La Jornada - venerdì 9 settembre 2005
Spero che l'altra campagna prosperi, dice lo scrittore
MONSIVÁIS DISSENTE DALL'OPINIONE DELL'EZLN SU LÓPEZ OBRADOR

NELDA JUDITH ANZAR - Corrispondente

Guadalajara, Jal., 8 settembre - Lo scrittore Carlos Monsiváis non è d'accordo con tutto il contenuto del recente comunicato dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) - emesso nel contesto dell'altra campagna - riguardo al Partito della Rivoluzione Democratica (PRD) ed al suo candidato presidenziale. "Tutto quel dire che Andrés Manuel López Obrador è l'uovo del serpente e tutte quelle cose contro la sua candidatura non mi convincono, perché non mi presentano alternative".

Ritiene che la proposta dell'EZLN di lanciare non una campagna nazionale elettorale che propone risultati a lungo termine, trascura l'immediato, anche se, aggiunge, spero che prosperi al momento giusto.

Segnala che arriverà il 2006 ed i cittadini dovranno votare, non posporranno il loro suffragio, né aspetteranno che le condizioni siano favorevoli, come si propone nella Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona.

Dopo essersi pronunciato a favore dei diritti indigeni, Monsiváis ha criticato i deputati del PRD per aver votato un disegno di legge contrario a quanto negoziato. Ha definito facile il proposito dell'EZLN di definire López Obrador come il nemico principale da vincere, dimenticando ciò che sono stati i partiti Rivoluzionario Istituzionale (PRI) ed Azione Nazionale (PAN).

Così si è espresso nell'intervista che ha seguito la sua conferenza "Come governare il Messico", nella manifestazione dallo stesso nome, organizzata dalla società di studenti del Centro Universitario di Scienze Sociali ed Umanistiche dell'Università di Guadalajara, svoltasi nell'auditorium Salvador Allende completamente gremito.

Nell'intervista, l'intellettuale ha dichiarato: "come organizzazione di partito, il PRD mi ha deluso. Tuttavia, ha un buon candidato, ed è questo che conta. Questo fa sì che uno, com'è il mio caso, abbia pensato a votare, con tutte le riserve critiche necessarie, perché io credo che nessun cittadino possa più dare il suo appoggio incondizionatamente. L'incondizionalità è morta. L'appoggio deve essere critico o non ha senso".

Ha fatto riferimento anche al PRI, che - ha dichiarato - non si rassegna alla perdita del potere e lo vuole recuperare con frasi come "è nostro per diritto" - usate ad es. da Arturo Montiel nei suoi spot -, il che dimostra la sua arroganza e senso patrimonialista.

Ha aggiunto che è deplorevole che gli oltre 70 anni di potere non siano serviti ai priisti per riflettere su quello che propongono e su a chi lo propongono. Per questo, dall'esterno il PRI si percepisce a pezzi, con un abbandono radicale delle idee e con una spesa che non si può accettare.

Segnala che per la designazione di Enrique Peña Nieto a candidato al governo dello stato del Messico sono state necessarie due cose: slogan ingegnosi, come quello che diceva "Enrique dolce con te fino al materasso" - che ritiene sia la cosa più lucida fatta dal tricolore di recente - e una spesa di 500 milioni di pesos per la campagna, cosa inammissibile. Per questo si pronuncia a favore dell'austerità dei partiti, per tagliare i tempi delle campagne elettorali e per monitorare la pubblicità politica in televisione.

Il PAN, aggiunge, non ha capito che cos'è la società moderna, perciò "molto probabilmente" nel 2006 perderà.

Definisce inconcepibile la maniera così ostinata e priva di ragioni con cui Azione Nazionale ed i suoi precandidati presidenziali si sono opposti alla pillola del giorno dopo. "E lo dico solo per citare uno dei tanti esempi. Il PAN ha chiesto la censura del film Il crimine del padre Amaro", segnala..

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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