclusión. Tutte le prove sono state conservate e siamo disponibili per qualunque revisione", ha concluso.

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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