Da EL CORREO ILUSTRADO - LA JORNADA 9 gennaio 2005

Precisazioni di Magda Gómez rispetto al caso Digna Ochoa

Stimata Carmen Lira:

La prego di pubblicare il mio commento alla lettera che il subcomandante Marcos ha inviato a Bernardo Bátiz e di cui mi ha inviato copia.

1. In primo luogo, una precisazione: la mia partecipazione nella commissione che ha realizzato un'udienza per fare una proposta sul caso Digna Ochoa è stata in risposta all'invito personale e diretto di Andrés Manuel López Obrador, e nel contesto della contestazione all'ipotesi di suicidio. Quest'intervento è stato pubblico, così come le udienze e le considerazioni per suggerire al capo di Governo il nome di chi poi è stato designato come giudice speciale. Non ho mai rinunciato alla mia libertà di opinione di fronte al lavoro che avrebbe realizzato, come giudice speciale, l'avvocato Margarita Guerra. Ovviamente la nostra speranza era che l'indagine fosse condotta in maniera accurata.

2. Concordo con le obiezioni alle conclusioni presentate alla procura del Distretto Federale, come ho dichiarato subito in un articolo pubblicato da La Jornada, "Queremos tanto a Digna", il 22 luglio 2003. Da quell'articolo riprendo quanto segue: "Le conclusioni presentate dal giudice speciale per il caso Digna Ochoa presentano la cronaca di un suicidio annunciato; in queste si vede che l'opera svolta da Renato Sales ha indirizzato l'indagine ed i risultati non fanno altro che confermarlo: si sono diluite e sfumate le prove iniziali che puntavano all'omicidio. Non c'è costo politico che giustifichi il sacrificio della verità", ha detto Margarita Guerra. Siamo d'accordo con lei sempre che spieghiamo ciò a cui ci riferiamo poiché dal mio punto di vista il costo politico è stato caricato di un'altra vittima. Dalle indagini è risultato un colpevole? È corretto eseguire una perizia psichiatrica su una persona che non è mai stata vista in faccia solo partendo da voci raccolte in giro? E' difficile comprendere perché non si sia perquisita a fondo il ripostiglio in cui erano state trovate 'prove' come i ritagli di quotidiani e, dopo averlo svuotato, come spiegare il fatto che recentemente è apparsa una borsa con lettere di Digna? E rispetto alle prove iniziali sui guanti che lei non si era mai messa, come era stato detto all'inizio, com'è che adesso si ritrovano tracce del suo DNA? I cosiddetti 'fatti inconfutabili emersi solo dopo due anni non sono sufficienti a dimostrare che Digna si sia suicidata. Tanta fragile 'verità' ha cercato di 'dimostrare' perché si era suicidata, così come di mostrare e distruggere, senza possibilità di replica, la sua immagine caricandola di giudizi sulla sua vita personale e professionale. "Dalla lettura del documento diffuso pubblicamente, non si risponde all'esposto della Corte Interamericana per i Diritti umani (CIDH): che cosa ne è stato degli errori strutturali dell'indagine e come si è giustificato il fatto che non abbiano influito nel giudizio? Si osserva anche un evidente squilibrio nella gestione delle linee di indagine, questo può essere ovvio per la decisione di arrivare alla conclusione di suicidio; tuttavia, il modo in cui si presentano quelle relative a Guerrero ed all'Esercito, sorprendono per la categorica assoluzione delle forze a cui si allude... "... nel caso di Digna bisogna dire che siamo rimasti con l'immagine di lei viva, del suo lavoro, la sua immagine di difensore dei diritti umani alla quale, in questa opera devastatrice della sua vita intima è stato procurato un danno morale post mortem".

3. Deploro che la procura del Distretto Federale menzioni ufficialmente la mia partecipazione nella proposta del giudice senza citare il mio rifiuto delle conclusioni circa il presunto "suicidio" di Digna Ochoa. Questo crimine è ancora in attesa di giustizia.

Magda Gómez

(tradotto dal Comitato Chiapas di Torino)

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