Cuarto Poder - 9 marzo 2005
CHENALHÓ: Donne in marcia nel loro giorno
Centinaia di donne hanno marciato oggi nel Giorno Internazionale della Donna

Carlos Herrera - Nel Giorno Internazionale della Donna, indigene dell'organizzazione civile Las Abejas del municipio di Chenalhó hanno dato vita ad una marcia questo martedì per protestare contro l'ingiustizia, l'impunità, la militarizzazione, il machismo ed il modello economico "neoliberista".

La mobilitazione ha avuto inizio a Yabteclum e si è conclusa con un presidio nella comunità di Acteal. Prima, passando davanti all'accampamento militare di Majomut, le donne hanno consegnato delle bandiere bianche ai soldati dell'Esercito, in segno di pace, ma anche per chiedere che se ne vadano.

Militari

I militari hanno reagito un po' sorpresi nel vedere che molte donne entravano nell'accampamento circondato da reti di filo spinato; dopo aver consegnato le bandiere bianche le indigene se ne sono andate.

"Chiapas no es cuartel, fuera Ejército de él"; "las mujeres unidas cambian al mundo", sono stati alcuni degli slogan delle indigene tzotzil che in corteo portavano anche striscioni per esprimere il loro malessere a causa della situazione di violenza che soffrono.

Helena Vázquez Pérez ha parlato per le donne di Las Abejas, organismo al quale appartenevano i 45 indigeni massacrati nella comunitá di Acteal, "abbiamo vissuto sulla nostra pelle la violenza, gli sfollamenti, il furto dei nostri beni e la distruzione delle nostre case che abbiamo visto bruciare".

Leggendo la dichiarazione di Las Abejas, l'indigena tzotzil originaria della comunità di X'oyep, ha sostenuto che "nel nostro cuore c'è tristezza per tutta la sofferenza che vediamo patiscono le nostre sorelle in tutto il mondo, ma c'è anche allegria perché vediamo che le donne si organizzano e lottano per giungere a migliori condizioni sociali e per il rispetto dei loro diritti".

Marcia

Davanti ad un migliaio di donne e a circa 500 uomini che hanno partecipato a questa mobilitazione, l'indigena ha affermato che questo 8 marzo "in tutto il mondo manifesta il movimento delle donne; nascono diverse ed autentiche voci nelle comunità di Chenalhó, Chalchihuitán e Pantelhó".

"Sono voci autentiche che reclamano la giustizia, voci che reclamano il diritto alla vita, voci che denunciano il nostro disaccordo, voci innocenti delle vittime di Acteal".

Antonio Gutiérrez ha chiesto il rispetto degli Accordi di San Andrés, che sono stati firmati fra l'EZLN ed il governo nel 1996 ed ha criticato la famosa "Ley Mordaza" (Legge Bavaglio) creata dal parlamento e dal governo "del signor Pablo Salazar" per "tappare la bocca agli indigeni, per tappare la bocca delle donne e dei giornalisti".


LA FOJA COLETA
N. 1.501 - Mercoledì 9 marzo 2005
Donne indigene marciano per i loro diritti
Hanno regalato bandiere bianche ai soldati

- Elio Hernriquez -

Con due richieste principali, che l'Esercito Messicano si ritiri dalle comunitá e che si compiano gli accordi di San Andrés, più di mille donne indigene de Los Altos del Chiapas - accompagnate da 500 uomini - hanno realizzato una marcia nel Giorno Internazionale della Donna.

"Oggi noi manifestiamo per unire le nostre voci a quelle di molte donne che in tutto il mondo continuano a soffrire per l'oppressione della guerra, del machismo e del neoliberismo" hanno affermato nel documento letto alla fine della marcia che si è conclusa nella comunità tzotzil di Acteal, del municipio di Chenalhó.

Appartenenti all'organizzazione della società civile Las Abejas, le donne e gli uomini - provenienti dai municipi di Chenalhó, Pantelho e Chalchihuitán - hanno iniziato la marcia nella comunitá di Yabteclum e dopo aver camminato per tre ore e mezza per sette chilometri sotto un forte sole, sono arrivati a questa comunità, dove il 22 dicembre del 1997 furono assassinati 45 tzotziles dai paramilitari priisti.

Vestite con i loro costumi tradizionali, e molte di loro con i bimbi in spalla, le donne hanno manifestato che il loro cuore "è triste per la sofferenza di molte sorelle in tutto il mondo", ma è anche "allegro perché vediamo che le donne si stanno organizando e lottano" per esigere i loro diritti. "Viva le donne che lottano per la pace", hanno gridato durante la marcia, agitando bandierine bianche.

Passando di fronte all'accampamento di lavoro sociale dell'Esercito Messicano nella comunità di Majomut - tra Acteal e Pohlo, capoluogo del municipio autonomo con lo stesso nome - varie indigene hanno oltrepassato il filo spinato e, di fronte ai soldati colti di sorpresa, sono entrate ed hanno consegnato loro delle bandierine bianche.

Il soldato che stava vicino alla porta d'accesso, non sapeva come comportarsi quando una donna piccola si è chinata, ha oltrepassato lo sbarramento, è entrata e gli ha offerto una bandierina bianca. Un poco nervoso l'ha presa e si è guardato intorno ed ha visto che le altre donne facevano la stessa cosa e si dirigevano verso altri punti dell'accampamento per consegnare bandierine ai militari che erano tutti sconcertati.

Intanto le altre donne che sono rimaste davanti all'entrata dell'accampamento non smettevano di gridare "Chiapas, Chiapas no es cuartel, fuera Ejército de él". Dopo un quarto d'ora di presidio, senza incidenti, hanno proseguito la loro marcia verso Acteal, dove sono arrivaate poco dopo mezzogiorno.

Qui, Elena Vásquez Pérez, dirigente indigena originaria della comunità di Xo'Yep, ha letto un documento nel quale veniva ricordata l'avvocato Digna Ochoa, le tzotziles assassinate il 22 dicembre del 1997 qui e Petrona Pérez Pérez, che "ha trascorso la sua vita servendo la sua comunità" ed è morta recentemente dopo una lunga malattia.

"Questo otto marzo risuona in tutto il mondo il movimento delle donne e qui nelle umili comunità sorgono le voci indigeni autentiche che reclamano giustizia e pace, che non tacciono e reclamano il diritto alla vita", ha concluso.

Poi, le donne, gli uomini ed i bambini che hanno partecipato alla manifestazione, hanno fatto festa e mangiato pollo.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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