La Jornada - martedì 8 novembre 2005
Smentiti spari e posti di blocco in territorio autonomo e denuncia di aggressioni
UNA PROVOCAZIONE, LA NOTIZIA DI UN PERIODICO LOCALE SULL'INCIDENTE IN UN CARACOL

HERMANN BELLINGHAUSEN – Inviato

San Cristóbal de Las Casas, Chis., 7 novembre - La giunta di buon governo (JBG) Nueva semilla que va a producir ha denunciato ieri nuove aggressioni contro le basi di appoggio zapatiste ed il caracol Que habla para todos, situato a Roberto Barrios, nella zona nord dello stato.

Smentendo informazioni apparse sulla stampa locale [Cuarto Poder, Tuxtla Gutiérrez, 26 ottobre], la JBG denuncia vessazioni e provocazioni "per molto tempo, da parte di persone priiste e paramilitari; alcuni, sotto l'effetto dell'alcool, ci aggrediscono verbalmente e perfino minacciano di morte".

La giunta ribelle racconta quanto accaduto il 17 ottobre, che poi sarebbe stato manipolato dai mezzi come una "sparatoria" dentro il caracol di Roberto Barrios. "Noi zapatisti che eravamo qui dentro, vogliamo chiarire come so sono svolti i fatti", ed aggiungono che l'informazione giornalistica "è un'altra provocazione di quelli che vogliono distruggere la nostra lotta".

Riferisce: "Lo scorso 17, alle 2 del mattino, alle porte del caracol è arrivato un uomo priista ubriaco. In stato di ebbrezza è entrato nel caracol". Le persone di guardia, vedendolo entrare hanno scoperto che avvolto sotto il braccio portava un machete; glielo hanno tolto ed hanno buttato fuori l'ubriaco.

"Questi ha iniziato a tirare pietre ed ha colpito un nostro compagno promotore di salute che si trovava in un laboratorio, ferendolo in fronte. Dopo le minacce dell'ubriaco si sono uditi degli spari intorno al caracol, come fanno sempre i provocatori priisti ed i paramilitari della comunità di Roberto Barrios".

Le autorità autonome della zona nord ed il municipio ribelle El Trabajo hanno inviato una lettera alle autorità ejidali di questa comunità il giorno 23, "per richiamare la loro attenzione" sulla provocazione, "ma sembra non sia stata accolta perché poi è stato pubblicato che noi zapatisti avevamo sparato e perfino stavamo installando posti di blocco".

Secondo la JBG, "tutto quanto riportato nella notizia del giornale è completamente falso. Chiariamo che non è mai stato ostacolato a nessuna persona il diritto di libero transito".

Sequestrano un bambino adottato secondo le leggi autonome

Il municipio autonomo La Paz, anch'esso nella zona nord, ha denunciato il sequestro di un bambino adottato secondo le leggi autonome. Secondo il consiglio, questo 24 ottobre davanti all'autorità autonoma si sono presentati Martha Vázquez Díaz e suo padre, Domingo Vázquez Álvaro, basi d’appoggio zapatiste della comunità El Campamento.

Hanno denunciato che il 23 ottobre "quattro persone, due donne e due uomini dell'ejdo Joshil, municipio ufficiale di Tumbalá, sono arrivati alla loro casa scalciando la porta e sono entrati cercando dappertutto. Quando gli è stato chiesto perché stavano facendo tutto questo e chi gli avesse dato il permesso, hanno risposto: 'facciamo quello che vogliamoci e ci porteremo via il bambino'. Questi stava giocando al ruscello, se ne accorsero e lo presero, dicendoci che ci dimenticassimo di lui perché lo portavano da suo padre e sua madre. Il bambino se n'è andato piangendo e gridando ma loro gli hanno tappato la bocca. Quando sono arrivati alla portiera del camioncino, l'hanno aperta e lo hanno spinto dentro".

La storia è iniziata il 26 maggio 2002, quando la signora Juana López Guzmán ha dato in adozione il bimbo di otto mesi a Martha Vázquez Díaz. "Dopo che la nostra compagna aveva preso accordi con la sua famiglia per accoglierlo ed aver redatto un verbale di adozione e affido davanti al giudice autonomo del nostro municipio, il bambino è passato alla famiglia di Martha". Il consiglio ha confermato "che i suoi genitori lo avevano abbandonato e lasciato con sua zia Juana López Guzmán che non poteva farsi carico del bambino ed ha così deciso di darlo in adozione".

Il 7 marzo 2003, il bambino è stato registrato nel registro numero 01, pagina 451, presso il registro civile autonomo del municipio La Paz, col nome di Domingo Vázquez Díaz, "sotto la tutela dei suoi genitori (adottivi) i signori Domingo Vázquez Alvaro e Pascuala Díaz Sánchez, genitori di Martha Vázquez Díaz".

Il municipio autonomo ha inviato una commissione per indagare sui fatti e stabilire le responsabilità, "giacché i suoi precedenti genitori, che si sono separati e che avevano abbandonato il bambino, sono coloro che lo hanno fatto rapire".

Il 3 novembre, "mentre la nostra compagna Angelina Vázquez Díaz si trovava sulla strada di fronte alla clinica dell'ejido Hidalgo Joshil, sentiva un bambino che gridava 'mamma, mamma', e si rendeva conto che era Domingo". La persona che aveva il bambino disse ad Angelina "che se lo prendesse perché non voleva problemi".

Nel capoluogo ufficiale di Tumbalá il bambino è stato sottoposto a visita medica e presentava stato febbrile, dissenteria, tosse ed influenza, "a causa delle condizioni in cui si trovava per la fame e per il freddo". Il bambino è rimasto "sotto la custodia dei suoi genitori adottivi".

Il municipio zapatista rende noti i fatti "poiché il bambino è stato abbandonato dai suoi genitori", e certifica che "i nostri compagni gli hanno dato una casa ed un'educazione autonoma ed è legalmente adottato secondo le leggi autonome". Infine, segnala che "per qualsiasi altro problema, gli altri parenti del bambino dovranno rivolgersi al municipio La Paz per risolverlo". Nello stesso tempo, le autorità autonome si mettono a disposizione delle istanze giudiziali del governo. "Per qualsiasi chiarimento del caso, il nostro umile municipio autonomo è a disposizione".

(tradotto dal Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo)

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