LA FOJA COLETA
N. 1501 - MERCOLEDÌ 9 MARZO 2005

da MI OPINION - di Heriberto Velasco

Io non so esattamente perché lottano gli insegnati della VII Sezione. Quello che so, è che lo scontento è diffuso "come non mai"... E se consideriamo che il governo ha lanciato la sua più feroce campagna mediatica come mai fino ad ora, per squalificarla, per scoraggiarla, per farla a pezzi, la marcia è stata un successo...

L'unica cosa che il governo ha ottenuto, è l'allargamento dello scontento non solo degli insegnanti ma anche di altri sindacati. Per me è stata una sorpresa constatare che sindacati di altre categorie si unissero alla marcia. Lo scontento è generalizzato, non viviamo nel benessere che il governo vorrebbe mostrare. Non è vero che in Chiapas c'è stabilità...

So anche che una delle conseguenze negative della pressione ufficiale, è che il governo è riuscito a mettersi contro la categoria e a mettere l'uno contro l'altro. Ci sono molti insegnanti che non accettano proprio che un loro stesso collega, o il direttore, o il supervisore, li abbiano denunciati. Questa è stata una strategia per indebolire il movimento.

Voi, compagni e compagne, dovete ammettere che se non fosse stato il direttore o la direttrice, sarebbe stato qualcun altro. Ovvero, il problema non è personale: la pressione ufficiale è stata davvero pesante e per questo hanno dovuto denunciare.

Lo stesso governo in "reporter in orazione" [gioco di parole, visto che il programma radio si chiama"reporter in azione"] ha confermato che alle due del pomeriggio c'erano state circa 150 telefonate per denunciare maestri che non si erano presentati in
classe. E visto che hanno marciato in più di 40.000, il numero di telefonate [gratis ad un numero verde] è stato irrisorio. Questo dimostra l'appoggio della gente a questa legittima lotta.

Allora, non è questione di direttori o di supervisori. Concludendo, non so esattamente perché lottano i maestri, ma quello che so è che lo scontento è diffuso e che può crescere. Non è utile mettersi contro i maestri, sarebbe meglio preoccuparsi realmente
dell'educazione e questo include il benessere degli insegnanti.

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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